giovedì 16 agosto 2018

Il governo giallo-verde vuole revocare la concessione ad Autostrade
Brutale e pasticcione, 
ma fino a quando?




E tre, anzi quattro.  Prima, il vulnus,  col sorrisetto  sulle labbra dell’ineffabile Di Maio,  al  principio di  irretroattività delle leggi,  sulle cosiddette pensioni d’oro (che proprio d’oro non sono); dopo la circolare interna,  vagamente mussoliniana,  del ministro Grillo per differire artatamente gli obblighi di legge sui vaccini; ieri la dichiarazione del premier  Conte sulla revoca della concessione ad Autostrade -   che cancella  in un solo  colpo  alcuni secoli di progresso giuridico -   senza aspettare, si legge  le “verifiche” ,  invece di “indagini”,  della magistratura:  un lapsus freudiano, come ha giustamente notato sulla mia pagina Fb l’avvocato Simona Giannetti, che la dice lunga sull’analfabetismo istituzionale del governo giallo-verde, a cominciare dalla sua  visione  panpolitica della divisione dei poteri. 
Il prefisso ( "pan") indica   una concezione  che assegna  alla decisione politica la precedenza assoluta. Per la serie,  è la forza che crea il diritto.  Con un preciso spin-off ideologico, comune ai totalitarismi rossi e neri: che i diritti degli individui non sono che riflesso dei diritti dello stato, di volta in volta, "serbatoio" della razza, del proletariato, della nazione, o come dicono oggi i populisti,  del popolo.
Dicevamo quattro. Perché va considerato il famoso Piano B  per uscire dall’Euro,  ideato da un gruppo di ricerca vicino a Paolo Savona, attuale Ministro per Gli Affari Europei,  progetto  che prevedeva il blocco dei conti correnti e la chiusura delle banche. Roba da Venezuela di Chavez.
Insomma, siamo messi proprio male.  Questa visione panpolitica dei rapporti fra i tre poteri, che vede al centro un governo motorizzato politicamente,  con addirittura un capo-partito (Salvini, al Ministero dell' Interno), cosa  mai accaduta  nella storia repubblicana,  rinvia, quanto meno in prospettiva,  a forme  brutali  di dittatura.  Per ora in nuce. Ma il virus è quello. Con una differenza, che  i giallo-verdi  hanno  un profilo da pasticcioni. Si pensi al cosiddetto Decreto Dignità, scritto senza tenere in nessun conto, anzi travisandole, le relazioni tecniche dei vari organismi e ministeri preposti. Un decreto (parola grossa) che  non crea posti di lavori, anzi ne distrugge,  accrescendo  gli  adempimenti giuridici e  amministrativi.  Altro che delegificazione...
Anche la dichiarazione sul tamburo, senza ancora sapere come siano andate effettivamente le cose,  di voler revocare la concessione ad Autostrade, "i nemici del popolo" di turno,  rischia di scatenare, impugnazioni da parte della stessa società, contenziosi su pagamenti di penali, ricorsi, e così via:  una situazione che,  conoscendo i tempi della giustizia amministrativa e civile,  potrebbe protrarsi per anni. Senza, magari,  approdare a nulla.  Con l’effetto però di peggiorare  i già complicati bilanci gestionali della  rete autostradale italiana,   trasferendoli all’Anas, che perde colpi da sempre,  o a qualche microconsorzio, pubblico o semipubblico,  improvvisato.  Un pasticcio.     
Pertanto nella brutale  follia panpolitica dei giallo-verdi non c’è alcun metodo.  Cosa  che invece, paradossalmente,  c’era in quella dei nazisti, che non si comportarono  mai  da pasticcioni (certo, purtroppo...).   Ad esempio,  quando si arrivò  - c’è un bel film in argomento (Conspiracy. Soluzione finale) -   alla decisione di sterminare tutti gli ebrei, inclusi  quelli di “sangue misto”,   anch’essa figlia di una opzione panpolitica,  alcuni giuristi sostennero la tesi  che molti ebrei  di sangue tedesco, avrebbero potuto presentare ricorsi, quindi intasare i tribunali, eccetera, eccetera.
Però Heydrich, che presiedeva la riunione -  impeccabilmente organizzata da Eichmann - inarcando il sopracciglio ed evocando gli ordine tassativi del Fürher,  respinse  qualsiasi  “  dubbio legalistico”, che rinviava, così disse,  al sorpassato e decrepito stato liberale. Nessun pericolo di pasticci, insomma. E i tribunali finirono per dare ragione a Heydrich. Del resto,  come la cosa  poi  finì, tutti sappiamo.    
Conte e sodali, dal momento che la pericolosa logica  panpolitica è la stessa,  credono di saperne addirittura più di quei  dubbiosi  giuristi.   In qualche misura - semplificando il concetto -   sono brutali come i nazisti,  pur restando  pasticcioni come  gli italiani.  Esageriamo? Diciamo allora, per carità di patria, di "certi" italiani...
Però, attenzione, fino a quando?

Carlo Gambescia