Il governo giallo-verde vuole revocare
la concessione ad Autostrade
Brutale e pasticcione,
ma fino a quando?
E
tre, anzi quattro. Prima, il vulnus, col sorrisetto sulle labbra dell’ineffabile
Di Maio, al principio di irretroattività delle leggi, sulle cosiddette pensioni d’oro (che proprio d’oro non sono); dopo
la circolare interna, vagamente
mussoliniana, del ministro Grillo per
differire artatamente gli obblighi di legge sui vaccini; ieri la dichiarazione del premier Conte sulla revoca della concessione ad Autostrade - che cancella in un solo colpo alcuni secoli di progresso giuridico - senza aspettare, si legge le “verifiche” , invece
di “indagini”, della magistratura: un
lapsus freudiano, come ha giustamente notato sulla mia pagina Fb l’avvocato Simona
Giannetti, che la dice lunga sull’analfabetismo istituzionale del governo giallo-verde, a cominciare dalla sua visione panpolitica della divisione dei poteri.
Il prefisso ( "pan") indica una concezione che assegna alla decisione politica la precedenza assoluta. Per la serie, è la forza che crea il diritto. Con un preciso spin-off ideologico, comune ai totalitarismi rossi e neri: che i diritti degli individui non sono che riflesso dei diritti dello stato, di volta in volta, "serbatoio" della razza, del proletariato, della nazione, o come dicono oggi i populisti, del popolo.
Dicevamo
quattro. Perché va considerato il famoso Piano B per uscire dall’Euro, ideato da un gruppo di ricerca vicino a Paolo
Savona, attuale Ministro per Gli Affari Europei, progetto che prevedeva il blocco dei
conti correnti e la chiusura delle banche. Roba da Venezuela di Chavez.
Insomma,
siamo messi proprio male. Questa visione
panpolitica dei rapporti fra i tre poteri, che vede al centro un governo
motorizzato politicamente, con addirittura un capo-partito (Salvini, al Ministero
dell' Interno), cosa mai accaduta nella storia repubblicana, rinvia, quanto meno in prospettiva, a forme brutali di dittatura. Per ora in nuce. Ma il virus è quello. Con una differenza, che i giallo-verdi hanno un profilo da pasticcioni. Si pensi al cosiddetto
Decreto Dignità, scritto senza tenere in nessun conto, anzi travisandole, le
relazioni tecniche dei vari organismi e ministeri preposti. Un decreto (parola grossa) che non crea posti di lavori, anzi ne distrugge, accrescendo gli adempimenti giuridici e amministrativi. Altro che delegificazione...
Anche la dichiarazione sul tamburo, senza ancora sapere come siano andate effettivamente
le cose, di voler revocare la
concessione ad Autostrade, "i nemici del popolo" di turno, rischia di scatenare, impugnazioni da parte della stessa
società, contenziosi su pagamenti di penali, ricorsi, e così via: una situazione che, conoscendo i tempi della giustizia amministrativa e civile, potrebbe protrarsi per anni. Senza, magari, approdare a nulla. Con l’effetto però di
peggiorare i già complicati bilanci
gestionali della rete autostradale italiana,
trasferendoli all’Anas, che perde colpi da sempre, o a qualche microconsorzio, pubblico o
semipubblico, improvvisato. Un pasticcio.
Pertanto
nella brutale follia panpolitica dei
giallo-verdi non c’è alcun metodo. Cosa che invece, paradossalmente, c’era in quella dei nazisti, che
non si comportarono mai da pasticcioni (certo, purtroppo...). Ad esempio, quando si arrivò - c’è un bel film in argomento (Conspiracy. Soluzione finale) - alla decisione di sterminare tutti gli
ebrei, inclusi quelli di “sangue misto”, anch’essa figlia di una opzione panpolitica, alcuni giuristi sostennero la tesi che molti ebrei di sangue
tedesco, avrebbero potuto presentare ricorsi, quindi intasare i
tribunali, eccetera, eccetera.
Però
Heydrich, che presiedeva la riunione - impeccabilmente organizzata da Eichmann - inarcando il sopracciglio ed evocando gli
ordine tassativi del Fürher, respinse qualsiasi
“ dubbio legalistico”, che rinviava, così disse, al
sorpassato e decrepito stato liberale. Nessun pericolo di pasticci, insomma. E i tribunali finirono per dare ragione a Heydrich. Del resto, come la cosa poi finì, tutti sappiamo.
Conte
e sodali, dal momento che la pericolosa logica panpolitica è la stessa, credono di
saperne addirittura più di quei dubbiosi giuristi. In qualche misura - semplificando il concetto - sono brutali come i nazisti, pur restando pasticcioni come gli italiani. Esageriamo? Diciamo allora, per carità di patria, di "certi" italiani...
Però, attenzione, fino a
quando?
Carlo Gambescia