"Pensioni d'oro", borghesia e pentaleghismo
Botta e risposta tra Teodoro Klitsche de la
Grange e Carlo Gambescia
l’attuale
dibattito sul blocco della rivalutazione delle pensioni “d’oro” è… kafkiano,
per non dire peggio. Il governo
asserisce la volontà di istituire (??) il blocco di quelle oltre € 4.000,00 (o
5.000,00) mensili nette, l’opposizione – soprattutto il PD – di voler difendere
i diritti quesiti dei pensionati (che difensori! leggete il seguito).
In effetti “giustizialisti” e
“garantisti” confondono la situazione reale, che è questa:
a) l’art.
24, comma 25 del decreto 06/12/2011 n. 201, convertito dall’art. 1 L . 22/12/2011 n. 2011 ha “bloccato” la
rivalutazione monetaria dei trattamenti pensionistici superiori a 3 volte il
minimo (cioè a circa € 1.500,00 lordi). Ciò risale al governo Monti, appoggiato
(anche) dal PD che lo votava in Parlamento, e la dice lunga sulla volontà del
PD di difendere i “diritti acquisiti”.
b) La
sentenza della Corte costituzionale n. 70/2015 dichiarava l’illegittimità
costituzionale del suddetto art. 24, comma 25 del Decreto Legge 6 dicembre
2011, n. 201. La dichiarazione di incostituzionalità, con la pubblicazione
della decisione della Corte Costituzionale, faceva venir meno immediatamente
detta norma.
c) Col
decreto legge n. 65 del 2015 il legislatore (sempre a maggioranza PD),
nell’intento esternato di ottemperare alla sentenza 70/2015 introduceva una
(parzialmente) diversa disciplina della rivalutazione automatica delle pensioni
per gli anni 2012 e 2013 (e, già che c’era, anche per i successivi). In
particolare, riconosceva la rivalutazione in misura proporzionale decrescente
anche alle pensioni – prima escluse – comprese tra quelle superiori a tre volte
il trattamento minimo INPS e quelle fino a sei volte lo stesso trattamento. Per
cui dai tempi di Monti chi gode di una pensione lorda superiore a 6 volte il minimo (poco più di € 3.000,00 mensili
lordi), si vede tuttora bloccata la
rivalutazione.
d) Allo stato
la rivalutazione (“perequazione”) delle pensioni superiori al limite indicato
(poco più di € 3.000,00 lordi, e cioè circa € 2.200,00 – 2.300,00 netti) è ferma.
Ne consegue che i “rigoristi” grilloleghisti alla fine propongono, portando il
limite a € 4.000,00 (netti) di sbloccare le pensioni inferiori a detto limite
(con beneficio, pare, di oltre 500.000 pensionati). Cioè non sono cattivi rigorgiustizialisti, come
vengono dipinti.
Dall’altro
che i presunti “garantisti” sono, come al solito, poco o punto credibili,
perché sono proprio quelli che, con governi, da loro appoggiati o costituiti,
hanno bloccato le pensioni “d’oro” che ora, all’opposizione, dicono di voler
difendere.
Per quanto
mi riguarda, essendo un pensionato d’”argento” (cioè a pensione semi-bloccata) mi auguro
soprattutto di non avere difensori dei miei diritti come quelli che si
proclamano tali: vadano a difendere gli altri.
Ma, caro
Carlo, non ho notato nessun articolo che riconducesse la questione ai dati
reali.
Si conferma
così che la recita nel teatrino della politica (e dell’opinione pubblica) avviene con la
maschera che si indossa. E non in base alle azioni concrete e ai fatti avvenuti.
Con i miei
più cari saluti,
Teodoro
Klitsche de la Grange
***
un giorno, quando saremo vecchi, ai giardinetti, mi dovrai spiegare perché la
borghesia italiana, quelle delle
professioni (la tua), della cultura (la mia), del merito, delle imprese, eccetera, si arrese, un dì, al peggiore populismo giallo-verde…
La lettera che mi scrivi è un chiaro esempio, per dirla
con Mao, come sai pensatore caro a noi borghesi, di preferire il Dito alla Luna ("Quando il saggio indica, eccetera, eccetera"). Per favorire chi? Salvini e Di Maio? Due analfabeti funzionali: nel senso dell’analfabeta che alla lotteria
della stupidità democratica ha vinto il biglietto fortunato della Vice Presidenza del Consiglio, alta "funzione" politica.
Il dito, caro Teodoro, è il blocco delle
pensioni, di cui parli. Che non discuto. Tu dici per cinquecentomila pensionati. E sia. Però
tu, fissando il Dito, non vedi la Luna. Quale Luna ? Quella, nera, che si va preparando: della tosatura con il ricalcolo di tutte le pensioni. E sai come? Con il passaggio al contributivo per tutti, quindi anche per quelli che sono andati in pensione con il retributivo ancora negli anni Novanta.
Si parla di tagli del 40 per cento. E secondo l'Inps, sarebbero circa due milioni gli italiani che ricevono la pensione da oltre trent'anni ( andati a riposo, prima delle riforme del 1996), non tutti settanta-ottantenni. Pertanto chi oggi prende 5.000 euro (lordi o meno) ne prenderà 3.000, chi 4.000, 2.400. Si dice che i cacicchi pentaleghisti non taglieranno le pensioni retributive "meno alte" e che sarà rispettata la concorrenza con le minime, da elevare e finanziare, (balla colossale, come vedremo) con i tagli alle "pensioni d'oro" Io non mi fiderei. Probabilmente, ci sarà solo lavoro aggiuntivo per giudici di merito, ricorsisti e pagliette.
Si parla di tagli del 40 per cento. E secondo l'Inps, sarebbero circa due milioni gli italiani che ricevono la pensione da oltre trent'anni ( andati a riposo, prima delle riforme del 1996), non tutti settanta-ottantenni. Pertanto chi oggi prende 5.000 euro (lordi o meno) ne prenderà 3.000, chi 4.000, 2.400. Si dice che i cacicchi pentaleghisti non taglieranno le pensioni retributive "meno alte" e che sarà rispettata la concorrenza con le minime, da elevare e finanziare, (balla colossale, come vedremo) con i tagli alle "pensioni d'oro" Io non mi fiderei. Probabilmente, ci sarà solo lavoro aggiuntivo per giudici di merito, ricorsisti e pagliette.
E sai perché si vuole tosare il pensionato retributivo? Ecco le parole magiche: “Per ragioni di equità”. Evocate, intorno al totem degli anticasta, dai vari capi tribù giallo-verdi: da Fico, Di Maio, Taverna, a Salvini, già "comunista padano" e Bagnai, che forse lo era senza aggettivi. Fatti anche un giretto per i forum. In quelli più evoluti (vabbè, si fa per dire), si mettono in discussione i diritti quesiti dei pensionati retributivi, assimilandoli a quelli degli aristocratici del 1789: diritti quesiti, anche quelli, su terreni, castelli e corvée, si legge, "giustamente" calpestati dai giacobini.
Quindi si prepara un altro 4 Agosto all'insegna della retroattività. Altro che il Dito dei blocchi. E in
nome di che cosa? Di una grande menzogna. Le cosiddette "pensioni d’oro". Come scrivevo giorni fa, non sono d’oro, sono pensioni alte: i quattro-cinquemila euro
al mese, non si capisce ancora se netti o lordi, rinviano a una “platea” di
trenta massimo quarantamila percettori: parlamentari ( poco più di mille
ex, già colpiti da un primo provvedimento, in attesa però di approvazione
al Senato), primari, magistrati, funzionari dello stato, docenti universitari,
dirigenti privati, alcuni ordini professionali. Pensioni
che sono frutto, nella maggior parte dei casi, di quello stesso
calcolo retributivo, di cui hanno goduto tutte le forme
pensionistiche prima delle riforme fine anni Novanta, eccetera, eccetera. L’unica differenza, dovuta al merito, era ed è che
l’ultimo stipendio, quello più favorevole (la base, al tempo, repetita iuvant, per tutti, del calcolo retributivo
individuale), non poteva non essere - e non può non essere, da che mondo
è mondo - più elevato per un funzionario che per un usciere.
Perciò a parte il risparmio ridicolo, si mente di nuovo. E solo perché un team di ex falliti e di analfabeti economici e funzionali, con il contributivo per tutti, vuole colpire il
merito: chi nella vita si è impegnato nello studio e nel lavoro. E scusami la chicca (ma è per specialisti come noi): follia delle follie si vuole mantenere il contributivo all'interno dello schema generale a ripartizione, visto che lo schema a capitalizzazione (fondi, eccetera), nel Paese dei Pulcinella anticapitalisti, non è mai decollato...
Possibile, caro Teodoro, che la borghesia
italiana, in particolare quella liberale, di cui
noi due facciamo parte, anche questa volta,
messa alla prova storicamente, si stia dividendo? Tra una maggioranza rappresentata, tra gli altri, da avvocati e giuristi come te, del tuo valore, dico, che fissa il Dito? Dito
che un tempo rimandava al faccione di Mussolini, come oggi rinvia alle brutte facce di Salvini e Di
Maio? E una
minoranza di inascoltati, in cui io mi riconosco, che
invece guarda la Luna
della libertà e del merito? E che quindi
non può che essere contro il populismo?
Con i miei più sinceri saluti,
Carlo Gambescia