venerdì 6 luglio 2018

Italia allo sbando,   senza opposizioni politiche, culturali, economiche
E intanto gli italiani fanno il bagno a Cesenatico...




Probabilmente la ragione più grave della crisi determinata dall’arrivo al governo dell'Italia di due forze antisistemiche,   è rappresentata dalla colpevole  assenza di un' opposizione politica, culturale, economica, in grado di riassorbire quel sordo risentimento "anti-casta" che ha condotto a Palazzo Chigi due pericolosi  falliti di successo come Di Maio e Salvini.
Il lettore, ora,  può riprendere fiato.  Cominciamo dalla  politica.
Il Partito Democratico ( e "avanzi" esterni) ribatte al populismo giallo-verde, con un populismo altrettanto agguerrito. Praticamente, si assume lo stesso atteggiamento razzista, indirizzandolo però contro  Cinque Stelle e Lega.
Forza Italia non esprime né una politica sinceramente liberale, né una politica  riformista. Di fatto (e di diritto),  resta  a rimorchio delle decisioni di Salvini, chiosando. In attesa, non si sa bene di che cosa.
Fratelli d’Italia, ciò che resta del mondo post-missino e post-aennino, sembra essere  tornato alle origini: praticamente,  ha riscoperto le sue radici e rivendica un populismo d'antan  ancora più acceso di quello salviniano.
Degli altri oppositori politici, i singoli diciamo,  si sono perdute le tracce.
Sul piano culturale, in Italia, l’unico mondo, seppure minoritario, che potrebbe opporsi al governo giallo-verde, resta quello liberale. Che però è molto diviso. Semplificando:   tra individualisti apolitici, individualisti politici, individualisti prepolitici. Gli apolitici, non prendono partito e disdegnano la battaglia giornalistica. Ad esempio, le loro firme sono sparite dal “Foglio”. Gli individualisti politici, si guardano intorno, aspettano (cosa è facile intuirlo...), nascondendosi dietro un “lasciamo lavorare il governo giallo-verde”. I prepolitici, invece,  ritengono che, come altri servizi di mercato, anche il governo  abbia  un suo cartellino con il prezzo. Se rimarrà competitivo, non avranno dubbi da che parte stare.
Quanto al mondo economico,  grandi imprese (poche), medie (tante), piccole (troppe),  tutto sembra risolversi, anche questa volta,  nel trattare al ribasso,  mettendosi nelle mani di Confindustria,  per ottenere o vedere confermato qualche privilegio, magari a cascata, anche per l'indotto. Nessuna battaglia di principio, come prova il suo  scialbo bollettino giornaliero, "Il Sole 24ore".  Perciò, se il governo giallo-verde  dovesse cadere il mondo economico, senza battere ciglio,  tratterebbe subito con i successori.  La sua regola aurea, piaccia o meno,  è  the show must go on. Come per i teatranti.
E gli italiani? Il “Popolo Sovrano” che fa?   Diciamo che,  secondo i sondaggi d’opinione, i due terzi stanno, ovviamente,  dalla parte di un governo che odia gli immigrati,  promette di mandare tutti in pensione a sessant’anni,  celebra il posto fisso sotto casa,  vuole elargire il reddito di cittadinanza. 
L’altro terzo è confuso, tranne pochi individui di educazione superiore,    vaga   alla ricerca di un’isola che per ora non sembra esserci.  Alcuni però,  tra gli anziani, tra coloro che hanno vissuto a dieci, dodici anni  la tragedia delle due guerre ( guerra mondiale e civile),  avvertono  un grande disagio. 
Per carità, si tratta di sociologia impressionistica. Ad esempio, secondo  una nostra cara vecchia amica  ebrea, che per un pelo, riuscì a schivare  il rastrellamento romano  dell’ottobre del 1943, le parole  d’ordine  del governo giallo-verde,  ricordano  certa lugubre e allucinata euforia fascista, presente negli sguardi obliqui di Di Maio, Salvini e di numerosi  ministri e viceminstri. Come se -  ha aggiunto -  avessero  un retropensiero, innominabile, qualcosa da nascondere...  
Parole forti, indubbiamente, che provengono da una  ottuagenaria. Che però fiuta, in modo quasi animalesco,  il pericolo.  Perché c'era. 
Cosa dire? Che intanto gli italiani, come recitava  una vecchia canzone, fanno il bagno a Cesenatico... 


Carlo Gambescia

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