Gli italiani hanno tifato per la Croazia
Incorreggibili
Modric, stella del calcio croato |
Un amico sondaggista ha avvalorato la mia sensazione,
piuttosto sgradevole, provata mentre ieri sera guardavo
Inghilterra-Croazia. Quale? Gli italiani tifavano
per i croati.
Si
dirà, perché stupirsi, in genere, negli eventi sportivi, le persone si identificano con i più deboli.
E la nazionale croata, un paese di quattro
milioni di abitanti, rappresenta un
esempio da manuale...
I conti però non tornano. Perché tra Inghilterra e Brasile o Inghilterra e Argentina, paesi popolatissimi (in senso relativo), gli italiani, di regola, tifano Brasile e Argentina. Certo, per
noi, l’Argentina, è una specie di seconda patria.
Però - ecco un altro punto interessante -
se il Brasile gioca contro l’Argentina,
gli italiani tifano per il Brasile.
Crediamo
che la “teoria del paese più piccolo e
simpatico perché tale” non spieghi proprio nulla. Anche perché il vero è problema è perché gli italiani, al di là degli eventi sportivi, non guardino con favore (eufemismo) alla nazionale britannica. Insomma, perché sono incorreggibili.
La
risposta, in fondo, è più facile di quel che sembri. Di mezzo c’è il fascismo: vent’anni di
lavaggio del cervello, dalla vittoria mutilata al “dio stramaledica gli inglesi”
hanno lasciato il segno. Le memoria
sociale è un fatto strutturale si compone di pieghe profonde che incidono, talvolta per trend plurisecolari, sulle rappresentazioni collettive. Inoltre, non può essere dimenticato che in Italia il fascismo ha potuto contare sulla greve eredità del cattolicesimo controriformista.
Parliamo di quell’ odio diffuso verso l’Inghilterra, perché patria (una delle) del protestantesimo, della democrazia rappresentativa, del libero commercio, del liberalismo; un odio celebrato dal fascismo come una specie di culto nazionale. Dimenticando che l’Inghilterra, o megliola Gran Bretagna - unitamente alla Francia - favorì invece l’unificazione italiana. Londra manifestò sempre grande simpatia per Mazzini, Garibaldi,
Cavour e per le vicende post-risorgimentali. Lo stesso Churchill, inizialmente, prima della
svolta totalitaria degli anni Trenta, mostrò addirittura apprezzamento verso Mussolini. Sicché nel dopoguerra si sono accettati gli Stati Uniti, obtorto collo, ma non la Gran
Bretagna , poi, tra le altre cose, identificata, calcisticamente (ed erroneamente) con la sola Inghilterra.
Parliamo di quell’ odio diffuso verso l’Inghilterra, perché patria (una delle) del protestantesimo, della democrazia rappresentativa, del libero commercio, del liberalismo; un odio celebrato dal fascismo come una specie di culto nazionale. Dimenticando che l’Inghilterra, o meglio
Si
prenda allora il caso
della Croazia. Una terra, dove anche a
causa della politica fascista, gli italiani hanno molto sofferto, fino a
perdere tutto, case, beni, vite. Una
bruttissima pagina di storia. Eppure ieri sera, intorno
a me, le finestre aperte rimbalzavano la fase ascendente della curva a campana della partita, fino all’ esplosione di italica gioia al gol della vittoria croata.
Ovviamente,
lo sport deve avvicinare. E non è assolutamente giustificato coltivare l’odio etnico. Quindi ben vengano le simpatie filocroate.
Però, ripetiamo, il punto è un altro. Quale? La profonda e radicata inimicizia per gli inglesi e - perché capita - per il
popolo britannico, facendo di tutta l’erba un fascio.
A
quale conclusione si può giungere? Intanto,
i decerebrati politici, i dichiaratamente politicizzati, sono
pochi. Parliamo dei cosiddetti fascio-comunisti,
quelli che, come il cane di Pavlov,
appena ieri sera si è accesa la lampadina della partita, hanno identificato, sbavando, i
croati con Mussolini, Pavelic, Hitler da
una parte, Stalin, Tito dall’altra. L'importante è che ci sia una tradizione totalitaria da celebrare come un vittorioso mastino da combattimento. Sempre pronti però - gli stessi tifosi - a dividersi in caso di Italia-Croazia: i
fascisti con l’Italia, i comunisti con la Croazia … In fondo, tutti insieme, sono fermi al quadro apocalittico della “guerra civile europea”.
Ciò che invece preoccupa (o dovrebbe), soprattutto oggi nella surriscaldata atmosfera sovranista che agita l’Europa, è l’ignoranza politica diffusa. Sembra che settant’anni di pace, ideali europei, libertà e prosperità siano passati invano. La nazionale inglese, sorta di immagine simbolicamente cumulativa della Gran Bretagna, viene tuttora considerata dai tifosi italiani la “Perfida Albione”.
Ciò che invece preoccupa (o dovrebbe), soprattutto oggi nella surriscaldata atmosfera sovranista che agita l’Europa, è l’ignoranza politica diffusa. Sembra che settant’anni di pace, ideali europei, libertà e prosperità siano passati invano. La nazionale inglese, sorta di immagine simbolicamente cumulativa della Gran Bretagna, viene tuttora considerata dai tifosi italiani la “Perfida Albione”.
Sì, la "generazione Erasmus", i viaggi, l’inglese basico, i
cantanti, la birra, fish and chips, eccetera, ma purtroppo, come per l’antisemitismo, altra eredità fascista e nazista (quanto meno per
traslazione dal cattolicesimo reazionario), alla prima occasione salta fuori l’odio per la
patria del liberalismo. L’ebreo è sempre
ebreo, l’inglese è sempre inglese: egoista, avido, uno che vuole vivere alle spalle degli altri.
Come sociologo, considerati i brutti tempi “sovranisti”, il tifo degli italiani per la Croazia consiglierei di non prenderlo sottogamba.
Perché è qualcosa che affonda le
radici nel sottobosco ideologico tra le
due guerre mondiali e, più giù ancora, nel pensiero reazionario. Qualcosa dietro cui si nasconde un che di
verminoso, malato, fosco: siamo dinanzi a un virus patogeno che alla lunga può corrodere le nostre società.
Dimenticavo, God Save the Queen!
Dimenticavo, God Save the Queen!
Carlo Gambescia
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