giovedì 19 luglio 2018

Nomine Vigilanza Rai e Cda, altro giro, altri lottizzati…
La grande abbuffata



E così  Giampaolo Rossi si dà una bella salvata… Auguri.  Diciamo che ha vinto al Superenalotto della Lottizzazione.  Proposto da FdI, del resto altro non avevano, lo hanno infilato nel Consiglio d’Amministrazione Rai. Il “Secolo d’Italia”, come i legittimisti a Vienna, esulta. Grande professionista.  Sì,  sono sempre grandi professionisti… Andatevi a leggere ciò che scrive Rossi sul blog del “Giornale”… Roba da far rizzare i capelli a Putin e Trump messi insieme.
Il discorso, ovviamente, vale per tutti gli altri vincitori della Lotteria  Rai.  E per gli incarichi, presenti e futuri (dal direttore del telegiornale  al collaboratore a contratto). Ovviamente,  si comincia sempre dalla Commissione di Vigilanza.  Insomma,  partitocrazia pura. Roba da manuale (Cencelli). Però nessuno protesta.   A Roma, si dice -  traduco -   che  fratelli e sorelle discutono tra di loro, ma quando mamma arriva con la pastasciutta, tutti zitti,  con le forchette in mano. E se la sinistra sindacale (Fnsi e Usigrai)  ha   alzato  la voce, è  perché i compagni questa volta sono rimasti a bocca asciutta.  Hanno tolto loro le forchette… Altro che amore per  la Costituzione e per la libertà d’informazione.
La Rai,  un flaccido corpaccione pubblico,  sopravvissuto a tutto e tutti: da Fanfani  e Togliatti  a Salvini e Di Maio.  Il vero cancro statalista è Viale Mazzini, dove un tempo  giocavano i bambini, per dirla con Renato Zero.
La Rai andrebbe privatizzata senza se e senza ma. Subito,  a calci in culo (pardon).  Altro che Commissione di Vigilanza, membri nominati dal Tesoro,  tetti di qua, tetti là… Altro che " prove di maturità",  come scrive il solito politologo etrusco,  che spera, lisciando il pelo  ai nuovi padroni gialloverdi,  di essere, prima o poi,  invitato al banchetto.   
Sul principio spartitorio  sono tutti d’accordo: dividersi soldi,  prebende, rimborsi (un tempo pure le donne) e lavorare il meno possibile…  Dopo di che,  inizia  la grande abbuffata...  


Carlo Gambescia