sabato 2 luglio 2016

Riflessioni
Il male oscuro dell’Occidente


Quando si è ammalato l’Occidente? Quando si è scatenato quel male oscuro che potrebbe ucciderlo? Per i suoi nemici il male ha molti nomi:  capitalismo,  liberalismo, scienza e tecnica.  E i suoi amici? Non sanno difenderlo. Manca, soprattutto a livello collettivo, quello splendido orgoglio e quella ferma consapevolezza che capitalismo, liberalismo, scienza e tecnica hanno cambiato , e in meglio, le vite di miliardi di persone.   
E invece  prevale  l’ autocommiserazione. Siamo al punto che ci si scusa per aver migliorato, sotto tutti gli aspetti, la vita umana. L’Occidente sembra aver vergogna di se stesso,  prigioniero di insensati sensi di colpa. Non crede più nei suo valori, o peggio resta indifferente,  e si divide al suo interno, vittima di stupide e controproducenti invidie di ceto. Per certe  inutili battaglie sociali, si potrebbe parlare di svolta tersitea dell'Occidente.  Ma questa è un'altra storia. 
Di qui però,  il pessimismo dilagante,  l’ autoflagellazione,  la paralisi politica, economica e  militare. Quando è iniziato tutto questo? Un filone critico di tipo tradizionalista  ha attraversato la modernità fin dai suoi esordi: il rimpianto per  la società patriarcale e contadina ha sempre accompagnato lo sviluppo della modernità occidentale, una specie di convitato di pietra. Potremmo parlare di utopia regressiva. 
A questo filone se ne è accompagnato un altro di tipo economico-sociale, anarcoide e rivoluzionario, che ha affiancato il primo, ma  con più successo.  E per quale ragione?  Perché  privo di nostalgia per il passato  e teso verso un futuro concepito come segnato dalla liberazione economica.  Potremmo parlare di utopia progressiva.
Al primo  filone  l’Occidente ha risposto nei fatti, giudicando che la libertà diffusa avrebbe fatto da sé giustizia delle costrizioni culturali del passato;  al secondo l’Occidente ha  risposto  con la protezione sociale, cercando di tagliare l’erba sotto i piedi dei rivoluzionari. 
Inutile dire: c'erano delle controindicazioni: libertà diffusa e protezione sociale hanno rispettivamente moltiplicato ogni genere di bisogni, anche gli inutili, e la conseguente  necessità di soddisfarli a qualunque costo.  In questo modo però la società occidentale si è ripiegata su stessa coltivando i consumi -  promossi a pseudodiritti sociali -  di cittadini bizzosi.   
Fini importantissimi (capitalismo, liberalismo, scienza e tecnica), sono così diventati puri mezzi (oligopolismo, libertinismo, scientismo, tecnocrazia) per accontentare cittadini viziati,  sotto l’occhio benevolo di élites codarde e compiacenti.  
Il cosiddetto “ trentennio glorioso”,  che gli storici fanno iniziare nel 1945,  ha rappresentato il momento fondamentale  in cui i grandi valori del capitalismo, del liberalismo, della scienza e della tecnica  sono stati  messi a profitto dell’individualismo protetto: idea perniciosa che ha  trasformato l’uomo occidentale da corsaro dei mari economici in capriccioso pensionato della storia.   
Le origini della nostra impotenza morale sono nel welfare state:  un mostro sociale, costoso e pieno di artigli. Certo, è vero che lo stato assistenziale  è servito  a disarmare utopisti regressivi e progressivi,  ma è  altrettanto vero  che  ha decostruito,  perfino  nelle coscienze di singoli, quella perfetta e creativa identità mezzi-fini tra capitalismo, liberalismo, scienza e tecnica che rende unico  e, nonostante tutto, economicamente potente, l’Occidente. E da quella identità si dovrebbe ripartire.
Un potere, privo  di orgoglio per la tradizione che lo ha generato, può uccidere se stesso.  Ecco il nostro male oscuro. Si tratta di un nemico interno, anzi interiore, psicologico, più pericoloso di quello esterno, militare.  Siamo ricchi di mezzi, ma poveri di fini.   

Carlo Gambescia

                       

4 commenti:

  1. Concordo in toto. Un Mostro, che specialmente qui in Italia e in alcune parti dell'Europa, trova un habitat estremamente favorevole. Negli States e in UK le cose mi sembrano diverse. Lì c'è ancora molta sete.
    PS: sempre un piacere seguirti
    Walter

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  2. Grazie! Walter... spero non Veltroni :-)

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  3. No Walter Ciusa...PS: non riesco più a entrare con blogger...boh

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