Terrore a Nizza
Disgusto e stanchezza
"Siamo
sotto choc. Era una serata di festa, bellissima. Siamo vive per miracolo perché
la casa della mia amica è a poche centinaia di metri da dove si è sparato e la
nostra corsa tra la folle è durata poco, ci siamo buttate in casa e ora siamo
qui. Sotto la nostra finestra c'è un posto di blocco. Non possiamo uscire di
casa. Ci hanno detto di restare dentro".
Così uno dei superstiti. Ieri sera una nuova azione terroristica ha sconvolto su Nizza. Per la precisione la suggestiva
e simbolica Promenade des
Anglais. Quanti ricordi. E il giorno del 14 Luglio. Un pezzo di
storia europea e mondiale.
E che pezzo. C'era una volta la
Grand Nation che grazie al genio di Napoleone
trasformò l'Europa, inaugurando, anche con le armi, il secolo
liberale. Oggi la
Francia ha come guida Hollande, un
socialista gretto e tremebondo.
Gli amici lettori non si aspettino però, da parte da nostra, l’ennesimo appello alla guerra. Francamente siamo disgustati e stanchi di parlare al vento. Molli politici, già questa notte, hanno rilasciato dichiarazioni di circostanza, a partire proprio da Hollande. E i mass media oggi puntano su titoli di routine, che “registrano" il “nuovo attacco alla Francia”. Insomma, si va verso la normalizzazione, o meglio la banalizzazione del male. Si può essere vittime di una rapina, come si può morire "di" attentato jihadista. Cose che capitano. Tutto qui…
Gli amici lettori non si aspettino però, da parte da nostra, l’ennesimo appello alla guerra. Francamente siamo disgustati e stanchi di parlare al vento. Molli politici, già questa notte, hanno rilasciato dichiarazioni di circostanza, a partire proprio da Hollande. E i mass media oggi puntano su titoli di routine, che “registrano" il “nuovo attacco alla Francia”. Insomma, si va verso la normalizzazione, o meglio la banalizzazione del male. Si può essere vittime di una rapina, come si può morire "di" attentato jihadista. Cose che capitano. Tutto qui…
Ecco un primo problema. Non si è capito, o meglio non si vuole comprendere che gli attacchi non sono contro la Francia ma
contro Europa e l’Occidente. È in gioco
la nostra sopravvivenza storica: il nemico jihadista ci odia a prescindere, odia il nostro sistema di vita e di valori. E ci indica come nemici
assoluti, da sterminare. Altro che banalità del male: qui siamo al mors tua vita mea. E
in Europa invece si spera che l’incendio islamista si spenga da
solo o con alcune secchiate d’acqua. Oppure se si preferisce, con qualche ben assestato colpo di Twitter...
Un secondo problema, legato al primo, è quello dell’interpretazione del rapporto tra guerra all’Isis e terrorismo in Europa. Spesso capita di leggere che più il nemico arretra in Medio Oriente, più aumentano gli attentati terroristici in Europa. Come per dire: "Signori non ci conviene vincere la guerra, perché il terrorismo è incontrollabile, quindi - ecco il sottotesto pacifista - si potrebbe provare a trattare. O comunque, sopportare gli attentati terroristici fino a quando il nemico non si stancherà…"
Ed è, crediamo, la strategia delle secchiate d'acqua, ora prevalente. Purtroppo. E che fa il paio, con quel processo mediatico e politico di banalizzazione del male cui abbiamo accennato. Del resto l’Occidente è diviso: gli Stati Uniti si stanno ripiegando su se stessi, l’Europa va in pezzi. La classe politica, sulle due sponde dell’Atlantico, non vuol sentir parlare di guerra. E le persone comuni non chiedono di meglio, tanto, ognuno pensa, non toccherà a me.
Un secondo problema, legato al primo, è quello dell’interpretazione del rapporto tra guerra all’Isis e terrorismo in Europa. Spesso capita di leggere che più il nemico arretra in Medio Oriente, più aumentano gli attentati terroristici in Europa. Come per dire: "Signori non ci conviene vincere la guerra, perché il terrorismo è incontrollabile, quindi - ecco il sottotesto pacifista - si potrebbe provare a trattare. O comunque, sopportare gli attentati terroristici fino a quando il nemico non si stancherà…"
Ed è, crediamo, la strategia delle secchiate d'acqua, ora prevalente. Purtroppo. E che fa il paio, con quel processo mediatico e politico di banalizzazione del male cui abbiamo accennato. Del resto l’Occidente è diviso: gli Stati Uniti si stanno ripiegando su se stessi, l’Europa va in pezzi. La classe politica, sulle due sponde dell’Atlantico, non vuol sentir parlare di guerra. E le persone comuni non chiedono di meglio, tanto, ognuno pensa, non toccherà a me.
Prepariamoci al peggio.
Carlo Gambescia
perfetto
RispondiEliminaGrazie carissimo!
RispondiEliminaHai colto perfettamente il problema. L'Occidente (entità sempre più geografica) è sfiancato dal liberismo, dal relativismo etico, dalla protestantizzazione della Chiesa di Roma. I grandi statisti come Renzi e Gentiloni, i maestri di pensiero come Severgnini e Vasco Rossi, pompano ettolitri d'acqua. Secondo i nuovi profeti, l'Europa-Mondo ha preso il posto della Cristianità-Europa secondo Novalis, quindi si è emancipata dalle guerre e dai conflitti locali, non è più tempo di mobilitazioni di massa, tutto deve avvenire ai piani alti, dove l'èlite decide e pianifica la pace. Se poi periodicamente muoriranno donne uomini e bambini per attentati terroristici, è giusto lo sdegno, il raccapriccio, ma poi che tutto torni alla normalità. Insomma, seppur costretti a contare i morti, dobbiamo considerare che per difendere i nostri valori ( quelli di Juncker e Renzi?) dobbiamo consegnare al moloch vittime sacrificali, inutile lamentarsi. La guerra è ormai obsoleta e pure cafona, quindi Parigi val pure una messa... funebre.
RispondiEliminaGrazie Angelo del contributo. Un abbraccio!
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