lunedì 25 luglio 2016

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2016, lunedì 25 luglio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione NATO “ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stato effettuata in data 24/07/2016, ore 10.37, l’intercettazione di una conversazione telefonica intercorsa tra le utenze di Stato 333***, in dotazione a S.E. FINZI MATTIA, Presidente del Consiglio dei Ministri, e  347***, in dotazione a SENSINI FABIO, consulente per la comunicazione della Presidenza del Consiglio.  Da quest’ultima utenza partecipa alla conversazione RECALMATI MASSIMO [psicoanalista, docente di Psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università di ***, N.d.V.]. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]



SENSINI FABIO: “Mattia? Ho qui il professore.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ah, bravo. Buongiorno, professore, grazie.”
RECALMATI MASSIMO: “Grazie a lei, buongiorno. Mi diceva Fabio che desidera il mio parere su questi ultimi attentati. Il camion di Nizza, il treno e il centro commerciale in Germania…”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì. Insomma, professore: questi qui sono matti o sono terroristi?”
RECALMATI MASSIMO: “Bè…lei sa che per la psichiatria, la parola ‘matti’ non ha significato, però...”
S.E. FINZI MATTIA: “…però ci siamo capiti.”
RECALMATI MASSIMO: [pausa] “Può darsi. Vuole una risposta secca?”
S.E. FINZI MATTIA: “Magari.”
RECALMATI MASSIMO: “No, non sono matti.”
S.E. FINZI MATTIA: [pausa] “Allora cos’hanno?”
RECALMATI MASSIMO: “La domanda giusta è: cosa non hanno.”
S.E. FINZI MATTIA: “Cioè lei dice che è un problema sociale? Disoccupazione, mancata integrazione e così via?”
RECALMATI MASSIMO: “Anche. Ma secondo me, quel che non hanno è la Legge.”
S.E. FINZI MATTIA: “Cioè sono dei criminali?”
RECALMATI MASSIMO: “I criminali la legge ce l’hanno, perché sanno di violarla. A questi attentatori manca la legge interiore, la legge del padre. Ha letto Lacan?”
S.E. FINZI MATTIA: “Veramente no.”
RECALMATI MASSIMO: “La legge del padre ti dice: l’impossibile esiste. C’è un limite, non puoi avere tutto, non puoi avere il godimento assoluto. Per esempio, non puoi avere la madre. Mi sono spiegato?”
S.E. FINZI MATTIA: “Dice il complesso di Edipo, Freud…? “
RECALMATI MASSIMO: “Più o meno. La legge del padre introduce il limite. Il limite permette al desiderio di focalizzarsi, e all’uomo di vivere. Nessun limite, nessun desiderio, depressione, psicopatologia.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ma scusi, cosa c’entra con gli attentati? Con l’ammazzare all’ingrosso gridando Allah Akhbar?”
RECALMATI MASSIMO: “Gli manca la legge del padre, e la cercano evocando il Padre più potente di tutti, il Padre dei padri: Dio. E Dio, Allah, effettivamente risponde all’invocazione e  gli appare, ma nella forma più arcaica e distruttiva, quella del Padre terribile. Sacrificandosi a lui, accederanno all’impossibile: il paradiso dove li attende il godimento assoluto.”
S.E. FINZI MATTIA: “Le settantadue vergini…[ridacchia]”
RECALMATI MASSIMO: “Sì.”
S.E. FINZI MATTIA: “Penso di aver capito. E allora cosa si può fare?”
RECALMATI MASSIMO: “Vanno curati.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ma scusi, come si fa a mandarli…”
RECALMATI MASSIMO: “…non intendevo ‘metterli sul lettino’. Vanno curati prima, dandogli la legge.”
S.E. FINZI MATTIA: “E chi gliela dà la legge? Questi non stanno a sentire nessuno.”
RECALMATI MASSIMO: “O gliela danno i loro padri, o gliela dà lei.”
S.E. FINZI MATTIA: “Io?!”
RECALMATI MASSIMO: “Lei, lei. Lei è Presidente del Consiglio, e rappresenta la legge e il padre.”
S.E. FINZI MATTIA: “Mah. Sarà. Insomma, gli dovrei spiegare che…”
RECALMATI MASSIMO: “…Spiegare serve solo dopo. Prima la legge, dopo le spiegazioni. Prima vietare l’impossibile, stabilire il limite, punire chi lo supera. Dopo, spiegare.”
S.E. FINZI MATTIA: [pausa]“Grazie mille, professore. Non la trattengo più, arrivederci.”
RECALMATI MASSIMO: “Arrivederci.”
S.E. FINZI MATTIA: “E’ ancora lì il professore?”
SENSINI FABIO: “No, siamo soli.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ma senti, questo qui, con la legge, il padre, le punizioni…sarà mica di destra?”
SENSINI FABIO: “Mannò! E’ dei nostri, tranquillo.”
S.E. FINZI MATTIA “Sarà. Ma chi gliela va a dire questa roba a SEL? Ai cattolici? Al Papa? E poi anche ai nostri, ma dai…mi prendo subito del leghista.”
SENSINI FABIO: “Bisogna vedere come gliela dici. Se gli dici, ‘gli attentatori sono vittime di una società malata e corrotta, vanno rieducati, integrati…’ “
S.E. FINZI MATTIA: “…’come in una famiglia, dove ci vogliono le regole…’ “
SENSINI FABIO: “Bravo! ‘…ma regole uguali per tutti, regole giuste…’ “
S.E. FINZI MATTIA: “…’per esempio, finché ci saranno gli evasori fiscali, il bullismo, il razzismo, finché non diamo noi l’esempio di rispettare le regole e i diritti, come possiamo pretendere che le rispettino gli immigrati?’ “
SENSINI FABIO: “Perfetto. Ti scrivo il discorso.”
S.E. FINZI MATTIA: “Però non mettere ‘padre’. Metti ‘papà’.”
SENSINI FABIO. “Papà e mamma. ‘Come in una famiglia, dove ci vogliono le regole, e metterle è compito del papà e della mamma ’. ”
S.E. FINZI MATTIA: “O ‘della mamma e del papà’ ? “
SENSINI FABIO. “Giusto. Della mamma e del papà. Che ne dici di ‘mami e papi’? “
S.E. FINZI MATTIA [pausa]: “Mmmm…un po’ troppo…?”
SENSINI FABIO. “Sì, un po’ sdolcinato. Vado.”
S.E. FINZI MATTIA: “Forte però il professore, tipo Clint Eastwood…”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.

M.o  Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...



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