Perché gli
italiani odiano Renzi
Se
volete capire le ragioni dell’odio verso Renzi di larga parte dell’opinione
pubblica ai vari livelli, a cominciare dai
social network, consigliamo di osservare
attentamente la foto sopra.
Siamo
davanti al ritratto della modernità, attenzione, di una modernità che scoppia di salute: la sfida dei grattacieli, quindi la modernità verticale; lo jogging, il rito del buon esercizio fisico, altra celebrazione della modernità, come dire, orizzontale, on the road; Chicago, metropoli degli Stati Uniti, nazione culla ed emblema
della modernità capitalistica, verticale e orizzontale (1).
Chiaro, no? Non si digerisce la straripante modernità di Renzi. Del resto, parliamo dell'Italia: nazione dove tuttora si idolatrano Pasolini e
Berlinguer (2). Certo, per caratteristiche politiche, il Presidente del Consiglio resta un leader italiano: semplificando, che "inciucia", strizza l’occhio, si atteggia a furbetto, eccetera. Però - ecco il punto - Renzi ha sposato la
causa della modernità: consumi,
crescita economica, ottimismo, meritocrazia, pragmatismo, voglia di fare
e di cambiare il mondo. Il che spiega la simpatia (ricambiata) di Sergio Marchionne nei suoi riguardi. Una specie di pietra tombale per gli antimoderni d'Italia... Inoltre, a riprova di quanto appena detto, basta leggere i commenti sotto la foto: tutti all’insegna di un collettivo antimodernismo piagnone. Roba da brividi.
Il
problema italiano - questione che solca tutto il Novecento - è di non aver mai accettato la
modernità. C’è veramente di che inorridire, quando si rileggono le
polemiche Strapaese-Stracittà, le critiche populiste al decollo economico degli anni Sessanta e il successivo distillato di odio verso la televisione commerciale.
Per
fare solo un esempio, banalissimo: che
cosa si rimprovera a Renzi? Di aver
partecipato da giovane a una trasmissione condotta da Mike Bongiorno. Non sia
mai...
Tuttavia
un fenomeno come l’antimodernismo, che viene da lontano ( di derivazione clericale, prolungatosi nel fascismo e nel consociativismo culturale catto-comunista)
non può essere contrastato da un uomo
solo comando. Non basta la bacchetta magica per cambiare la mentalità arcaicizzante
di larga parte degli italiani. Al
riguardo, le parabole di Craxi e Berlusconi, due modernizzatori (comunque la si pensi), potrebbero essere istruttive. Occorre perciò una
nuova classe politica determinata a modernizzare il Paese. Che non si forma in un giorno. Quindi,
anche Renzi potrebbe fallire, come detto, per limiti politici (resta comunque un uomo di sinistra), ma anche per il clima ostile che circonda il suo governo, nonché
per la disastrosa evoluzione del quadro politico internazionale.
Del
resto, tre sole rondini, magari due,
pure azzoppate (Craxi, Berlusconi), e un rondinotto (Renzi), in
quarant’anni non possono fare primavera… Possono però indicare la strada. O no?
Carlo Gambescia
(2)
Non è elegante autocitarsi, però sull’asse culturale Pasolini- Berlinguer si veda il mio Sociologi per caso, Edizioni Il Foglio 2016, cap. IX.
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