In difesa della democrazia
rappresentativa
Lucciole per trivelle
I
referendum regionali sulle “trivelle”, in sé privi di grandi conseguenze
legislative, hanno però assunto, come prevedibile, un deciso valore politico, anzi diremmo filosofico,
perché i sì e i no riflettono precise,
o quasi, visioni del mondo.
Dietro
il no alle trivelle si scorgono gli antimoderni,
i sognatori delle lucciole. Proprio ieri ci è capitato di rivedere Magnificat di Pupi Avati, film che spiega, con grande
obiettività, su quali criteri sociali, assai rigidi, funzionava un mondo dove
si vedevano ancora le lucciole… Certo, resta un film, però.
Per
contro, il fronte del sì alle trivelle è favorevole alla modernità, ma in modo titubante, almeno così sembra. I favorevoli, per cosi dire,
controvoglia, dovrebbero anch’essi
rivedere il film di Pupi Avati… Insomma,
chi difende le trivelle invece di esserne fiero, per principio, come i grandi semplificatori delle lucciole, ne ha quasi ne ha vergogna. E chi
vacilla, prima o poi cade.
Tra
i due fronti, come dire in mezzo, ci sono gli italiani. I quali sognano di coniugare il massimo del capitalismo con il massimo
delle sicurezza. La quadratura del cerchio. A dire il vero, specialmente a sinistra, ma anche al centro, si invoca sulla
questione ambientale il cosiddetto principio di responsabilità, che impone
vincoli, controlli e alti tributi fiscali. Il tutto per garantire, quella
modernità sicura, bella e impossibile, che sembra così piacere agli italiani.
Ciò
indica, che affrontare tematiche, molto
complicate (che per l’appunto richiedono prudenza), ricorrendo allo strumento
del referendum, dove finisce sempre per prevalere il richiamo
politico della foresta, è un grave
errore sociologico. Quindi il nostro discorso, non riguarda i contenuti (perché sì o perché no alle trivelle
eccetera, eccetera) ma il metodo (perché sulle trivelle o questioni simili, debba sempre essere evitato qualsiasi approccio emotivo-politico di tipo referendario).
Si
dirà, ma è la democrazia. Il POPOLO eccetera, eccetera. Certo, però le maggioranze, soprattutto se
referendarie, sono scatole vuote: si vota a contenuto libero ed emozionale; dentro, sull'onda del fanatismo, ci si può mettere
di tutto, dalle trivelle alle leggi anti-ebraiche (come nella Germania
hitleriana). Quindi certe decisioni andrebbero attentamente discusse in Parlamento, confrontandosi con quella prudenza necessaria che dovrebbe animare
un gruppo ristretto di saggi legislatori.
Ma si dirà, ancora: la democrazia parlamentare non funziona. "Pensano solo a rubare", come sottolinea il mio portinaio. Certo, spesso capita, però quella abbiamo, ed è costata grande fatica edificarla. Ed è l’unico strumento, con tutti i suoi difetti, che ci mette al riparo da coloro, e non sono pochi, che scambiano lucciole per trivelle…
Ma si dirà, ancora: la democrazia parlamentare non funziona. "Pensano solo a rubare", come sottolinea il mio portinaio. Certo, spesso capita, però quella abbiamo, ed è costata grande fatica edificarla. Ed è l’unico strumento, con tutti i suoi difetti, che ci mette al riparo da coloro, e non sono pochi, che scambiano lucciole per trivelle…
Carlo Gambescia
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