Le elezioni comunali e la crisi del centrodestra
La
polemica Bertolaso-Meloni, al di là delle battute spiritose o meno, è un altro
segno, decisivo, che il centrodestra si è completamente spappolato. Roma è perduta,
come, almeno per ora, qualsiasi progetto di ricostruire
uno schieramento politico a livello nazionale.
Va
detto che il centrodestra ha subito negli ultimi
tre anni - non solo a Roma, quindi - l’abilità politica di Renzi. Grande giocatore,
la cui mission era ed è quella di trasformare
il Pd in un partito riformista, moderato, pragmatico, simpatico (oltre che ovviamente, come impone la politica, consolidare il suo potere). Certo, non è
detto che riesca, però sembra essere sulla strada giusta. Del resto, anche per Renzi, radicamento politico e rinnovamento del partito, passano attraverso il test di Roma. Ma questa è un'altra storia…
A dirla tutta, il centrodestra, dopo il declino di Berlusconi (solo il Cavaliere non se n'è accorto), si è autoaffondato:
divisioni, personalismi, confusione nei programmi e nelle idee. Anche se, in realtà, il centrodestra ha sempre perseguito politicamente, persino negli anni d’oro, la vecchia strategia democristiana di promettere tutto a tutti: le idee non contavano, i programmi neppure, fatti salvi sempre gli interessi di Arcore. Quindi non poteva non finire così: quando il "cemento" di una coalizione è costituito dal solo potere, una volta venuta meno la possibilità di spartire il bottino, crolla tutto. E così è stato.
Se
Renzi, tutto sommato, dice cose di sinistra, la destra dice solo stupidaggini che
non sono di destra né di sinistra. Si
pensi solo ai candidati romani, come dire, più papabili. Bertolaso (sorvolando
sul pendant giudiziario) è un organizzatore privo di qualsiasi idea politica, Meloni, non è nemmeno questo e per giunta
come idee continua a pescare nel
laghetto inquinato della cultura politica - parola grossa - aennina. E fino a ieri anche nella pozza avvelenata leghista. Storace è un fascista tout court ( basta sfogliare il quotidiano del suo partito). Resta Marchini, che, tuttavia come idee, è uomo
di centrosinistra e per giunta non ha
alcuna esperienza politica.
Come
si può vedere, Roma è pronta per essere
consegnata ai Pentastellati. Per evitare il barbaro immobilismo dei grillini,
chi in passato ha votato per il centrodestra, ora potrebbe votare per il candidato di Renzi,
Roberto Giachetti, un ex rutelliano, pare. Insomma,
per la serie, molto popolare tra
moderati e conservatori, turarsi il naso eccetera, eccetera. Altrimenti? Arrivederci Roma. Che
magone.
Carlo Gambescia
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