lunedì 28 ottobre 2019

Umbria, non ha vinto il centrodestra ma la destra dura e pura
Lunedì "nero"

Se si fosse votato per le politiche,  la destra, quella dalle evidenti propensioni neofasciste e populiste,  maggioritario o non maggioritario,  con il 47 per cento (Lega più FdI)  ora   avrebbe i numeri per governare il Paese, anche senza Forza Italia, ridotta al 5 per cento.
Pertanto, in Umbria ha vinto la destra dura e pura: quella razzista, quella del Mussolini consigliato male, quella paternalista e statalista , quella  nemica del liberalismo e del  dibattito civile. Anche se in versione iena ridens.  Un lunedì "nero". In tutti i sensi. 
Inutile cercare scuse negli errori del Pd e del M5s, accettando i triviali luoghi comuni (per semplificare) fascio-leghisti.  In realtà,  l’Umbria è una regione amministrata benissimo. E da sempre.  O comunque meglio di molte altre  regioni.  Basta fare un giro turistico, anche breve, per le sue ridenti città e cittadine, per scoprire bellezza ben curata, ordine e pulizia. La Sanità umbra resta un modello (*).  Sono commenti banali, ma necessari. Perché?
La risposta purtroppo è semplice e si chiama ubriacatura politica.
Che capita quando si beve troppo? Che si straparla, si canta, si balla, si dicono cose che da sobri non si direbbero mai. Magari ingiurie, rischiando di provocare risse da saloon.

Insomma,  non ci si comporta da diligenti cittadini. Si trascurano o violano le regole. Senza badare alla natura autolesionistica degli atti.   Ed è ciò  che sta accadendo  non solo in Italia, ma in Germania, in Catalogna, addirittura in Cile, nazione dall’economia sanissima e in crescita. Altro che farsi  parte diligente... 
Sembra che la gente comune sia come stanca  di vivere in pace e di accontentarsi delle aspirazioni a una vita borghese. Si vuole di più, ma senza impegnarsi. Illudendosi che la scorciatoia populista e razzista sia la risposta a ogni problema. 
O meglio pseudo-problema.  In argomento, si veda  l'ottimo  libro di alta divulgazione, Factfullness (Rizzoli 2018) scritto da  Hans Rosling, un medico, statistico e professore universitario. Dove si  spiega, cifre alla mano, come la gente comune  sia vittima di enormi  distorsioni cognitive  perfino sulle proprie condizioni  economiche,  per non parlare dell’immigrazione trasformata in  invasione che non c’è.

Purtroppo,  esiste  una demagogica cultura del vittimismo politico che blandisce la gente comune. La  coccola e tratta  alla stregua dei  bambini viziati e capricciosi.  Un vittimismo  sul  quale però  speculano neofascisti e populisti.  Sicché, una volta  ubriaca di bugie, la gente comune li vota, credendo nelle ricette miracolose.  
Il che  prova,  ancora un volta,  quanto la democrazia sia una specie di scatola vuota dentro la quale si può mettere di tutto, perfino le idee dei suoi nemici.
Che fare? Con gli ubriachi come ci si comporta?  Si aspetta che passi. E con i popoli ubriachi?  Si attende  -  come fece Croce dinanzi al fascismo -  che si compia il loro destino.  Insomma, che la realtà si vendichi. Anzi che  faccia giustizia. 
Certo,  i costi potrebbe essere alti.  Ma con gli ubriachi non si ragiona.        

Carlo Gambescia