Berlusconi sarà domani in piazza San Giovanni. E parlerà
Patetico
Non
abbiamo mai creduto nel liberalismo di Silvio Berlusconi. Che il Cavaliere
andava - e va - esternando in giro per l’Italia. Salvo poi,
una volta governo, rimangiarsi tutto e patteggiare con tutti, bianchi, gialli, neri, rossi, verdi, pur di salvare le proprietà.
Ad
esempio, tra il 2001 e il 2006 (XIV Legislatura), Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, avrebbe potuto lasciare veramente il segno in chiave liberale. Se soltanto avesse voluto. Magari cadendo in Parlamento. Ma con dignità, sulle grandi questioni di principio: riforma elettorale, riforma
del mercato, della sanità e delle pensioni. C’erano i numeri. Si poteva trasformare l'Italia in un paradiso fiscale attirando capitali da tutto il mondo. E sferzare le burocrazie dell'Unione Europea. E
invece non se ne fece nulla. Si vivacchiò per cinque anni in chiave
social-democristiana. Partorendo una ridicola riforma costituzionale, bocciata dall’elettorato… E con
un Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. protezionista. Insomma, un ammiratore di List e della polizia tributaria.
Ovviamente, Berlusconi, se interpellato, da vecchio comico, in camice bianco, anzi palandrana, occhialoni, nasone e baffi finti, premendo lo stetoscopio sul seno di un'infermiera procace, ripeterà che lui le tasse le ha portate al trentatré per cento... Capito? Siamo al " Signorina, dica trentatré...". Roba da avanspettacolo.
E
ora, domani, sabato 19 ottobre, il
vecchio fantasista, ormai più che pronto per
Villa Arzilla, calcherà di nuovo le scene di Roma, insieme
alla compagnia di giro della peggiore
destra populista e neofascista, che di liberale non ha proprio nulla. Uno spettacolo indecoroso.
Un
solo dato, nel 2001 Forza Italia disponeva di 255 parlamentari contro i 45
della Lega Nord. Oggi, anno di grazia 2019, la Lega ne ha 182, Forza Italia 160. Inoltre, cosa più grave ancora, nei sondaggi la Lega è in
costante crescita, mentre Forza Italia in serio declino. Stesso discorso per Fratelli d’Italia,
che sta recuperando consensi. E purtroppo non in chiave riformista, ma neofascista.
Questi
i rapporti di forza. Se Berlusconi fosse
stato un vero liberale, avrebbe organizzato, sempre per sabato, una contromanifestazione per rimarcare le differenze
con populisti e neofascisti. E invece domani salirà sul palco di piazza San Giovanni. Di sicuro, si esibirà nella vecchia gag del taglio alle tasse. "Signorina, dica trentatré...".
Patetico.
Carlo Gambescia