Fascio-liberismo, breve storia di un epiteto
Che cos’è il fascio-liberismo? Secondo i comunisti mai
pentiti il termine rappresenta un regime autoritario se non
totalitario di imposizione del sistema capitalistico
attraverso le armi dei pretoriani: un mix di dittatura militare
e privatizzazioni, ovviamente, “selvagge”.
Il
termine, in realtà un epiteto che risale concettualmente alla Terza Internazionale dominata da Stalin, è tornato in voga dopo la
vittoria elettorale di Bolsonaro in Brasile. E che ora addirittura impazza sull'onda dell’ introduzione del coprifuoco nella capitale cilena. Paese, il Cile, che, secondo la propaganda anticapitalista (e filo-collettivista) deterrebbe addirittura il copyright storico del termine. Quindi, incline al vizietto...
In
effetti, è vero che Pinochet, per uscire
dall’impasse collettivista, in cui si era infilato il Cile di Allende, privatizzò
per così dire “a manetta”. Del
resto non c’era altro da fare. Ne seguì però - cosa
che i propagandisti occultano - una
crescita economica notevole, ancora oggi vivace (*).
Uno
sviluppo apertissimo ai mercati esteri, che
tuttavia ha portato con sé significativi problemi di redistribuzione sociale, purtroppo legati alla struttura socio-economica storica del Cile. Una figurazione fortemente ancorata verso l’alto, con un ceto medio
in espansione ma culturalmente (in senso weberiano) non ancora maturo.
Una
debolezza in qualche misura costitutiva, di cui però non è colpevole il “fascio-liberismo” (che,
eventualmente, come tempistica, rinvia all’ultimo decennio della dittatura di
Pinochet), bensì la perdurante discrasia tra una mentalità politico-culturale, dai tempi di metamorfosi lunghi, e i ritmi brevi
della trasformazione economica. Ci vuole pazienza, insomma. Cosa banale, ma vera.
Su
questo squilibrio, che poi è tipico dei processi di apertura al mercato, giocano invece i nemici della libertà, anche mediatici, sparsi
ovunque. Gente che gioca al rialzo, e che in realtà, consciamente o inconsciamente, lavora non per le riforme ma per la rivoluzione.
Come ad esempio questa mattina su "Radio 3 Mondo", dove durante la rassegna stampa si parlava con linguaggio allendista di “guerra del presidente Pinedo contro il popolo cileno”.
(*) Qui un quadro oggettivo della situazione economica cilena: http://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=40#slider-3
Come ad esempio questa mattina su "Radio 3 Mondo", dove durante la rassegna stampa si parlava con linguaggio allendista di “guerra del presidente Pinedo contro il popolo cileno”.
Ripetiamo, siamo davanti a un puro e semplice slogan politico per denigrare il liberalismo e l’economia di mercato. Si usa un epiteto politico, già impiegato contro il Cile della pre-transizione democratica (attenzione, “pre-transizione”), quindi ieri, per propagandare, oggi, l’anticapitalismo e le improbabili "delizie" del collettivismo.
Basta fare un giro su internet (cliccando sul termine) per scoprire come l’epiteto sia particolarmente diffuso e rilanciato proprio da quei siti su posizioni contrarie alle classiche libertà dell’Occidente, politiche, economiche e civili.
Basta fare un giro su internet (cliccando sul termine) per scoprire come l’epiteto sia particolarmente diffuso e rilanciato proprio da quei siti su posizioni contrarie alle classiche libertà dell’Occidente, politiche, economiche e civili.
Solo propaganda, insomma. Eppure…
Carlo Gambescia