domenica 27 ottobre 2019

Concluso il Sinodo speciale  sull’Amazzonia
 Contro la società aperta

Il vero  punto della questione è  che la Chiesa Cattolica non ha mai accettato il mondo moderno… Giudizio, il nostro,  per metterla sul difficile,  apodittico?  No,  perché il Sinodo speciale sull’Amazzonia,  e soprattutto come  viene “incartato” sulle pagine dell’ “Osservatore Romano”,   la dice lunga su questo  inveterato  atteggiamento conflittuale.

Lasciamo  ai tradizionalisti la critica dello spiraglio sul sacerdozio ai diaconi sposati aperte dal Sinodo.  La ciccia antimoderna, se ci si passa  l’espressione, è  nella seguente proposta,   anticipata dall’Ansa.

“Di definire il peccato ecologico come un'azione o un'omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l'ambiente”. Lo afferma il documento finale del Sinodo dei vescovi per l'Amazzonia individuando questi peccati “in atti e abitudini di inquinamento e distruzione dell'armonia dell'ambiente”. (*)

Insomma, chiunque non faccia la raccolta differenziata rischia l’inferno.   Al di là delle battute su una Chiesa Cattolica che rischia veramente il ridicolo,  appare chiaro che per il cattolicesimo  il vero nemico da battere  resta  il “sistema occidentale”.   Come del resto si evince  dall’ editoriale  apparso sull’ “ Osservatore” in nota al  sinodo.  Vergato  da un eco-teologo, Giuseppe Buffon.  Qui un passo, che la dice lunga, anzi lunghissima sulla visione del mondo  di   padre  Buffon,  che riflette, visto che l’ "Osservatore"  non è un giornaletto parrocchiale, la visione antimoderna della Chiesa.          

“Da una parte mega progetti di agricoltura estensiva, orientata a soddisfare i fabbisogni dei mercati internazionali, come a esempio quello cinese, disposto ad acquistare grandi quantità di carne provenienti dal Brasile; dall’altra invece la valorizzazione della sapienza tradizionale, che ha saputo riconoscere una ricca biodiversità agroalimentare e una grande varietà di piante medicinali, indispensabili per la salute delle popolazioni indigene. Da una parte l’introduzione di semi transgenici per ottenere una produzione agricola atta a soddisfare il commercio internazionale; dall’altra l’impiego di semi autoctoni prodotto di una conoscenza e saggezza ancestrale, fonte dell’autonomia e dell’identità propria dei popoli indigeni.” (**)

De Maistre, Donoso Cortés, e compagnia cantante sottoscriverebbero. Ma anche Lenin, Stalin e Fidel Castro.  E probabilmente anche il Gesù  Cristo, contraffatto,  della teologia (rossa) della Liberazione. Del resto,  si  predica un’ autarchia calata dall'altro, imposta a  tutti per il "loro bene", che non dispiacerebbe neppure a Hitler e Mussolini.  

Insomma, estrema  destra  reazionaria ed estrema sinistra rivoluzionaria si  toccano. Neri e rossi, come nell' Ottocento, vanno a braccetto, perseguendo  le stesse finalità costruttiviste di imprimere alla storia la direzione giusta.  Solo che oggi  usano  l'ideologia (per alcuni odiologia) ecologista.  Diciamo che la Chiesa guarda indietro, i rivoluzionari avanti, troppo avanti, ma il nemico resta  lo stesso. Sicché,  la Chiesa Cattolica continua a difendere la  causa dei nemici della società aperta.  
Nihil sub sole novum.    
Carlo Gambescia