L’accordo Fca-Psa
Avanti tutta!
Già
sembra di sentirli i rosso-bruni, cioè neocomunisti,
neofascisti, sovranisti e populisti di vari colori, gridare alla
svendita del "lavoro italiano" al "capitalismo
francese". Come qualche anno fa, gli stessi idioti economici, strepitarono per l’accordo tra Fiat e Chrysler. Poi di grande successo (*).
Gente
incapace di comprendere il funzionamento di un’economia di mercato, e soprattutto globale, prigionieri di una visione apocalittica e autarchica, paventano un lupo capitalista che non
esiste. O se proprio esiste è molto meno
pericoloso delle iene fasciste e comuniste.
Certo,
siamo davanti alla classica operazione oligopolistica. Che, attenzione però, può essere premiata o meno dal mercato. Per ora le borse salgono. Sembra vedano di
buon occhio la prossima nascita del
quarto colosso mondiale automobilistico, Fca-Psa.
Del resto, il
termine oligopolio non è una parolaccia.
E qui penso agli amici liberoscambisti ad oltranza che storcono il naso.
Perché
il diavolo non è sempre così brutto come
lo si dipinge. Dal memento che, persino nel quadro di economia di mercato imperfetta dove alla micro si sostituisce la macro-concorrenza, il rapporto costi-ricavi
marginali ha sempre la sua importanza. E per una semplicissima ragione: il consumatore resta il giudice in ultima istanza. La Corte di Cassazione dei prezzi...
Ed
è proprio questo il punto. Perfino un monopolio privato, come nel caso dei
monopoli naturali ( in genere esistenti in ambito infrastrutturale, come una
rete ferroviaria), se gradito ai consumatori (dal punto di vista del rapporto prezzo/qualità
), può acquisire un senso economico importante.
Cosa
significa? Che nel caso dell’accordo tra
Fca-Psa, visto che si tratta di
automobili e non di beni infrastrutturali, la concorrenza, anche se tra oligopoli, sarà durissima. Perché comunque
basata sul rapporto costi-ricavi
marginali. Con due notizie aggiuntive però: una buona e una
cattiva.
Quella
buona, riguarda i consumatori, perché rinvia alle implicazioni economiche sui prezzi, nei termini di effetti di ricaduta sui prezzi: di regola, in una prima fase stabili, poi in seguito calanti.
Quella
cattiva, concerne i lavoratori, per le possibili implicazioni sociali racchiuse negli inevitabili, anche se non proprio sempre, tagli all’occupazione.
Ne
consegue però la necessità, in Italia come in Francia, di
favorire i meccanismi di sostegno e riallocazione delle
risorse sociali. Tradotto: cassa integrazione e politiche attive del lavoro. Del
resto il mercato, soprattutto in Europa, impone l' uso, sebbene accorto (mai a pioggia), di ammortizzatori sociali. Di
qui l’importanza di un trade-off di tipo strategico (per la serie "cosa faremo da grandi") tra impresa e lavoro. Strategico, nel senso di accettare il quadro sistemico fondato sulle libertà di impresa, e di riflesso sulle libertà di produzione, lavoro e consumo. Insomma, mai tirare la troppo la corda. Il che deve valere per tutti glia attori economici.
Insomma,
nel nome del realismo economico (taglio dei prezzi e dei costi), operazioni del genere vanno viste di buon
occhio. Dopo di che però devono
risultare gradite ai consumatori e neutralmente affettive per imprenditori e lavoratori.
La
concorrenza, seppure oligopolistica,
resta molto forte e fa crescere profitti
e Pil. Il che va a vantaggio di tutti, consumatori e lavoratori. Si chiama ciclo dell'interdipendenza economica.
Non
vanno invece a vantaggio dei consumatori come dei lavoratori, le misure protezionistiche. Che creano monopoli nazionali innaturali, che piacciono invece agli imprenditori letargici. Inoltre, tornando sul punto, parliamo di monopoli dannosi in un
settore come quello delle automobili che ha senso solo se parla al mondo e
quindi guarda lontano. Una dannosità in qualche misura illustrata dai rapporti tra Fiat e fascismo.
I monopoli e gli oligopoli innaturali conducono al depauperamento dei consumatori, costretti a comprare ad alto prezzo merci nazionali scadenti, e al conseguente impoverimento di lavoratori che non possono comprare le merci che producono. Roba da società arcaiche. O fasciste e comuniste.
I monopoli e gli oligopoli innaturali conducono al depauperamento dei consumatori, costretti a comprare ad alto prezzo merci nazionali scadenti, e al conseguente impoverimento di lavoratori che non possono comprare le merci che producono. Roba da società arcaiche. O fasciste e comuniste.
Pertanto, avanti tutta con l’accordo Fca-Psa!
Un’ultima
questione. Il nuovo gruppo Fca-Psa avrà un management all’altezza delle sfide
future? La scomparsa di Sergio
Marchionne ha creato un vuoto
incolmabile. Ecco, forse, il punto debole.
Carlo Gambescia