Un’idea per il futuro centrodestra
Libertà!
Dai
titoli dei giornali di destra,
non sembra si sia capita la lezione.
Perché si grida al complotto e soprattutto si difende la stupida e disumana politica migratoria di Salvini.
Del resto, parliamo dell’unica politica che
il Giostraio Mancato, privo totalmente di idee in tutti gli altri campi, abbia implementato tra gli evviva dei razzisti made in Italy.
In realtà, Salvini
si è incartato da solo e non , come si dice, per i no di Cinque Stelle. Il leader della Lega ha meravigliosamente provato di non essere all’altezza del ruolo. Un
cosa è rispondere in radio agli
ascoltatori leghisti e liberarsi dei
dirigenti rimbambiti del partito, un’altra governare l’Italia. Salvini, come uomo di stato, ha mostrato limiti insormontabili. Può anche
essere votato da tutti gli italiani, ma un somaro, anche se bardato a festa e
portato in trionfo da tutti i compaesani, resta un somaro.
Conte nel suo durissimo discorso ha semplicemente sparato sulla croce rossa. Per la serie il re è nudo. Anzi, un cretino.
E
ora? Salvo imprevisti, si andrà, Mattarella benedicente, verso un governo M5S-Pd-Leu. Dal dibattito di ieri si è capito chiaramente. Sarà Conte a guidarlo?
Non sappiamo, né ci interessa. Il vero punto è la
ricomposizione dell’asse destra-sinistra. Avremo un nuovo governo che dovrà
dirà cose di sinistra, non genericamente populiste e soprattutto non di natura xenofoba. Il che è un bel passo avanti,
dal punto di vista della logica liberal-democratica.
Ovviamente,
per i contribuenti si preparano tempi duri.
E qui si apre, anzi riapre la questione della destra.
L’Italia
ha necessità di una destra diversa, non
populista, né xenofoba e con la bava bocca. Occorre una destra liberale attenta alle
ragioni del mercato, dello sviluppo, della tolleranza e dell’Europa. Una destra civile che potrebbe rinascere - il condizionale è d’obbligo - dalle ceneri del vecchio centrodestra che il
populista Salvini, per ora, ha totalmente distrutto a colpi di propaganda razzista e di scemenze economiche.
Ieri
durante il dibattito al Senato, l’unica volta che si è udita la parola
liberalismo, la si è sentita uscire dalle labbra di Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza
Italia. Le sarà scappata di bocca per sbaglio? Non
sappiamo. Però è dal liberalismo che l’Italia dovrà ripartire. E soprattutto dovranno ripartire la destra e il
centrodestra. Serve il più grande programma di tagli fiscali e di privatizzazioni, non solo economiche, che l’Italia
abbia mai conosciuto. L’Italia avrebbe - anche qui il condizionale è d'obbligo - le carte in regole per trasformarsi, insieme all’Europa, in un gigantesco
paradiso fiscale, per attirare liberi capitali da tutto il mondo e per accogliere chiunque, assetato di emancipazione, bussi alla sua porta.
Si
chiama libertà, religione laica della libertà. L’asse ideale intorno al quale
dovrà ruotare la politica di un rinato centrodestra. Tutto il resto è silenzio. E scemenze di Salvini. Pericolose.
Carlo Gambescia