mercoledì 21 agosto 2019

Un’idea  per il futuro  centrodestra
Libertà!

Dai titoli  dei giornali di destra, non sembra si sia capita la lezione.  Perché si grida al complotto e soprattutto si difende la  stupida e  disumana  politica migratoria di Salvini. 
Del resto, parliamo dell’unica politica che il Giostraio Mancato, privo totalmente di idee in tutti gli altri campi, abbia  implementato tra gli evviva dei razzisti made in Italy.  
In realtà,  Salvini si è incartato da solo e non , come si dice,  per i no di Cinque Stelle. Il leader della Lega ha meravigliosamente provato di non essere all’altezza del ruolo.  Un cosa è  rispondere in radio agli ascoltatori leghisti e liberarsi dei  dirigenti  rimbambiti  del partito, un’altra governare l’Italia.  Salvini, come uomo di stato,  ha mostrato limiti insormontabili. Può anche essere votato da tutti gli italiani, ma un somaro, anche se bardato a festa e portato in trionfo da tutti i compaesani, resta un somaro.
Conte  nel suo durissimo discorso ha semplicemente  sparato sulla croce rossa.  Per la serie il re  è nudo. Anzi,  un cretino.

E ora?   Salvo imprevisti, si andrà, Mattarella benedicente,  verso un governo M5S-Pd-Leu. Dal dibattito di ieri si è capito chiaramente. Sarà Conte a guidarlo?  Non  sappiamo,  né ci interessa.  Il vero punto è la ricomposizione dell’asse destra-sinistra. Avremo un  nuovo governo che  dovrà  dirà cose di sinistra, non genericamente populiste  e soprattutto  non di natura xenofoba.  Il che è un bel passo avanti, dal punto di vista della logica liberal-democratica.
Ovviamente, per i contribuenti si preparano tempi duri.  E qui si apre, anzi riapre la questione della destra.  
L’Italia ha necessità  di una destra diversa, non populista,  né xenofoba e  con la bava bocca.  Occorre  una destra liberale attenta alle ragioni del mercato, dello sviluppo, della tolleranza e dell’Europa.   Una destra civile  che potrebbe rinascere  - il condizionale è d’obbligo -  dalle ceneri del vecchio centrodestra che il populista  Salvini, per ora,  ha totalmente  distrutto a colpi di  propaganda razzista e di scemenze economiche.

Ieri durante il dibattito al Senato, l’unica volta che si è udita la parola liberalismo, la si è sentita uscire dalle labbra di Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia.  Le sarà scappata di bocca per sbaglio?  Non sappiamo. Però è dal  liberalismo che l’Italia dovrà  ripartire.  E soprattutto dovranno ripartire la destra e il centrodestra.  Serve  il più grande programma   di  tagli  fiscali e di  privatizzazioni,  non solo economiche,  che l’Italia abbia mai conosciuto. L’Italia  avrebbe - anche qui il condizionale è d'obbligo - le carte in regole per trasformarsi, insieme all’Europa, in un gigantesco paradiso fiscale, per attirare liberi capitali da tutto il mondo  e per accogliere chiunque, assetato di emancipazione,  bussi alla sua porta.  
Si chiama libertà, religione laica della libertà.  L’asse ideale intorno al quale dovrà   ruotare la politica di un rinato centrodestra. Tutto il resto è silenzio. E scemenze di  Salvini. Pericolose.  

Carlo Gambescia