martedì 6 agosto 2019

La Tangenziale Est (di Roma) e i suoi nemici




Sono iniziati ieri i lavori per l’abbattimento del tratto della Tangenziale Est  che passa sopra la Stazione Tiburtina. In sé, al di là delle conseguenze sulla circolazione locale, nulla toglie nulla aggiunge agli automobilisti diretti a San Giovanni, che potranno bypassare la zona dei lavori,  grazie alla galleria costruita nel  2000.   Costo: 7 milioni e seicentomila euro per 500 metri. Prezzo al metro: 15 mila e duecento euro. 

Per ora, insomma,  quel gioiello di ingegneristica,  parte di un anello interno autostradale romano  non ancora del tutto terminato,  resta in piedi.  
Il che però  la dice  lunga sulla componente antimoderna della politica italiana, anche in chiave locale.   Tav, Tap, non sono che le punte di iceberg  di un’Italia che  non ha mai accettato il lato faustiano della modernità.  Del resto l’abbattimento, tra squilli tromba, giocolieri e saltimbanchi,  di un  capolavoro architettonico come il  Ponte Morandi  non è che l’ultima prova dell’esistenza del dio collettivo del misoneismo,  del padreterno  dell’avversione per il  progresso.

Un dio che influisce anche tra gli  (apparentemente) insospettabili. 
La “Sindaca” Raggi, maestrina grillina del catechismo ecologista, ieri si è fatta ritrarre tutta contenta  con il piccone in mano …  Va però ricordato che fu il modernizzante (evidentemente a parole)  Veltroni a far approvare l’idea, seppure parziale, dell’abbattimento, della Tangenziale Est. All’epoca  promossa a gran voce da alcuni gruppi di scalmanati dei centri sociali e dai non pochi analfabeti cognitivi dei comitati di quartiere. E in nome di quale progetto alternativo? Trasformare la Tangenziale in parco pubblico.   
Di  questo  trade off  tra  rifiuto della  modernità e consenso elettorale,  i comunisti -  i nonni di  Veltroni -   ne sanno qualcosa.  Da  sempre in prima linea:  pronti  a bollare come neocapitalista, a partire dalla costruzione delle autostrade,   qualsiasi progetto di modernizzazione.  Salvo poi annuire  soddisfatti dinanzi  alle autostrade sovietiche.              
Come accennato,  l’abbattimento della Tangenziale Est, in sé,  si è ridotto a poca cosa.  Per ora.  


Carlo Gambescia