Conte alle nove e trenta al Quirinale
per l’incarico
Non dire gatto se non
ce l’ hai nel sacco
ce l’ hai nel sacco
Come
ricorda il grande Trap(attoni) non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Giuseppe Conte, ormai star di prima grandezza
o quasi (secondo i soliti retroscenisti), alle nove e trenta di oggi riceverà l’incarico
per formare un governo che andrà da Cinque Stelle a LeU e Autonomie, passando
ovviamente per il Partito Democratico.
Ce
la farà? Probabilmente sì, ma come dice il Trap, eccetera, eccetera.
Intanto, proviamo a mettere alcuni punti fermi.
Primo.
Salvini, per ora è finito nell’angolo. Ma
non si è assolutamente trasformato nel cretino politico (di cui dicono i soliti
retroscenisti). Salvini ha commesso un grave errore, quello di scatenare una crisi politica che gli si è ritorta contro, ma resta pericoloso, perché con la piazza se la cava molto meglio e di conseguenza all’opposizione farà faville. Del resto Mussolini, altro leader agitatore, nel 1919, alla prima
uscita elettorale prese poche migliaia di voti. Dopo di che, pure lui fece faville.
Secondo.
I principali problemi che il nuovo
governo giallo-rosso dovrà affrontare
sono nell’ordine: 1) il rilancio delle
politiche di mercato; 2) la cancellazione delle brutali linee guida di Salvini
nei riguardi degli immigrati; 3) il miglioramento dei rapporti con l’Europa.
Il nuovo governo sarà all’altezza?
Probabilmente sugli immigrati e sull’Europa l’obiettivo è più semplice. Invece
sull’economia Pd e M5S sembrano essere privi dei fondamentali. Inoltre
il pericolo principale resta quello di un concorrenza al rialzo. Insomma, a chi si mostri più interventista
in economia tra i due azionisti di maggioranza. Il che significa
tasse, tasse, tasse…
Terzo.
Non confideremmo troppo sulle sole capacità manovriere di Conte. Un Presidente del Consiglio che sarà pure come
scrivono i soliti retroscenisti il
nuovo Andreotti, ma che a differenza del “Divo Giulio” non ha rilevanti truppe correntizie né dossier negli armadi. Notiamo
invece che negli ultimi giorni, Conte, da dichiarazioni e pose, mostra di credere nel fenomeno della reincarnazione politica. Al suo posto non ci illuderemmo troppo. Salvini, nonostante tutto, in meno di una
settimana è passato dalle stelle alle stalle. In politica serve la massa d'urto. Figurarsi perciò che può accadere quando manca. Si pensi al destino
di Prodi, altro profeta disarmato (per non parlare di Monti). E Conte, oltre al sarto napoletano, che gli cuce i completi che piacciono tanto a Trump, non ne ha. Almeno per il momento.
Certo l’Italia (per ora) si è
liberata di Salvini, tuttavia, ammesso pure che Conte riesca a mettere il gatto PD nel sacco, la strada che il Paese ha davanti a sé è lunga e tortuosa.
Carlo Gambescia