Salvini e Gere
La classe non è tutto...
Il
botta e risposta tra Matteo Salvini e
Richard Gere non può passare inosservato, anche su queste pagine, perché
si tratta di due personaggi importanti: Salvini ora fa parte della classifica di "Time" sulle cento persone più influenti al mondo, Gere è Gere, una stella di
Hollywood.
Il
lato curioso, stando almeno alle wiki-informazioni, è che i due personaggi hanno non poche cose in comune. Anagrafe a parte, Salvini è del 1973, Gere del 1949. L'attore nel 1968 aveva diciannove anni.
Però sia Salvini che Gere, provengono da famiglie borghesi, quasi fotocopia: madri casalinghe, padri impiegati. Inoltre Salvini è nato a Milano Gere a Filadelfia, quindi hanno vissuto non in città periferiche, ma in contesti
urbani, civili e sviluppati.
Tutti e due non
hanno completato gli studi universitari. Divorziati con figli. Salvini è
cattolico dalla nascita. Gere buddista dall’età di vent’anni. Salvini a
vent’anni tentò con la televisione,
partecipando a giochi a quiz. Quindi chissà…
Gere,
per contro a trent’anni, ancora prima dell’affermazione, scoprì la causa del Tibet e più in generale
l’importanza dell’impegno umanitario su
scala mondiale. Per contro, l’umanitarismo di Salvini si ferma ai confini
nazionali
Ovviamente,
grazie ai numerosi film di successo, Gere è ricchissimo, Salvini gode invece di una agiatezza che proviene dalla sua regolare attività politica come dirigente della Lega,
parlamentare europeo e italiano.
Nel botta e risposta, Gere
ha sostenuto che Salvini appartiene alla
schiera dei politici che dividono e creano a tale scopo capri espiatori. Salvini
ha invitato l’attore americano a ospitare gli immigrati a casa sua. Gere ha
posto un problema classico di filosofia politica, rivelando cultura e sensibilità, Salvini invece non ha rinunciato alla battuta facile e
triviale, mostrandosi incolto e insensibile. Da una parte, c’è un attore
che si espone politicamente, dall’altra
un politico che si espone a una brutta
figura.
Gere
e Salvini, due borghesi di successo, però con due destini politici diversi. L' uno di sinistra, l’altro
di destra.
Ciò
significa che l’appartenenza sociale,
come invece sostengono marxisti e materialisti sociali, non determina la scelta politica. La classe
non è tutto insomma. Però magari nel senso di stile...
Carlo Gambescia