Crisi di governo
Il fallimento del populismo
La
questione è semplice: Salvini vuole le elezioni, perché sicuro o quasi di
vincere, tutti agli altri partiti, forse
a eccezione di Fratelli d’Italia (forse…), le temono. Chi ha da perdere in termini di voti nicchia,
pone condizioni o si dichiara contrario. L’uscita di Renzi sull'ipotesi di governo istituzionale (non si capisce ancora
bene con chi però: con o senza i Cinque Stelle) è una trovata per mettere con le spalle al muro Zingaretti, contrario alle elezioni e
favorevole non si capisce bene a cosa… Una titubanza che rivela la debolezza politica dell’attuale leadership del Partito
democratico. Renzi però, almeno un'idea fissa mostra di possederla: riprendesi il Pd, cosa non proprio facile. Zingaretti invece naviga a vista.
Conte
e Mattarella (sebbene il Quirinale per ora taccia) sono contrari
alle elezioni anticipate, il primo perché si è innamorato del potere e sogna un Conte bis, pur che sia. Il
secondo perché, da classico democristiano di sinistra, teme in via principale la vittoria delle destre.
Cosa
ne uscirà fuori? Al momento resta
difficile fare previsioni. Tutte le opzioni sono possibili: dalle elezioni anticipate a governi
“istituzionali” di tipo “puro”, o con slittamento a sinistra oppure a destra (con “responsabili”
in fuga da altra partiti). Anche un
governo Pd-LeU-M5S, quindi dai contorni politici precisi, con qualche tecnico imposto dal Quirinale, non si può escludere del tutto. Inoltre, Mattarella potrebbe optare per un Governo del Presidente, presentato come tecnico, magari richiamando Cottarelli, scelta che piacerebbe all’Unione Europea. Governo che però,
ammesso e non concesso che trovi i voti, avrebbe vita grama. Pero, secondo l'antica ottica democristiana, si potrebbe tirare a campare.
Ovviamente
questa confusione, si voti oppure no, andrà a influire sull’ economia e i conti pubblici. Lo
spread potrebbe salire e i mercati innervosirsi di brutto. L'unica buona notizia, se così si può definire, è quella in prospettiva, molto in prospettiva, di una ricomposizione sistemica dell'asse destra-sinistra. Detto altrimenti; ritorno all'ovile. Cinque Stelle potrebbe flettere a sinistra e accontentare non pochi suoi elettori e deputati, e la Lega far rinascere il centrodestra. Per poi fare che, per ora è un' altra storia...
Perché una cosa deve essere chiara Quale? Che il responsabile principale della crisi è il pastrocchio italiano, favorito sconsideratamente
da Mattarella, di un governo populista incapace di governare,
se non a colpi di muri razzisti e di
spesa pubblica incontrollata. Un governo che ha massacrato
tutti i fondamentali economici. Salvini
e Di Maio, che in questi giorni si
azzuffano, sapevano fin dall’inizio che sarebbe finita così. Eppure... Viva l'Italia. Anzi "Prima gli italiani". Si è visto come.
E ora? Salvini, chiede i "pieni poteri". Per fare che
cosa? Costruire un muro al Brennero? E Di Maio, da par suo, evoca i fantomatici
successi della politica economica pentastellata. Ma quali successi? Gli unici
ad aver trovato un lavoro in Italia, e per giunta a termine, sono i tremila
navigator.
L’unica cosa certa di questa crisi è che il populismo al governo non funziona. Naturalmente, della cosa, andrebbero avvisati gli italiani...
Carlo Gambescia