Perché i Cinque Stelle odiano Radio Radicale?
Ieri
alla Camera, in Commissione Bilancio e Finanze, nonostante il voto contrario dei Cinque Stelle, Radio Radicale ha ricevuto qualche bollicina di ossigeno per tirare
avanti. In realtà, il pericolo di
chiudere resta, almeno fino a quando
comanderanno (anche in condominio) i pentastellati.
Giorni
fa un amico liberale, mi diceva che dal punto di vista teorico la posizione dei
Cinque Stelle su Radio radicale è
perfettamente liberista. E che a essere in difetto sarebbero invece i radicali, liberisti
integrali, che accettano soldi pubblici.
La
questione è interessante.
Si
noti innanzitutto la terminologia:
liberismo. Sotto questo profilo se è vero che i radicali chiudono un occhio è
altrettanto vero che i pentastellati, ne chiudono due, perché se in Italia esiste un partito difensore integrale dell’interventismo, il M5S ne è il principale rappresentante. Pertanto, l’accusa di tradire o
meno il liberismo lascia il tempo
trova.
Però, per quale regione un partito statalista difenderebbe il
liberismo? Perché si può essere liberisti, anche a singhiozzo, ma non liberali.
Per metterla sul filosofico, diciamo crocianamente, il
liberalismo è un principio, il liberismo un metodo, che si può applicare in
base a contesti e situazione reali. Cavour era liberista, Giolitti meno. Ma entrambi, pur essendo politici immersi nella pratica, erano liberali a tutto tondo, perché credevano nel valore della libertà in sé, sganciata da
qualsiasi valore economico. Tutto si può
comprare, ed è giusto che sia così, non la libertà.
Ecco l’essenza del liberalismo. Mussolini invece, per fare un esempio contrario, all'inizio del suo "lungo mandato", quando ancora il Parlamento era tale, si dichiarò liberista scegliendo come Ministro delle Finanze e poi del Tesoro il liberista De Stefani. Durò poco meno di tre anni. Inutile poi ricordare come andò a finire. Con il regime intendiamo.
Cosa
significa? Che, ad esempio, chiudere una voce, che è simbolo e pratica della
libertà di pensiero e parola, dal momento che Radio Radicale da sempre ha dato la parola a tutti, significa spegnere una voce non liberista ma liberale.
E qui si viene al punto. Il Movimento Cinque Stelle, non solo è antiliberista (con qualche singhiozzo tattico alla Mussolini), ma è radicalmente antiliberale. Vuole costringere gli italiani a essere liberi secondo la sua idea di libertà, che è un’idea essenzialmente economicista e welfarista. Per farla breve: protezione totale in cambio di obbedienza totale. Un’idea politicamente totalitaria.
L’odio inestinguibile dei pentastellati verso l’idea liberale ricorda quello dei fascisti, dei nazisti e dei comunisti. La radice intellettuale è la stessa. E consiste nell’obbligo alla rinuncia, da parte del singolo, a esprimere il proprio pensiero, in cambio di una promessa di libertà superiore. Che però, nei fatti, finisce sempre per coincidere con quella dello stato: l’ unica entità ritenuta capace di decidere ciò che sia bene o male per ogni individuo.
Qui in gioco non è solo Radio Radicale, ma sono a rischio i principi stessi del liberalismo.
Carlo Gambescia