La riflessione
L’egemonia del cretino
Il
lettore non pensi a uno scherzo. Oggi
con parole semplici, forse fin troppo,
cercheremo di spiegare quel fenomeno che sembra caratterizzare non solo il nostro tempo, ma l’intera storia
umana... Quello dell’egemonia sociale del cretino (*). Il termine non è sociologico, e della cosa ci scusiamo con gli addetti al
lavori. Sì, anche questo è un segno dei tempi. Anche noi
semplifichiamo. Del resto siamo o non siamo sul web?
Il
cretino sociale
Esiste
un metodo sicuro per individuare il cretino. Quale? Di regola il cretino dice
la prima cosa che gli passa per la testa. Insomma, non riflette prima di
parlare. E poiché la maggioranza delle persone, a meno che non si tratti di
questioni di vita o di morte,
strettamente private, ripete, perché più
semplice e veloce, quel che ha sentito
in giro, il cretino e le risposte facili
sono i due veicoli che
caratterizzano i livelli più bassi e più diffusi della comunicazione.
Forse,
esagerando, si potrebbe dire che le stupidaggini sono una specie di cemento sociale. Che ovviamente, per diffondersi, in un gioco
di azione-reazione emulativa, e così tenere insieme la società, hanno necessità di
quei veicoli umani rappresentati dai cretini. Da chi ripeta a pappagallo. Senza
pensare.
Il cretino
e la democrazia
La
democrazia, fin dall’antichità, proprio per la sua necessità esistenziale di parlare a tutti per formule facili (ad esempio una testa un
voto, come se le teste fossero tutte uguali),
ha rappresentato il terreno di elezione del cretino. Il cui ruolo è diventato sempre più
importante a mano a mano che dalla democrazia classica, censitaria, si è passati
alla democrazia di massa a suffragio universale.
Per
contro, la democrazia rappresentativa ha invece costituito una moderna barriera
all’egemonia del cretino, introducendo gli strumenti della riflessione e della
decisione dopo dibattito tra uomini preparati, sicuramente istruiti
e addirittura colti.
Inoltre, a complemento e integrazione delle istituzioni parlamentari, la stampa ha rappresentato, per quanto in modo imperfetto, il filtro capace di evitare, sulla base di un’ alta professionalità. la circolazione delle idee più stupide, fissando una specie di agenda “della ragione”.
Inoltre, a complemento e integrazione delle istituzioni parlamentari, la stampa ha rappresentato, per quanto in modo imperfetto, il filtro capace di evitare, sulla base di un’ alta professionalità. la circolazione delle idee più stupide, fissando una specie di agenda “della ragione”.
L’argine
liberale
Per questi aspetti (istituzioni rappresentative e stampa di opinione), il liberalismo, da almeno un paio di secoli costituisce l' eroico tentativo, diremmo addirittura prometeico, di
erigere un argine all’egemonia del cretino.
Il
liberalismo accetta (e promuove) la modernità, ma teme la democrazia di massa,
terreno di elezione dei fascismi, del comunismi, dei populismi, degli
ecologismi, di tutti quei movimenti che fanno delle risposte facili, dunque cretine, la soluzione di ogni
problema. Il cretino-capo, rispetto ai cretini-sottomessi è un grande
semplificatore, che propone soluzioni definitive per ogni questione politica,
economica, sociale: costruiamo il socialismo, bonifichiamo il pianeta, edifichiamo l'assoluta sovranità popolare, eccetera, eccetera.
L’esatto contrario del liberalismo che invece conosce e apprezza la complessità delle cose. E dunque della riflessione per trovare il bandolo della matassa. Di conseguenza il liberalismo non crede nelle grandi soluzioni, imposte dall’alto, ma nella capacità, dal basso, di ogni società di trovarle da sole, grazie all’interazione tra individui liberi di perseguire i propri obiettivi.
L’esatto contrario del liberalismo che invece conosce e apprezza la complessità delle cose. E dunque della riflessione per trovare il bandolo della matassa. Di conseguenza il liberalismo non crede nelle grandi soluzioni, imposte dall’alto, ma nella capacità, dal basso, di ogni società di trovarle da sole, grazie all’interazione tra individui liberi di perseguire i propri obiettivi.
Il
rifiuto delle scorciatoie
Sotto
questo aspetto la società liberale ha in
sé qualcosa di eroico e tragico al tempo
stesso, perché, per un verso, si appella
all’individuo, che rischia sempre di restare vittima
della sindrome da cretineria, per l’altro, come
giusto correttivo al cretino sociale,
privilegia il discorso pubblico tra aristocrazie politiche illuminate.
Detto altrimenti: il liberalismo rinuncia
al cretinismo politico come forma di cemento sociale, rifiuta le scorciatoie della democrazia di massa,
confida nella mano invisibile degli interessi e nel correttivo delle
istituzione rappresentative.
Tutto
ciò, come evidente, pone il liberalismo in urto con una realtà sociale che tende a reggersi su risposte semplificate e il più delle
volte stupide. Il che, ripetiamo, è al contempo eroico e tragico. Anche perché talvolta il liberalismo, come idea, deve fare i conti con la triste realtà di aristocrazie pseudo-liberali, assolutamente non all’altezza della situazione.
L’egemonia
del cretino
Un’ulteriore
accelerazione ai processi di semplificazione comunicativa è stata impressa dallo sviluppo di Internet e delle reti
sociali, dove l’egemonia del cretino ha
toccato e tocca vette mai raggiunte
prima. Con le disastrose conseguenze
politiche che sono sotto gli occhi, purtroppo, solo delle persone ragionevoli. Per tutti gli altri saremmo invece dinanzi al
trionfo della democrazia. Del
cretino.
Carlo Gambescia
(*)
In chiave più letteraria e di costume rinviamo al profetico
e gustoso saggio di Fruttero e Lucentini, La
prevalenza del cretino, Mondadori
1985. Ormai un classico.