domenica 9 giugno 2019

"Minibottisti" e  "antivaccinisti"  pari sono
Le streghe son tornate…

Come per i vaccini,  anche per i minibot, siamo davanti allo stesso fenomeno di incongruità  di un  reale che si trasforma in qualcosa di congruo. E per giunta in forma ufficiale.
Parliamo di un argomento immaginario che finisce sull'agenda politica, con tanto di amplificazione  mediatica. Detto altrimenti,  non si parla più di queste cose in  ristretti circoli nevrotizzati,  privi di qualsiasi  senso della realtà politica.  Questa mattina  i minibot sono  sulle prime pagine  e al centro della discussione politica: i titoli dei giornali a grande tiratura consacrano quel che un tempo era  argomento  da  lunatic fringes,  poi recepito nei primi forum monomaniacali, infine dilagato come un'infezione sui  social  populisti.  

Per capirsi, è   come se  le   streghe   fossero entità reali  degne di essere dibattute politicamente  e oggetto di  possibili   provvedimenti politici.  Così però si  inquina  il discorso pubblico liberale, basato sulla pacatezza, sulla tolleranza  e - soprattutto -  sul senso della realtà. 
Perché  la cosa più  pericolosa, triste e ridicola  al tempo stesso, è rappresentata  da uomini di primissimo ordine   come Draghi e Tria costretti  a parlare di streghe, addirittura a difendersi.  Perché per molti italiani la loro parola ormai vale meno, molto meno di quella di un Giostraio Mancato e di un Trascorso Bibitaro al San Paolo. 
Nell’Italia populista, anni di studi, relazioni sociali, assunzioni di  grandi responsabilità, sono diventati una colpa.  Il merito viene processato. E sulle pagine di prestigiosi  quotidiani un tempo liberali.  
Ormai è tardi per cercare di individuare  cause  e  responsabilità. I duri fatti ci dicono che la  superstizione  - per chiamare le cose con il loro nome -  è al governo. Insomma, che le streghe sono tornate...
Del resto credere nei minibot è  come  credere nel potere di un filtro misterioso capace di influire magicamente sulle vicende economiche. Certo, le streghe, anche quelle pseudo-economiche, si possono sempre  processare.   Ma già la cosa  che si  sia costretti   a interrogarsi  sulla loro esistenza,  indica che si è fatto un passo indietro. Verso forme di determinismo sociale (come ora vedremo).   
Anche perché se le si  processa significa che si crede nei poteri magici delle streghe. E se i giudici  credono nelle streghe  travisano anch’essi la realtà.  Quando  alle streghe si risponde con la caccia alle streghe si  rischia di  precipitare   nella  tragedia collettiva.  Che all'inizio può apparire anche tragicomica, come si evince dallo scambio di battute sceme sui social... Si gioca, davanti alla tastiera. Ma sulla bocca di un vulcano.
Sul punto, anche per capire  quel che sta accadendo oggi, si leggano le illuminanti  pagine di Lucien Febvre su streghe e caccia alle streghe nel Cinque-Seicento, come portato di una  mentalità  collettiva condivisa, da lui vista  come credenza nel  "senso dell'impossibile" (*).  
Una specie di forza di gravità sociale - ecco il  punto che qui interessa -  contro la quale  c'era e c'è  poco da fare.  Nel bene come nel male. Si entra nell'universo  del determinismo sociale, delle mentalità o credenze.
Certo, di regola, grazie al moderno buon senso liberale, avremmo potuto  evitare questo passo indietro. Avremmo...  Ma, come dicevamo,  inutile  interrogarsi sulle cause, dal momento che il tempo sembra  ormai scaduto. 
Insomma, l’aspetto grave della questione, non è  rappresentato dalle  stupidaggini sui minibot -  come spiegavamo ieri (**) - ma dal  semplice fatto che se ne discuta pubblicamente nei termini di pro e contro…  Come se discutere di certe scemenze  fosse la cosa più naturale del mondo…  
Siamo perciò davanti a una mentalità collettiva condivisa. Un fenomeno di determinismo sociale  che ricorda, come detto, la forza di gravità.  Alla  quale diventa difficile opporsi, soprattutto una volta usciti dalle regole del discorso pubblico liberale che privilegia il senso della realtà.  Si pensi all' oblò di un  aeroplano che in viaggio,  improvvisamente,   si apra  o rompa...
Perché,  purtroppo,  la mentalità collettiva condivisa  riflette, come nel caso dei minibot,  una realtà non più tale  per chi voglia capire.  Ma non per chi vi creda. Qualcosa però  che rischia  di risucchiarci tutti  nel vuoto politico: chi vuole capire come  chi vuole credere.          

Carlo Gambescia   



(*) Lucien Febvre, Stregoneria: sciocchezza o  rivoluzione mentale?, in  Armando Saitta, a cura di,   La civiltà Moderna, Editori Laterza,  Roma-Bari, 1973, vol. II, pp. 55-65.