Cultura neofascista…
Gone with the Wind...
Se si scrive che sono ignoranti, poi si offendono. Chi si offende? I rottami della cultura neofascista. Neofascismo, per metterla sul concettuale, come il proporsi di far rivivere, attualizzandola, la cultura fascista. Però in chiave bunker: del pescare e ripescare nella polverosa e asfittica soffitta del fascismo come del prefascismo, nel senso, per quest’ultimo, della tentazione fascista, secondo la celebre definizione di Tarmo Kunnas.
Parliamo di stereotipi che vanno dalla negazione del progresso all’idea della civiltà in pericolo, dal culto dell’azione, all’antiegualitarismo, dal razzismo al nazionalismo. Solo per indicare i pericolosi mitemi principali.
I neofascisti odiano la modernità, il capitalismo e il liberalismo. E che cos’è l’ignoranza politica? La condizione determinata dalla mancata conoscenza di una moderna cultura liberal-democratica. Li si interroghi - chi scrive ne sa qualcosa - per scoprire che criticano ma di terza e quarta mano, senza aver letto un solo pensatore liberale. Ignoranza politica - attenzione - di cui i neofascisti vanno pure fieri. Quindi intenzionale. Anzi, dal loro punto di vista, si beano. Ne godono insomma. Mancò la fortuna, non l’idea… Ecco la versione neofascista in stile
Rsi. La legnata del 1945 è giudicata un incidente di percorso. “C’è un grande passato nel nostro futuro”, per dirla con il rimbambito generale del monicelliano “Vogliamo i colonnelli”.
Ad esempio, oggi Veneziani scrive l’ennesimo pistolotto su Bombacci: il comunista e leninista, che passò con Mussolini, e morì fucilato dai partigiani. Nulla di nuovo sotto il sole, l'abbinata Lenin-Mussolini, come si dice alle corse dei cavalli, risale a Sorel... Ed eventualmente, citofonare Missiroli.
Ad esempio, oggi Veneziani scrive l’ennesimo pistolotto su Bombacci: il comunista e leninista, che passò con Mussolini, e morì fucilato dai partigiani. Nulla di nuovo sotto il sole, l'abbinata Lenin-Mussolini, come si dice alle corse dei cavalli, risale a Sorel... Ed eventualmente, citofonare Missiroli.
Eppure Bombacci resta una specie di eroe per i neofascisti. Perché vi scorgono sia la bontà delle loro idee ritenute superiori a quelle comuniste (ma, in realtà, vale anche la reciproca, perché nel secondo dopoguerra, molti fascisti si iscrissero al Pci), sia l’ anticipazione, come è facile intuire, di ciò che oggi volgarmente si chiama rossobrunismo. Qualcosa che unisce neofascisti e veterocomunisti nel comune odio verso la civiltà liberale. Dio li fa poi li accoppia.
Un atteggiamento apprezzato da Veneziani. Proprio come da un Fusaro qualsiasi. Parliamo di un’ ideologia, che, all’insegna del né destra né sinistra (che risale, si badi, al pensiero controrivoluzionario), vede estrema destra ed estrema sinistra, unite contro il “liberalcapitalismo” (senza trattino). E che nella sua versione internazionale, oggi si chiama putinismo.
Del resto il despota russo è difeso a spada a tratta da un altro intellettuale dai trascorsi neofascisti: Gennaro Sangiuliano. Oggi alla guida del Tg2, in quota Salvini (quando si dice il caso…). Vedere per credere.
Rossobrunismo, culto dell’uomo forte (Sangiuliano, nel tempo libero, coccola anche Trump), e Tradizione (con l’iniziale rigorosamente maiuscola) nella versione, alquanto abborracciata, di Aleksandr Dugin. L’ ideologo di Putin (quando si dice il caso…), giunto a Roma i primi di giugno, per una rimpatriata tra amici neofascisti all’ Eur. Si dia un'occhiata al suo video : raggelante (*).
E nel nome di chi? Di Julius Evola naturalmente. E di quel Pensiero Ribelle (anche qui iniziali maiuscole) , caro tra l’altro a Giampaolo Rossi, altra scheggia intellettuale di origine neofascista, approdata al CdA della Rai. Quel Pensiero Ribelle che tra l’altro dà il titolo a un libro di Luigi Iannone, dove si riprendono tutti i vieti argomenti della tentazione fascista. Che ci sarà mai di ribelle nella pretesa di gestire la società come una caserma?
Evidentemente, gli intellettuali neofascisti nulla hanno dimenticato, nulla hanno imparato. Il fascismo è rimasto il Convitato di Pietra di generazioni (Veneziani-Bagaglino scriverebbe de-generazioni) che rimpiangono Mussolini... Se non addirittura Hitler, come Buttafuoco, cantore , nel romanzo Le uova del drago, dei biondi soldati nazisti, morti Sicilia, al posto degli italiani che invece non tirarono dritto combattendo con i tedeschi gli odiati americani, comandati dal generale Lucky Luciano.
Come riteneva giustamente Giano Accame: il neofascista, duro e puro, in modalità bava alla bocca, non vuole studiare e storicizzare il fascismo, ma solo riabilitarlo a scopi puramente politici. Non vuole capire, vuole credere. Quanto all’obbedire e combattere, come egli diceva, ironizzando, dipende...
Accame, certo, rispettava l’ idea e soprattutto i caduti per l’ idea: i fascisti ospiti invisibili alle sue esequie. Ma guardava decisamente oltre. Era un intelligente riformista di destra, un intellettuale che praticava la retorica della transigenza, dialogando con tutti. E mai in chiave rossobrunista, come ancora si vuole credere e fare credere...
Accame accettava la modernità liberale e capitalista. Con correttivi, certo. Ma sempre con ironia, e verso i papiri goliardici di tutti: dei fascisti e degli antifascisti, dei belli e dei brutti (per dirla in venezianese...).
Accame accettava la modernità liberale e capitalista. Con correttivi, certo. Ma sempre con ironia, e verso i papiri goliardici di tutti: dei fascisti e degli antifascisti, dei belli e dei brutti (per dirla in venezianese...).
Quell’ironia vera - non il semplice calembour da avanspettacolo - che mancava e manca totalmente alla destra neofascista, sempre e solo mossa, culturalmente parlando, dalla pavloviana coazione a ripetere.
Si prenda ad esempio la nuova casa editrice dal nome che riecheggia, crediamo, la piantagione “Dodici Querce” che a sua volta rimanda al celebre film (e romanzo ) Gone with the Wind (**) sulla guerra civile americana. Vista ovviamente dalla parte dei sudisti...
Comunque sia, il suo catalogo è una specie di remainder delle Edizioni Il Borghese e Volpe. Roba di cinquant’anni fa. Come da copione: nulla hanno imparato, nulla hanno dimenticato. Ignoranti, politicamente ignoranti, come prima. Anzi più di prima.
Si prenda ad esempio la nuova casa editrice dal nome che riecheggia, crediamo, la piantagione “Dodici Querce” che a sua volta rimanda al celebre film (e romanzo ) Gone with the Wind (**) sulla guerra civile americana. Vista ovviamente dalla parte dei sudisti...
Comunque sia, il suo catalogo è una specie di remainder delle Edizioni Il Borghese e Volpe. Roba di cinquant’anni fa. Come da copione: nulla hanno imparato, nulla hanno dimenticato. Ignoranti, politicamente ignoranti, come prima. Anzi più di prima.
E visto che siamo in argomento, per parafrasare Rossella O'Hara, nel domani i neofascisti non scorgono un altro giorno, ma solo un altro ieri, se non addirittura l'avantieri...
Carlo Gambescia
(**) Fonte dell'ultima foto (a destra): http://www.cornel1801.com/1/g/GONE_WITH_THE_WIND/2_online_pictures_quotes.html .