Riflessioni
Carlo
Pompei e il “razzismo difensivo”
Carlo
Pompei, pone sempre la domanda giusta. E soprattutto sollecita problemi. Vengo
al punto.
Nella
sua analisi (1) molto interessante dell’indagine condotta dall’Istituto
Cattaneo (2) sui fattori distorsivi nella percezione del numero degli immigrati in Italia, egli si
chiede, andando oltre, perché gli
italiani, per così dire, vedano doppio se
non addirittura triplo.
Pompei
non si accontenta delle spiegazioni del Cattaneo ( semplificando: basso
reddito, scarse qualifiche, pochi studi), ma vuole approfondire, ponendo una
distinzione interessante, tra "razzismo ideologico" e "razzismo difensivo".
Il
razzista ideologico, se ho capito bene, sarebbe irrecuperabile, quello
difensivo, sì. Sintetizzando, la tesi di
Carlo Pompei è la seguente: gli italiani, vedrebbero triplo,
perché si sentono “invasi” (per inciso termine pericoloso che risente
del Politicamente Corretto di Destra, come quello di “migranti” rinvia al
Politicamente Corretto di Sinistra), di qui, la reazione dello scorgere
intorno a sé più immigrati di quanti, in realtà ce ne siano. Non
incultura, non basso reddito, non zero qualifiche, ma una condizione
psicologica di accerchiamento, dettata
dall’emotività. Quali rimedi? Secondo Carlo Pompei, un
buon controllo dei flussi ridurrebbe il tasso di emotività e di riflesso i livelli collettivi di razzismo
difensivo.
Perfetto. Ma
è proprio quel che si evince, indirettamente, dall’indagine dell’Istituto
Cattaneo. L’individuo emotivo, ci dicono
gli psicologi, è un individuo primitivo,
che come un selvaggio, sente, ancora
prima di capire. E lì si ferma. Non si integra, socialmente parlando. Il linguaggio delle emozioni è pre-sociale: non
nel senso che non influisce sul sociale,
ma in altro senso: che resta impermeabile ai vincoli e alle regole sociali.
Pertanto,
quando il report del Cattaneo ci di dice, su salde basi scientifiche, insomma, non accusa nessuno, ma sta solo a guardia dei fatti: "attenzione, gli individui poco o
nulla integrati (per reddito,
qualifiche, eccetera, eccetera) hanno una percezione distorta della 'realtà immigrazione' ", si riferisce, anche al razzismo difensivo, da uomini primitivi, al quale giustamente accenna Carlo Pompei.
Può
bastare il controllo dei flussi per integrare chi non sia integrato? Da solo no. Allora che cosa serve? Ciò che è implicito, ma di
rimbalzo, perché di studio scientifico si tratta, nell’ indagine del Cattaneo: fede nella civiltà liberale.
Cosa voglio
dire? Premetto che quanto sto per scrivere ha per trascinamento una valenza
politica, quindi è parte di un “credo”, il mio, che però ha salde basi oggettive, come prova
lo studio del Cattaneo.
Per usare un tono più personale, carissimo Carlo, il punto è che votando per gente come Salvini e Di Maio, si rifiuta quella civiltà liberale, una specie
di miracolo storico, che ha ingentilito e potrebbe continuare a ingentilire i costumi, quindi facilitare istruzione e informazione, favorire
lo sviluppo e la tolleranza, fino a modificare nel tempo, in chiave di giusta
percezione, i dati del Cattaneo. Per farla breve: si sega il ramo dell' albero sul quale si è comodamente seduti.
Insomma, Salvini e Di Maio, come altri pericolosi protagonisti nella storia del Novecento, respingendo il liberalismo (che è altra cosa dalla democrazia tout court) rifiutano la medicina culturale, sociale e politica che potrebbe
guarire o quantomeno lenire - certo in tempi storici, l’esperimento
liberale non ha neppure tre secoli - il primitivismo. Se vuoi, Carlo, curare il “razzismo
difensivo”.
Pertanto
rifiutare - non parlo di te,
ovviamente finissimo analista - le
conclusioni del Cattaneo, significa, per effetto di ricaduta, aprire le porte ai razzisti, favorire la
politica della paura, far crescere all’infinito, semplificando, i livelli
distorsivi non solo verso gli immigrati ma in direzione degli stessi alleati europei.
Mi si può dire
che, allo stato attuale, non c’è forza
politica in grado di rivendicare
decisamente i valori liberali.
Giustissimo. Il che però rischia
di costare molto caro. Però io, anzi noi due, caro Carlo, in quanto uomini di cultura, certe cose le dobbiamo comunque dire. Con fermezza. Costi quel che costi.
Carlo Gambescia
(1) Qui il post
di Carlo Pompei: https://carlopompei.blogspot.com/2018/08/riflessione-sullanalisi-dellistituto.html
(2) Qui il testo originale: http://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2018/08/Analisi-Istituto-Cattaneo-Immigrazione-realt%C3%A0-e-percezione-27-agosto-2018-1.pdf . Qui invece il mio commento: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2018/08/unindagine-dellistituto-cattaneo.html
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