Ci risiamo…
Salvini: “Dell’Europa, me ne frego”
Che cosa ha risposto ieri Salvini al Presidente Mattarella? Democristiano, che probabilmente, come i suoi nonni, i popolari sturziani, non ha ancora realizzato, come nel 1922, di
avere davanti a sé due partiti
eversivi, Lega e Cinque Stelle, pronti a
fare strame della Costituzione...
“La Carta non impedisce un
cambio di rotta. Mattarella
stia tranquillo. Dell'Europa me ne frego”.
(http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/09/29/mattarella-ora-scelte-importanti-carta-detta-regole_0c7a67d6-a1bd-4f81-9342-779cafb746a4.html
)
Probabilmente, è la prima volta dal 1946-1948, che un Presidente del
Consiglio, vice o meno, usa apertamente una espressione dannunziana e fascista, addirittura interloquendo con il Presidente della Repubblica. Di Maio, ovviamente gioca al poliziotto buono. Ma le finalità sono le stesse. Il disegno strategico è chiaro: comprare
prima il consenso della gente con le parole forti e le elargizioni demagogiche come il reddito
di cittadinanza, per andare dopo allo scontro con l’Ue e far uscire l’Italia
dall’Euro e dall’Europa, per poi instaurare una dittatura sociale, dove sarà lo stato autoritario a decidere
quale lavoro scegliere, quando fare bancomat, quali giornali leggere, quando e se usare i social, cosa dire, cosa pensare,
eccetera, eccetera.
Non mi stancherò di ripeterlo, almeno fino quando non mi chiuderanno la bocca: l’Italia è a rischio. Un fatto che non ha precedenti nella storia della Repubblica. La differenza con il passato - certo, qualche volta tempestoso, nessuno lo nega - è rappresentata dal crescente consenso sociale intorno al governo giallo-verde.
Consenso che genera ipocrisia e viceversa: al consenso, per quando ingenuo, "sincero", si somma quello degli ipocriti, e uno rafforza l'altro, seguendo un processo a spirale. Ci spieghiamo meglio.
Per il sociologo, l’ipocrisia di confindustria, dei principali quotidiani, della pubblica opinione, ma anche di tanti cittadini moderati, insomma quel chiudere gli occhi davanti alla realtà, è grave indizio, come per ogni forma di ipocrisia collettiva, della potenza della fede populista, poiché si finge solo ciò che è accettato da molti. Per controprova, agli oppositori, non rimane più, per così dire, alcun ipocrita. Infatti, come osserva Pareto in Trasformazione della democrazia, “ già da molto tempo si è osservato che le eresie appaiono quando una religione prospera ed è fiorente di vita, scompaiono quando decade ed è morente”.
Per il sociologo, l’ipocrisia di confindustria, dei principali quotidiani, della pubblica opinione, ma anche di tanti cittadini moderati, insomma quel chiudere gli occhi davanti alla realtà, è grave indizio, come per ogni forma di ipocrisia collettiva, della potenza della fede populista, poiché si finge solo ciò che è accettato da molti. Per controprova, agli oppositori, non rimane più, per così dire, alcun ipocrita. Infatti, come osserva Pareto in Trasformazione della democrazia, “ già da molto tempo si è osservato che le eresie appaiono quando una religione prospera ed è fiorente di vita, scompaiono quando decade ed è morente”.
Mattarella rischia perciò di essere considerato l’
inascoltato eretico di una religione morente. La marea populista sembra inarrestabile.
Per
ora, certo. Al riguardo, un amico, al telefono, ieri, mi diceva: “Siamo in
Italia, passerà anche questa”. “Sì”, gli ho replicato, “anche il fascismo è passato, ma a che prezzo?”. Non mi ha
risposto.
Carlo Gambescia