Il “megastipendio” di Casalino
La malattia italiana…
La malattia italiana…
Per usare una metafora organicista, il corpo dell’Italia è malato.
A cominciare dalla mente: dalla pubblica opinione, il cervello di un
paese liberale.
Per farla breve: la politica ridotta al taglio degli stipendi, al
giochino antistorico, antimoderno, antimeritocratico del pauperismo politico e
sociale. A quale fine? Sopire invidia e risentimenti collettivi,
dopo averli artatamente stuzzicati. Si
potrebbe parlare, se le nostre non fossero società completamente
secolarizzate, di
momento savonaroliano della politica. Perché, si ritiene, alla stregua del frate domenicano, che povertà sia sinonimo di onestà.
A Firenze la dittatura di Savonarola,
l’idolo dei “piagnoni”, durò poco, ci fu una ribellione e lo tolsero di
mezzo. Machiavelli, con parole degne di Tacito, evocò l’inevitabile sconfitta
dei “profeti disarmati”, rivendicando il “momento della
forza” in politica.
Di conseguenza, credere che si
possano combattere i piagnoni, per giunta ben armati, piangendo più forte di
loro ( tradotto: con il pauperismo al quadrato, la gara a chi guadagni di
meno), rischia solo di favorirne rafforzamento. E poi, perché gli
italiani, sempre pronti a piangersi addosso, dovrebbero preferire ai Savonarola originali, in giallo-verde, le
sbiadite copie di sinistra e destra ?
E, anche ammesso ( e non concesso) che i
piagnoni di sinistra e destra, riuscissero, grazie a campagne di stampa
mirate, a far cadere il governo savonaroliano, sulla questione del
pauperismo retributivo, una volta insediati i vincitori, a prescindere
dall’appartenenza (Forza Italia, Partito Democratico, Liberi Uguali, i profughi della Lega o addirittura di Cinque Stelle), dovrebbero continuare la stessa politica, per non essere a loro volta attaccati
sull'altezza degli stipendi. E così via, lungo una pericolosa deriva antipolitica,
antimoderna, antistorica, antimeritocratica.
Come si può capire, con una pubblica
opinione, nelle mani del populismo pauperista, da destra a sinistra, per ora,
non c’è alcun futuro.
Non resta perciò che attendere il blocco
dei conti correnti e la chiusura dei bancomat… Forse allora gli italiani
capiranno. E, come noto, chi di Savonarola ferisce, di Savonarola perisce.
Carlo Gambescia
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