Liberali e riformisti divisi davanti al
governo giallo-verde
Se anche Ernesto Galli della Loggia
e Giovanni Orsina passano al nemico….
Parliamo
di pazienza. Non sappiamo quanto gli amici
lettori riescano a seguire certe polemiche, che in sé non dicono molto, ma servono per capire le linee di frattura tra i liberali italiani.
Di preciso, di che cosa parliamo? Ad esempio, del botta risposta con l’amico Teodoro
Klitsche de la Grange ,
che ha visto emergere una profonda divisione
sulla necessità di appoggiare o meno un pericoloso governo di energumeni e ignoranti presuntuosi. De la Grange è
per un ni, che tende, crediamo, a sfumare in sì. Invece, chi scrive è per il no (*). Scelta più volte esplicitata e rappresentata su questo
blog.
Proprio
oggi Giuliano Ferrara, discute le tesi di intellettuali liberali come Giovanni
Orsina e Galli della Loggia, che però a differenza del fondatore del “Foglio”, credono,
sintetizzando, di poter civilizzate i
barbari. In fondo, si tratta della stessa tesi sostenuta anche da altri due intellettuali: Alessandro Campi, post-fascista pentito e
girovago, ma in cattedra. E Marcello
Veneziani, fascista mai pentito, cultore del calembour e spiritosaggini varie in stile Bagaglino. Senza cattedra.
Pertanto,
Campi e Veneziani, per ragioni di
Dna, non fanno testo, ma Orsina e Galli
della Loggia, tra l'altro autori di libri molto interessanti, sì.
La
prima domanda da porsi è cosa vi sia in
comune, intellettualmente, tra due
professori e due gruppi politici composti di
analfabeti funzionali. Nulla. La
distanza non può che essere incolmabile.
Ma,
come spesso, si sottolinea, la politica è
“sangue e merda”, quindi la cultura resta
questione secondaria. Sicché
inutile chiedere la conoscenza delle tabelline e della grammatica a chi
vinca le elezioni. Perfetto.
A dire il vero, Orsina e Galli della Loggia, non ne fanno una questione di cultura, ma
più semplicemente di realismo politico. Il ragionamento è il seguente: se questa è la realtà politica,
inutile fuggirla, bisogna mettere i barbari alla prova, tentare di
addomesticarli, per tirarne fuori il
meglio.
Il
ragionamento, dispiace dirlo, è totalmente sbagliato. Per
quale motivo? Perché non tiene conto
del fatto che i Salvini, i Di Maio eccetera hanno
vinto puntando proprio sulla
“diversità da tutti gli altri”. Proprio sul loro "essere barbari". E sanno benissimo che quanto più vengono a
patti con “il sistema” tanto più rischiano di perdere consensi. Pertanto, se tatticamente, possono fare qualche
concessione, dal punto di vista
strategico puntano a qualificarsi come duri e puri. Ripetiamo,
la diversità è la loro forza, ne sono consapevoli, e difficilmente
cederanno sulle misure che fanno la differenza.
E
non è detto, altra questione importante, che l’incivilimento, suggerito da
Orsina e Galli della Loggia, che in
pratica non è altro che il tentativo di dividere, all’interno della maggioranza
giallo-verde, i moderati (pochi) dagli
estremisti (tanti), se portato a
effetto, possa favorire una
ricomposizione liberale e riformista del quadro politico. Perché i fuoriusciti,
sarebbero comunque portatori sani del virus nazionalista, razzista, protezionista e
statalista: idee diluite, quanto si voglia, magari all'interno di nuovi raggruppamenti politici, ma sempre (come dire?) frutto avvelenato di uno stramaledetto albero: quello della guerra civile
europea.
Ciò
che non capiscono, o fingono di non capire, Galli della Loggia e Orsina, è che fra la tradizione liberale e
riformista che ha fatto grande l’Europa - e l'Italia - negli ultimi settant’anni, e i populisti, che vogliono raderla al suolo, c’è una differenza di specie, non di grado. Come con i fascisti, nazisti e comunisti.
Il
populismo, non è altro che una prosecuzione ( o ritorno, se si vuole) del
totalitarismo con altri mezzi (per ora). Altro
che trattare… Bisogna opporsi, con tutte
le forze Che non sono molte. Verissimo. Però le
cose nobili e difficili, vanno affrontate proprio perché nobili e difficili.
Carlo Gambescia
(*) Qui il botta e riposta con Teodoro Klitsche de la Grange: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2018/09/la-crisi-della-sinistra-botta-e.html ;
http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2018/09/la-replica-di-teodoro-klitsche-de-la.html
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