domenica 17 febbraio 2019

Le  offese antisemite dei gilet gialli  a Finkielkraut

 Basta il cognome e scatta  la violenza…

 

 

L’aggressione, per ora verbale,  subita ieri  a  Parigi da  Alain Finkielkraut, intellettuale francese,  da parte dei  gilet gialli deve far riflettere (*) .

Finkielkraut, politicamente parlando, è un intellettuale di destra, destra democratica e liberale,  avversario  implacabile  di quella che in  Italia si definisce sinistra al caviale. Ma a quanto pare, malvisto anche dalla destra populista. Per quale ragione?  Perché è un ebreo.

L’ebraicità come discriminante politica riconduce direttamente alle mai sopite grandi correnti dell’antisemitismo europeo.  Che cosa vogliamo dire?   Ad esempio Finkielkraut,  non  si era  mostrato contrario al movimento dei gilet gialli. Eppure -  ecco il punto -   l'  ebraicità,   per i dimostranti, consustanziale al suo cognome di figlio di ebrei polacchi,  lo squalifica e discrimina.  Sicché al  filosofo e accademico viene vietato di parlare e  farsi vedere in pubblico.  “Vattene  a Tel Aviv sporco sionista”  gli hanno  gridano con ferocia,  energumeni che non hanno mai aperto un  suo libro o letto un suo articolo. Ma che al  massimo  lo hanno  intravisto  in televisione, e ne ricordano il cognome. Quel cognome...



L'uso del termine "sionista" è un semplice ammodernamento tattico-linguistico di un male antico, di natura strategica. Quasi un gioco di parole: si è sionisti perché si è ebrei, ed ebrei perché sionisti. Siamo dinanzi a un purissimo esempio di antisemitismo. Non si guardi al nome della cosa (ebreo o sionista) ma alla logica sociale che vi è dietro: non conta ciò che si dice (cose a favore dei gilet gialli) e neppure ciò che si è (un intellettuale, un professore, eccetera), conta solo il cognome: Finkielkraut.

Ecco, come la pensa  la  gente  omaggiata da Di Maio e Di Battista.

Cognome. Il lettore potrebbe giudicare  eccessivo quanto andiamo scrivendo.  Non è così. 

Si prenda  l’edizione italiana de I  ‘protocolli’ dei ‘Savi anziani” di Sion, prefata da Julius Evola, filosofo brillante ma anche  truce  teorico del razzismo italiano, pubblicata in 5° edizione  nel 1938, l’ anno disgraziatissimo delle leggi razziali, per i tipi de La Vita Italiana di Giovanni Preziosi,  attivissimo editore e giornalista  antisemita. In  appendice (pp. 245-254),  c’è un elenco di cognomi ebraici: si va da Anticoli a Zamorani.   Per favorire sospetti e  denunce. Scelta a dir poco ignobile, ma che la dice lunga sulla ingiusta e terribile forza evocativa  di un  cognome ebraico. Dunque sulla (perversa) logica sociale che anima l'antisemitismo...  Altro che antisionismo. Si tratta della  stessa logica che ieri ha condotto al tentativo di aggressione nei riguardi di  Finkielkraut.

Poiché la copia de I 'protocolli" in mio possesso è di seconda mano, alcuni cognomi sono sottolineati a matita.  Quando l’ho scoperto mi sono venute le lacrime agli occhi.

La bestia immonda dell’antisemitismo  va fermata.  A ogni costo.

 

Carlo Gambescia  

           

(*)  Qui la notizia: 

http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2019/02/16/01016-20190216ARTFIG00186-emmanuel-macron-denonce-les-injures-antisemites-a-l-encontre-d-alain-finkielkraut.php  (francese); http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2019/02/16/-gilet-gialli-scontri-a-parigi-evacuata-invalides_66eab50c-3c4c-4006-8e10-c1197b7dba40.html  (italiano).