Le offese antisemite dei gilet gialli a Finkielkraut
Basta il cognome e scatta la
violenza…
L’aggressione,
per ora verbale, subita
ieri a Parigi da Alain Finkielkraut,
intellettuale francese, da
parte dei gilet gialli deve
far riflettere (*) .
Finkielkraut,
politicamente parlando, è un intellettuale di destra, destra democratica e
liberale, avversario implacabile di quella che in
Italia si definisce sinistra al caviale. Ma a quanto pare, malvisto anche dalla
destra populista. Per quale ragione? Perché è un ebreo.
L’ebraicità
come discriminante politica riconduce direttamente alle mai sopite grandi
correnti dell’antisemitismo europeo. Che cosa vogliamo dire?
Ad esempio Finkielkraut, non si era mostrato
contrario al movimento dei gilet gialli. Eppure - ecco il punto -
l' ebraicità, per i dimostranti, consustanziale al suo
cognome di figlio di ebrei polacchi, lo squalifica e discrimina.
Sicché al filosofo e accademico viene vietato di parlare e farsi vedere in pubblico. “Vattene a Tel Aviv sporco
sionista” gli hanno gridano con ferocia, energumeni che non
hanno mai aperto un suo libro o letto un suo articolo. Ma che al
massimo lo hanno intravisto in televisione, e ne
ricordano il cognome. Quel cognome...
L'uso del
termine "sionista" è un semplice ammodernamento tattico-linguistico
di un male antico, di natura strategica. Quasi un gioco di parole: si è
sionisti perché si è ebrei, ed ebrei perché sionisti. Siamo dinanzi a un purissimo
esempio di antisemitismo. Non si guardi al nome
della cosa (ebreo o sionista)
ma alla logica sociale che vi è dietro: non conta ciò che
si dice (cose a favore dei gilet gialli) e neppure ciò che si è (un
intellettuale, un professore, eccetera), conta solo il cognome: Finkielkraut.
Ecco, come
la pensa la gente omaggiata da Di Maio e Di Battista.
Cognome.
Il lettore potrebbe giudicare eccessivo
quanto andiamo scrivendo. Non
è così.
Si prenda l’edizione italiana de I ‘protocolli’
dei ‘Savi anziani” di Sion, prefata
da Julius Evola, filosofo brillante ma anche truce teorico del razzismo italiano,
pubblicata in 5° edizione nel
1938, l’ anno disgraziatissimo delle leggi razziali, per i tipi de La
Vita Italiana di Giovanni Preziosi, attivissimo editore e
giornalista antisemita. In appendice (pp. 245-254), c’è un elenco di cognomi
ebraici: si va da Anticoli a Zamorani. Per
favorire sospetti e denunce.
Scelta a dir poco ignobile, ma che la dice lunga sulla ingiusta e terribile forza
evocativa di un cognome ebraico. Dunque sulla (perversa) logica
sociale che anima l'antisemitismo... Altro che antisionismo. Si tratta
della stessa logica che ieri ha condotto al tentativo di aggressione nei
riguardi di Finkielkraut.
Poiché la
copia de I 'protocolli" in mio possesso è di seconda mano,
alcuni cognomi sono sottolineati a matita. Quando l’ho scoperto mi sono
venute le lacrime agli occhi.
La bestia
immonda dell’antisemitismo va
fermata. A ogni costo.
Carlo
Gambescia
(*)
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