Fitch grazia l’Italia
Se anche i mercati si illudono sul populismo….
Qual è il succo politico della decisione di Fitch di non affossare definitivamente i
titoli italiani, declassandoci? Che il mercato si accontenta di una riedizione del Centrodestra, con
Salvini al posto di Berlusconi. Il male
minore, si crede.
E il succo economico? Che i mercati temono il pericolo di contagio, provocato dalla vendita a catena dei titoli italiani ridotti a
spazzatura. Un terremoto nel portafoglio titoli delle banche e società di
investimento di mezzo mondo, in particolare per le specializzate in titoli ad alto rischio.
Diciamo che, per ora, il mercato
ha salvato i nemici del mercato.
È l’atteggiamento giusto? Dal
punto di vista economico, sì, almeno in
parte. Perché, Fitch, come altre società di rating, in questo modo cerca di scongiurare l’avvitamento della crisi italiana. Crisi che però persiste. Dunque si temporeggia. Ma fino
a quando? Si rinvia il “botto” dell’Italia in
attesa della normalizzazione politica. Si spera nel ravvedimento di Salvini. Il Movimento
Cinque Stelle viene
invece giudicato irrecuperabile.
Scelta che indica che i mercati sarebbero disposti a tollerare anche
il razzismo e il criptofascismo di Salvini, il Giostraio Mancato, pur di
evitare che il crollo dei titoli italiani provochi un terremoto finanziario. Il che però, sul piano politico, qualora
Salvini, dovesse fare marcia indietro verso il centrodestra, rischia di avvicinare, inevitabilmente, la sinistra, quella più radicale, ma
probabilmente anche il Partito Democratico, al Movimento Cinque Stelle.
Pertanto, come si può capire, la scissione politica dell’atomo
populista, potrebbe provocare una specie
di esplosione atomica, e rafforzare, in termini di un fallout politicamente
radioattivo, il campo populista, a
destra come a sinistra. Perché, non è
assolutamente scontato che Salvini, una volta impadronitosi del centrodestra, possa
trasformarsi, come d’incanto, da
razzista in felpa, in liberale,
giacca e cravatta. E, comunque sia, il “tradimento”
del Giostraio Mancato, anche se solo apparente, di rimbalzo, rischia di causare un’ondata di isterismo
a sinistra, alla quale potrebbe affiancarsi, se non addirittura mescolarsi l’onda lunga del nevrotico moralismo pentastellato. Uno tusnami populista, da sinistra a destra.
Di solito, si accusano i "capitalisti", di chissà quali misteriose malefatte e trame belliciste ai danni dei popoli. In
realtà, come la documentazione storica obiettiva prova, sia nella Prima Guerra
Mondiale, sia nella Seconda, borse e
imprese manifestarono una ingenuità ai limiti dell'incredibile.
Nel 1914, subirono passivamente le scelte dei vertici militari dominati dagli ultimi aristocratici, come mostrò la terribile logica a spirale della mobilitazione delle truppe.
Nel 1939, almeno fino al patto Molotov-Ribbentrop, il capitalismo si illuse sulla volontà di pace di Hitler. Molto apprezzato per il suo anticomunismo, e giudicato come il buon leader di una specie di centrodestra tedesco, capace di andare incontro ai lavoratori, senza per questo danneggiare le imprese. Un benefattore dell'umanità. In fondo, il riarmo, si diceva in Germania - ma lo si credeva anche all'estero - era un business come un altro. Del resto - altra pia illusione - si riteneva che chiunque auspicasse il pieno impiego dei lavoratori e la pace sociale, anche uno come Hitler, non poteva volere la guerra.
Insomma, i mercati, di politica non capiscono nulla, e se proprio devono, tendono a illudersi. Sono pacifisti per natura, o quanto meno tendono a patteggiare, proiettando sull'interlocutore la stessa luce delle proprie buone intenzioni: "Mica sarà tanto pazzo da tagliare il ramo sul quale siamo tutti seduti". Ecco il ragionamento tipico che innerva i mercati.
Concludendo, le società di rating, contrariamente a quel che si pensa, potrebbero non salvarci dalla canea populista... Perché i mercati spesso votano male, come tutti gli altri.
Nel 1939, almeno fino al patto Molotov-Ribbentrop, il capitalismo si illuse sulla volontà di pace di Hitler. Molto apprezzato per il suo anticomunismo, e giudicato come il buon leader di una specie di centrodestra tedesco, capace di andare incontro ai lavoratori, senza per questo danneggiare le imprese. Un benefattore dell'umanità. In fondo, il riarmo, si diceva in Germania - ma lo si credeva anche all'estero - era un business come un altro. Del resto - altra pia illusione - si riteneva che chiunque auspicasse il pieno impiego dei lavoratori e la pace sociale, anche uno come Hitler, non poteva volere la guerra.
Insomma, i mercati, di politica non capiscono nulla, e se proprio devono, tendono a illudersi. Sono pacifisti per natura, o quanto meno tendono a patteggiare, proiettando sull'interlocutore la stessa luce delle proprie buone intenzioni: "Mica sarà tanto pazzo da tagliare il ramo sul quale siamo tutti seduti". Ecco il ragionamento tipico che innerva i mercati.
Concludendo, le società di rating, contrariamente a quel che si pensa, potrebbero non salvarci dalla canea populista... Perché i mercati spesso votano male, come tutti gli altri.
Carlo Gambescia
(*) Per un minimo di copertura giornalistica della
notizia si veda qui: https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/02/22/fitch-conferma-rating-bbb-outlook-negativo_1XnnbeVKwpbP6zqv8BLMFO.html - https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-02-22/ecco-perche-la-grazia-fitch-e-buona-notizia-l-italia-200557.shtml?uuid=AB497OXB