A proposito di San Valentino
La forma dell’acqua
Innanzitutto, auguri a tutti gli innamorati. Se gli amici lettori perdonano il consiglio, suggerisco come dono intelligente, e probabilmente gradito, il famoso libro di Francesco Alberoni, Innamoramento e amore. Dove si spiega la differenza e contraddizione (non sociale ma individuale), tra amore e matrimonio: tra
innamoramento, come fenomeno
circoscritto nel tempo (anche se privo di scadenza precisa), e matrimonio, come
istituzione, che regola giuridicamente i risvolti sociali dell’innamoramento (e che quindi va oltre, socialmente parlando, il termine delle vite individuali). Gli individui passano, le forme istituzionali
restano. Di qui discendono i contrasti - che quindi non riguardano solo i
sentimenti amorosi - tra individuo e società, tra ciò che fugace e ciò che è stabile.
Francesco
Alberoni prima di scrivere Innamoramento e
amore, lavorò duramente per lunghi anni, producendo libri e saggi ancora oggi
utilissimi, sul rapporto tra movimento e istituzione. Detto altrimenti: tra i fenomeni sociali, l’acqua che fluisce liberamente e ininterrottamente, e le istituzioni sociali, come tentativo di dare
forma istituzionale all’acqua (per rubare il titolo al Montalbano di Camilleri). Una forma sociale, che di volta in volta, non può che essere quella dei suoi
contenitori. Dunque, una forma sempre diversa e temporanea. E in fondo fragile, come un bel calice di cristallo.
Per
inciso, il rapporto tra movimento e
istituzione è una precisa regolarità
metapolitica, che rimanda al rapporto tra potere costituente e potere
costituito. Di regola, il primo si trasforma nel secondo e così via, seguendo
modalità talvolta, per così dire assai brusche e imprevedibili.
Dal
punto di vista, della teoria dell’amore come forma dell’acqua che cosa rappresenta San Valentino? Un tentativo di dare forma alla liquidità
dell' amore, che è lì da sempre (con buona di pace di Bauman), come attesta il folclore popolare di tutti i tempi e di tutti i paesi. E in che modo? Attraverso la fondazione-rifondazione di una micro-istituzione, ovviamente secondo una ritualità moderna: un invito a cena, una smart box, un bouquet di fiori, eccetera, eccetera. Il punto è che bisogna crederci in due. E
non sempre è così… Dai fiori al matrimonio, dal micro al macro. Semplificando, la sclerosi sociale è sempre in agguato: le istituzioni, per vivere, hanno bisogno di credenze, le
credenze rinviano agli esseri umani, e se gli essere umani non credono, non c’è
più istituzione che tenga… Ripetiamo, dai fiori al matrimonio.
Un
altro grande sociologo, Pitirim A. Sorokin (un russo naturalizzato americano) si
propose addirittura di studiare l’amore
come forma di trasformazione sociale, per finirla con le guerre, di ogni
genere, persino all’interno delle famiglie.
Si veda, tra l’altro tradotto in italiano, The Ways and Power of Love.
Types, Factors, and Techniques of Moral Transformation. Un grosso manuale alla cui base però, resta un errore di fondo: quello di non distinguere, tra innamoramento e amore. Tra l’acqua e la sua
forma. Sorokin, si illuse di poter svuotare con la mano l’acqua del mare e di
travasarla, nella sua interezza, in calici, otri e giare di natura sociale.
Detto
altrimenti, il nesso tra innamoramento e amore, come quello tra movimento
e istituzione, risente della ciclicità dei fenomeni sociali, ciclicità che rinvia a una fila di curve a campana, di tipo
collettivo e individuale, dunque con tempi di durata differenti. Che possono intersecarsi, oppure no.
Sicché, di base, la discrasia tra vite individuali (più brevi) e vita delle istituzioni sociale (più lunga), consente che un innamoramento, trasformatosi in amore, possa durare addirittura tutta la vita, ma anche pochi anni, mesi, giorni: l’acqua dell’innamoramento, per alcuni individui fortunati, può assumere la forma di un matrimonio o relazione lunga e felice, addirittura "eterna" nel senso della durata di una vita individuale. Per altri no.
Sicché, di base, la discrasia tra vite individuali (più brevi) e vita delle istituzioni sociale (più lunga), consente che un innamoramento, trasformatosi in amore, possa durare addirittura tutta la vita, ma anche pochi anni, mesi, giorni: l’acqua dell’innamoramento, per alcuni individui fortunati, può assumere la forma di un matrimonio o relazione lunga e felice, addirittura "eterna" nel senso della durata di una vita individuale. Per altri no.
Come riteneva Machiavelli, la fortuna governa per un cinquanta per cento le
vicende umane. Per l’altra metà sta a noi darci da fare. Certo, si deve incontrare la persona giusta. E qui si tratta di fortuna. Ma anche riconoscerla e impegnarsi. Insomma, la fortuna da sola non basta. Talvolta l'amore passa, per un attimo ci stringe la mano, sfiora la nostra fronte con un bacio. Sta a noi intuire. E ricambiare. Magari per
sempre. Le vie del sociale sono infinite.
Di
nuovo buon San Valentino a tutti.
Carlo Gambescia