Ancora su Fusaro
Un Renzi anticapitalista
Ieri
sera, un caro amico, buon conoscitore di Preve, dopo aver letto il post su Diego Fusaro, mi ha telefonato, consigliandomi di lasciar perdere. Al mio perché, ha
risposto: “Si sgonfia da solo”. Aggiungendo: “Se si è sgonfiato Cacciari, che a
trent’anni era un filosofo vero, figurarsi
un Renzi anticapitalista, macchietta filosofica, affamato di potere (accademico) e successo (mediatico). Tempo qualche
anno, tornerà all’ovile, perché gli conviene: certo, con
cattedra e comparsate radiotelevisive, magari per parlare di teologia e incidenti del
sabato sera. Un caso da manuale, perdi
il tuo tempo, lascia stare. Se Renzi è il nulla politico, Fusaro è il nulla filosofico. Sono entrambi triste segno dei tempi: un vuoto che parla ad altri vuoti.... Quarant'anni fa non era così”.
La telefonata mi ha lasciato senza parole. A dire il vero, in quel
che ho letto di Diego-Matteo, non ho mai trovato nulla di interessante: solo anticapitalismo, una specie di fermento lattico presente in quantità industriali in tutta sua produzione. Detto
altrimenti: un’idea fissa, quindi patogena come ogni monomania, capace di appropriarsi e storpiare qualsiasi forma di pensiero. Si
pensi solo al suo trattamento di Gentile
(da Preve giudicato filosofo se non pericoloso molto ambiguo), squisitamente
teoretico, mai storico, salvo poi usare,
regolarmente, le armi della storia (in primis come "senso") contro il capitalismo e tutto
quel che odori di liberaldemocrazia e modernità. Insomma, doppio registro, come hanno ben provato indagando le epistemologie totalitarie pensatori del calibro di Popper, Polanyi
(Michael), Hayek, Boudon: teoresi per arruolare,
senso della storia per fucilare. Quindi in Fusaro il nulla c’è, ma strutturato. Pronto a fare male. Anche se il Nostro sembra buono. Proprio come Renzi.
Sono
curioso di leggere il saggio su Gramsci, autentico tenore del progresso e della
modernità. Suppongo però che Diego-Matteo ci
spiegherà che il valore morale dell’idea
di libertà del pensatore comunista è da ricondursi a quella premoderna, anzi
antica nella doppia e contrastante versione platonico-aristotelica eccetera, eccetera.
Cose note a chiunque conosca Preve (però in
rapporto a Marx).
Il
mio amico ha ragione, ma amo le cause perse. E soprattutto fiuto i cialtroni a
mille miglia di distanza.
Carlo
Gambescia
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