giovedì 30 aprile 2015

Ancora su Fusaro
Un Renzi  anticapitalista



Ieri sera, un caro amico, buon conoscitore di Preve, dopo aver letto il post su Diego Fusaro, mi ha telefonato, consigliandomi di lasciar perdere. Al mio perché, ha risposto: “Si sgonfia da solo”. Aggiungendo: “Se si è sgonfiato Cacciari, che a trent’anni era un filosofo vero, figurarsi un Renzi anticapitalista, macchietta filosofica, affamato di potere (accademico) e successo (mediatico). Tempo qualche anno, tornerà all’ovile, perché gli conviene: certo, con cattedra e comparsate radiotelevisive,  magari per parlare di teologia e incidenti del sabato sera. Un caso da manuale,  perdi il tuo tempo, lascia stare. Se Renzi è il nulla politico, Fusaro è  il nulla filosofico. Sono entrambi triste segno dei tempi: un vuoto che parla ad altri vuoti.... Quarant'anni fa non era così”.
La telefonata  mi  ha  lasciato senza parole. A dire il vero,  in quel che ho letto di Diego-Matteo, non ho mai trovato nulla di interessante: solo anticapitalismo, una specie di fermento lattico  presente in quantità industriali  in tutta sua produzione. Detto altrimenti: un’idea fissa, quindi patogena come ogni monomania, capace di appropriarsi e  storpiare qualsiasi forma di pensiero.  Si pensi solo al suo trattamento di  Gentile (da Preve giudicato filosofo se non pericoloso molto ambiguo), squisitamente teoretico, mai  storico, salvo poi usare, regolarmente, le armi della storia (in primis come "senso") contro il capitalismo e  tutto quel che odori di liberaldemocrazia e modernità. Insomma, doppio registro, come hanno ben  provato indagando le epistemologie totalitarie pensatori del calibro di  Popper, Polanyi (Michael), Hayek, Boudon: teoresi per arruolare, senso della storia per fucilare. Quindi in Fusaro il nulla c’è, ma  strutturato. Pronto a fare male. Anche se il Nostro sembra buono. Proprio come Renzi.
Sono curioso di leggere il saggio su Gramsci, autentico tenore del progresso e della modernità. Suppongo però che Diego-Matteo ci spiegherà  che il valore morale dell’idea di libertà del pensatore comunista è da ricondursi a quella premoderna, anzi antica nella doppia e contrastante versione platonico-aristotelica eccetera, eccetera.  Cose note  a  chiunque conosca Preve (però in rapporto a Marx).
Il mio amico ha ragione, ma amo le cause perse. E soprattutto fiuto i cialtroni a mille miglia di distanza.
Carlo Gambescia

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