venerdì 24 aprile 2015

Non è una questione di regime politico
Perché l’Europa  non si batte

"Il ratto d'Europa" secondo Botero...

Il tema è tra quelli preferiti  dai cultori della decadenza, a destra (soprattutto l’estrema) come a sinistra. I primi imputano la  crisi politica  in cui versa l’Europa, se non l’intero Occidente, all’abbandono del valori tradizionali al relativismo, alla democrazia, alla laicizzazione. I secondi, fanno discendere la crisi politica da quella economica, causata dall’impasse sistemica della “macchina capitalista”.  Pur cambiando l’ordine dei fattori, il risultato però non sembra  cambiare: un’ Europa  imbelle  incapace di qualsiasi decisione,  se non quella  di tirare fuori,  di volta in volta,  un poco di oro e di terre periferiche. Proprio come la Roma degli ultimi due secoli, dedita febbrilmente a retribuire i meno nemici, affinché  la difendessero dai nemici-nemici di turno, fino all'onda d'urto finale che  avrebbe travolto e sommerso ciò che restava della parte occidentale dell'Impero.
Pertanto anche gli imperi franano (e che imperi, altro che quelli di Napoleone e Hitler...). Certo, la durata dell' Impero romano supera di gran lunga quella  di  successive entità politiche dello stesso tipo. E la longevità, come negli individui, è sempre un mistero.  Però, la caduta  non è un problema di regime politico, forse  (e qui hanno ragione, in parte,  i “materialisti”) di struttura economica e dimensioni politiche.  Tuttavia l’economia e la geopolitica  non spiegano tutto. Al fondo della crisi politica ed economica c’è sempre una crisi morale che si ripercuote sull’organizzazione militare ed economica.  Ci spieghiamo meglio.
Si diffonde tra le élite e le masse  un senso di appagamento esistenziale, ci si concentra, ingigantendoli, sui problemi del presente, ci si divide in fazioni,  si vive  alla giornata  e,  cosa fondamentale, non si difendono e trasmettono i valori che hanno reso grandi.   Perché battersi, quando altri  (forse) possono battersi per noi?  Oppure, se il nemico può essere comprato?   Ecco i principali interrogativi "morali" delle istituzioni politiche mature ( imperi o repubbliche, tra le quali includiamo le democrazie contemporanee).  E il solo porli, non promette nulla di buono. E qui si pensi, per tornare all’Europa, all’immaturità morale  delle classi dirigenti post-Seconda Guerra Mondiale che, forse perché troppo innervate di  socialismo e cristianesimo pauperista, si stanno mostrando sempre più incapaci di  difendere e trasmettere i valori  di libertà,  giustamente e vittoriosamente difesi dall’aggressione  nazifascista e comunista.  Per fare solo un piccolo esempio: non si possono  difendere al tempo stesso il caos antieroico sessantottino e il  valore, anche organizzativo di un'impresa militare,  il disordine e l’ordine…  
Ovviamente, ogni regime ha le sue debolezze “congenite”. Ad esempio, gli imperi il lento coordinamento,  le repubbliche la lunghezza dei processi decisionali.  Ma sono concause. Il vero problema è quello della saturazione morale. Detto altrimenti, del “rammollimento”,  dello scorgere  nella sola  idea di confronto militare  un pericolo per la propria “tranquilla” esistenza. Si tratta di una costante politica,  ossia di qualcosa che si ripete nella storia, prescindendo dal regime politico. Un'idea  rovinosa che di regola  viene giustificata dalle élite e condivisa dalla masse,  nascondendosi (tutti insieme) dietro il comodo paravento dell’ideologia religiosa, filosofica, politica, economica. Pareto, grandissimo liberale archico,  nel Trattato di sociologia generale ( quindi prima di altri cantori calvi della decadenza),  ha scritto pagine  fondamentali in argomento.  Alle quali rinviamo.
Concludendo,  cosa ha deciso ieri l’ Ue ?  Di triplicare i fondi per Triton…  

           Carlo Gambescia                           

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