mercoledì 22 aprile 2015

Reddito minimo: nulla di nuovo sotto il sole
“E io pago...”


Non sappiamo ancora  come finirà.  Se il Reddito minimo in caso di disoccupazione (per ora limitato ai cinquantenni),  lanciato da Boeri e caldeggiato da Poletti e Renzi, andrà a sostituire  l’attuale regime di  Cassa integrazione nelle sue varie forme.  Ma c’è un punto più interessante, come dire ideologico. Da approfondire.
Per la destra pro-mercato la disoccupazione è sempre volontaria, nel senso che un nuovo lavoro si finisce sempre per trovarlo: se si resta disoccupati è perché lo si vuole. Quindi tasse bassissime (dal momento che l'assistenza sociale costa)
Per la sinistra anti-mercato, la disoccupazione è sempre involontaria: chi perde il  lavoro, va sostenuto e aiutato a ritrovarlo. Quindi tasse altissime (per le ragioni di cui sopra, ma al contrario). Nel mezzo si collocano le politiche di centro, né pro né anti. Quindi, diciamo,  tasse elevate, progressive (Costituzione del 1948 docet). Parliamo di  politiche, quelle di centro, che, più o meno, hanno caratterizzato la storia della Repubblica.  In Età liberale invece, pur con qualche accomodamento nel periodo giolittiano, dominava il principio della disoccupazione volontaria. In quella fascista, la disoccupazione era ritenuta volontaria solo per i non possessori di tessera Pnf. 
In definitiva, per la storia d’Italia,  non si può parlare di applicazione pura dei due principi. E allora?  Il Paese non è mai stato totalmente liberale  né totalmente socialista. Sicché,  le misure caldeggiate dalla triade Renzi-Poletti-Boeri continuano a muoversi all’interno del centrismo. Un punto però  è certo: tenere in piedi i due sistemi Reddito minimo per i cinquantenni, Cassa integrazione  per tutti gli altri, sarebbe  costoso.  Forse troppo.  Comunque sia,   nulla di nuovo sotto il sole.  Le tasse di sicuro non scenderanno.  Anzi, probabilmente continueranno a salire.   Insomma, come diceva Totò: “ E io pago...”.

Carlo Gambescia       

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