La parole e le cose
“Macelleria messicana"
“Macelleria messicana"
Ci sono
termini entrati nel linguaggio politico e giornalistico di cui nessuno riesce a
stabilire la provenienza precisa. E anche di un certo peso. Si pensi a quel che
sta succedendo a proposito delle dichiarazioni dell’agente Tortosa sulla
“macelleria messicana”, come hanno sentenziato i giudici, scatenata
dalle forze di polizia nella Caserma Diaz durante il G8 di Genova.
Se si fa una ricerca su Google circa le origini e il significato dell’espressione viene fuori poco. Le definizioni più attendibili sono contenute nel ben informato Urban Dictionary (*). Però, come dire, di
rimbalzo e in chiave ipotetica. Perché nell’Urban è trattata la voce
“the mexican standoff” o "mexican standout" (stallo messicano)
che, secondo l’inaffidabile Wikipedia
(**) sarebbe alle radici del termine “macelleria
messicana”. Ma, come vedremo, tra le due
voci non c’è ponte, se non quello rappresentato dalla zoppicante ipotesi
wikipediana.
In pratica, (la “top definition",
su 21) indica una situazione di stallo in cui ci si tiene sono tiro, prima del massacro finale, privo di vincitori e vinti. Come ne “Le iene” di Tarantino. Una forma di "duello", come si evince, che per il modus
operandi rinvierebbe ai pistoleros messicani fine Ottocento… E dal momento che si tratta
di un termine ripreso e sviluppato dalla
cultura pop americana (soprattutto cinematografica), giunto a noi attraverso
gli schermi, esso rivela, come ogni stereotipo hollywoodiano, un amaro retrogusto razzista. Comunque
sia, tutte le altre definizioni del’ Urban, che abbracciano i campi più diversi della vita sociale ( lavoro, cinema, ristorazione, tempo libero, sesso, pornografia, eccetera), privilegiano l’idea
dello stallo: di una situazione ferma,
bloccata dalla quale, comunque vadano le cose, nessuno uscirà camminando sulle proprie gambe.
Che c’entra tutto questo con i fatti della Diaz? Dove con le mani, anzi con i manganelli, i poliziotti non sono sicuramente rimasti fermi? Mah… Oddio, forse un nesso in fondo c'è. Quale? Considerati i toni surreali delle polemiche di questi giorni, soprattutto se si pensa a quel che sta accadendo (non solo) ai confini dell'Occidente, diciamo pure che tutti hanno perso (qualcosa). A cominciare dal senso della misura.
Carlo Gambescia
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