mercoledì 29 aprile 2015

A proposito del "fenomeno" Fusaro




Segnalo un articolo  indispensabile per capire  i limiti del  "fenomeno" Fusaro:

http://www.minimaetmoralia.it/wp/che-cosa-abbiamo-fatto-per-meritarci-diego-fusaro/

Invito, ufficialmente,  il suo l'autore, Raffaele Alberto Ventura,  a scrivere una monografia sul giovane allievo di Preve. Sarebbe veramente meritorio. Penso a qualcosa di simile ai debunking di Francesco Bucci su Galimberti e  Scalfari.   
Dell'articolo non condivido tutto.  Ad esempio Preve, che ho conosciuto di persona e con il quale ho lavorato editorialmente,  non  era un tuttologo come  il suo allievo. Cosa che andrebbe sempre ricordata. Preve  parlava e scriveva di ciò che conosceva (così mi rispose quando gli chiesi un libro su Del Noce, Gentile e Marx).   E poi era anti-accademico,  sia nei toni, sia nel linguaggio. Né Alain de Benoist, altro intellettuale che conosco altrettanto bene,  può essere liquidato alla stregua di un magliaro  neofascista:  il suo pensiero e il  fenomeno ND (soprattutto francese) sono  molto più complessi.  
Fusaro, come giustamente scrive Ventura,  è molto abile  nel presentare  i suoi "quattro concetti" dalla cattedra, con tono professorale. Il che, mi permetto di  aggiungere, indica una pericolosa "predisposizione" accademica:  fatto che in sé  non sarebbe un male,  ma  non  per un filosofo che si imponga  marxianamente (Undicesima tesi su Feuerbach) non di interpretare ma di  trasformare il mondo...  Parlo di quell'irritante condiscendenza -  una specie di patinato birignao -  da prof   "padrone della letteratura in argomento" che favorisce intorno alla sua figura  l'insano clima di appeasement editoriale, così ben circoscritto da Ventura.  Sarebbe perciò interessante, al di là della pur importante sottolineatura delle fallacie argomentative, del resto evidenti,  andare a scoprire le carte euristiche di Fusaro: indagando fonti bibliografiche e citazioni,  in cerca  di possibili sorprese.  Del resto Ventura avanza la tesi di un legame, come dire argomentativo,  tra Galimberti e Fusaro, abilissimi nel porre e riprendere gli stessi argomenti, interpolando (nel senso di ripetere a intervalli precisi) citazioni su citazioni.  E se la liaison  fosse anche di altro tipo?         

Carlo Gambescia 


  

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