Sarkò, sarà pure un “farabutto”
ma vince. E non è un estremista
Sì, i sorrisini. Ricordiamo tutto. Neppure a noi Sarkò sta
simpatico. Però il punto è un altro. Politico. E “Il
Giornale” sembra non capirlo: si veda al’articolo
di Gulli, uscito oggi . Offendendo
Sarkozy si offende quell’elettorato di
destra, destra “normale”, non fascistoide e/o populista che lo ha fatto vincere. E
soprattutto non si colgono, sia in Francia e soprattutto in Italia, le
potenzialità di un partito conservatore, liberale, democratico capace di
intercettare il voto moderato. Insomma, di fare quello che a sinistra,
politicamente, sta facendo Renzi, a prescindere dai contenuti (di sinistra) e
dall’antipatia del personaggio (Renzi in questo caso).
E invece no. “Il Giornale” (povero Montanelli, chissà quante volte si
sarà rivoltato nella tomba, si fa per dire, perché si è fatto cremare…), pur dandosi arie
pomposamente liberali, insegue l’estremismo.
Vecchio vizio delle destre italiche, quelle con la bava alla bocca. Basta
sfogliarlo: solo rabbia e insulti.
Si dirà: la situazione italiana,
a destra, è quel che è: Berlusconi, Salvini, Meloni, Alfano… Giusto. Evidentemente,
però, il “farabutto” Sarkozy ha capacità politiche che i signori di cui sopra non hanno.
Certo, a monte della destra francese post-bellica c’è Charles de Gaulle, generale e antifascista, mentre in Italia, nessuno, a parte
Almirante, reduce di Salò, e un pugno
di monarchici nostalgici e qualche clerico-fascista. E di riflesso la crescita culturale dell’elettorato
di destra, ne ha risentito, rendendolo permeabile alle sirene dell’estremismo,
dopo ovviamente il crollo democristiano: l' enorme tappo scudocrociato di quel vaso di Pandora moderato (ed elettorale), saltato in aria con la caduta del
comunismo.
Insultate, insultate pure. Ma come recita l'adagio, ride bene chi ride ultimo... Renzi forever...
Carlo Gambescia
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