Polemiche
Il reato di tortura, l'estrema destra e il complesso del falangista
Alcuni amici mi hanno rimproverato la durezza del
post dedicato alla condanna dell’ Italia per tortura da parte della Corte europea dei diritti dell' uomo.
In
quel post, sul piano dei principi, ho
definito giusta la condanna. Quindi? Il
problema è un altro, anzi sono due.
Uno.
Quello di condannare la sinistra
ipocrita dei due pesi due misure. Ma anche di lotta e di governo... Quella ambigua, da sempre. Perché, dove sta andando a parare la grande battaglia umanitaria? Presto detto: dopo
quindici anni la sinistra di lotta vuole
rimuovere De Gennaro da Finmeccanica, all’epoca ai vertici della Polizia. Per papparsela e mettere al comando, - ecco la sinistra di governo - uno
dei loro. Che Renzi neghi, fa parte della
commedia. E allora?
Due. Quello della sudditanza dell'estrema destra intellettuale nei riguardi della cultura di sinistra… Parlo del complesso del falangista che scimmiotta i miliziani comunisti. Ora,
che uno, già di sinistra, abbia il riflesso condizionato ci sta pure. Dicesi, richiamo della foresta. Ma che un
antiliberale a marchio di fabbrica neofascista sposi la
causa dei diritti dell’uomo… (Come mai, Alain de Benoist, lo si cita solo quando fa comodo?). Oddio, ci si può pure coniugare, però poi come la si mette con la retorica identitaria?
O, come dire, con la Spagna Eterna.
Dice, ma io sono “libertario”. Pure
Mussolini, il primo, lo era. E allora?
Il
che spiega perché certe cose, alla fin fine, debba dirle un liberale vero e non uno finto. Passo e chiudo.
Carlo Gambescia
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