giovedì 9 aprile 2015

ll libro della settimana: Fabio Mini, I guardiani del potere. Eunuchi, templari, carabinieri e altri corpi scelti, il Mulino, Bologna 2014, pp. 290. euro 16,00.  
https://www.mulino.it/isbn/9788815250919


Il notevole  volume del generale Fabio Mini  pone  una domanda alla quale sembra  non rispondere. Infatti, una volta e letto  chiuso I guardiani del potere. Eunuchi, templari, carabinieri e altri corpi scelti (il Mulino), ci si potrebbe  domandare:  Allora?  Come difendersi  dai “guardiani del potere” «creati  dal potere stesso a propria difesa e  perpetuazione»?  Come impedire che, al di là del destino, altalenante,  dei singoli individui  che comandano e/o compongono un corpo scelto, i guardiani stessi  non  cerchino ogni volta  di usurpare il potere da cui dipendono?  Come difendersi dal potere delle spade?
A dire il vero,  la storia delle “caste” militari ( dalla guardia pretoriana ai carabinieri), parla  di conflitti quasi sempre risoltisi in favore del potere politico. Probabilmente, il potere militare sembra privo di quel particolare  quid  per “durare”.  Detto altrimenti: la forza, da sola,  non basta.    Il che  ne spiega le rovinose cadute.  La politica ubbidisce ad altre regole.  Non basta vincere si deve convincere. E la politica è persuasione. Ai militari  tocca invece la dissuasione. Ciò però significa che il politico - a prescindere  dal regine -    ha   necessità  del militare,  salvo poi liberarsene.  Talvolta, in modo cruento.  Ma come? Usando altri militari.  Insomma,  altro giro, altra corsa… La regolarità metapolitica (quel che si ripete) è rappresentata  dal ricorso ai  militari.  Concludendo, la politica è arte della persuasione  e della dissuasione.  Difficile stabilire i confini tra l'una e l'altra. Ma questa è un'altra storia.   
Perciò,  ricapitolando,  Fabio Mini risponde, pur tra le righe,  alla nostra domanda. Ci si difende dai pretoriani, con la rotazione, dei capi e dei corpi.  Mai permettere, come aveva capito il buon Machiavelli,  che i militari si consolidino oltre  quel che impone la normale prudenza, come dire, operativa.  E anche questa è una regolarità,  più dura da recepire, perché il potere in quanto tale, affascina e corrompe. Tutti,  politici e militari. 
Il libro di  Mini  - generale non da poltrona,  con curriculum  di tutto rispetto  -  offre   una valanga di informazioni  storiche  sui  corpi speciali.  Però,  attenzione:   non solo pillole aneddotiche da negozietto di curiosità per collezionisti e turisti della storia.  Mini  costruisce  una griglia interpretativa di grande utilità, che merita di essere riportata, integralmente:

«La storia del guardiani del potere, pur tra le specificità di ogni di corpo e periodo, ha diverse caratteristiche comuni: 1. nascono per volere diretto del potere autoritario e per scopi puramente personali; 2. sono servi del potente di turno che è consapevole dei rischi del tradimento e cerca modi e strumenti per limitarne le deviazioni; 3. con il potere sviluppano la smania per il denaro, le cariche pubbliche, i titoli e gli incarichi esclusivi e possibilmente  segreti; 4. cedono qualcosa di molto prezioso e intimo in cambio del potere (virilità, indipendenza, libertà dignità), 5. si sottopongono all’isolamento, al culto del mistero e del segreto; 6. perseguono il corporativismo e covano la ribellione; 7, svolgono la funzione di  raccordo tra potere personale e potere pubblico, interno ed esterno; 8. s’infiltrano nel gangli del potere istituzionale; 9. coltivano i miti dell’intoccabilità, dell’impunità,  della necessità, della fedeltà, della professionalità e della generazione conservazione del potere; e infine 10. prima o poi, la stessa autorità  che li ha  costituiti, formati e deformati, se ne libera  anche in maniera traumatica e violenta» (pp. 259-260).

Memorabili, sotto tale profilo,  i  capitoli dedicati a eunuchi,  pretoriani,  giannizzeri, SA-SS nazionalsocialiste, MVSN fascista, carabinieri. All’ Arma, Mini,  non fa alcun tipo sconto… Probabilmente è la parte più dura del libro. Ma va bene così.   
Non comprendiamo infine l’inclusione  dei gestori finanziari (broker): «che oltre a fare i propri interessi protegge il nuovo potere: quello finanziario, appunto. Non quello  economico o il denaro, che è un potere antico, ma il potere surrogato del denaro» (p. 264).  Che cosa avrebbero in comune con i corpi speciali?  Mah…  Nessun  autore  è perfetto.  Anche il generale Fabio Mini.
Un’ultima cosa: la bibliografia  mostra un buco, non piccolo: non è citato l’ eccellente  studio, di Samuel Finer, The Man on Horseback. The  Role of Military in Politics, un evergreen, uscito nel 1962 (*).  Ma, come dicevamo,  nessuno è perfetto… Comunque sia,  I guardiani del potere  rimane  un buon libro,  da leggere e  tenere sempre a portata di mano.

Carlo Gambescia





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