Trent’anni fa la caduta del Muro di Berlino
Tranquilli, ci terremo alla larga da ogni retorica commemorativa. Qual è il punto allora? Che la
“Caduta del Muro” rappresentò un fatto concreto: l’ inevitabile implosione di un sistema politico, economico e
sociale incapace di favorire liberi consumi.
Diciamo che il Muro venne abbattuto da milioni di aspiranti
consumatori: attenzione, di aspiranti liberi consumatori.
Per
contro, a non pochi, ancora oggi, il solo termine consumatore fa venire i brividi. Il che spiega l’atteggiamento, quasi di rimpianto, dei nemici
del libero consumo a destra come
a sinistra. In altri termini, dei neofascisti, dei neocomunisti, dei populisti,
dei fondamentalisti religiosi.
Il
Muro, in senso metaforico, per costoro, pur con sfumature differenti, proteggeva i popoli dell’Est dalla “lebbra” del “consumismo capitalista”.
In
realtà, dietro la libertà di consumo c’è molto di più di quel che comunemente si pensi. C’è la libertà di consumare come di non
consumare, e quando si sceglie di consumare si può scegliere cosa
consumare: un abito, un libro, un cibo, un film, eccetera, eccetera. E, ovviamente c'è anche la possibilità di sbagliare nella scelta... Ma, attenzione, a sbagliare è il singolo. Diciamo che è una sua libertà: un "diritto individuale di errore" che non esiste dove a decidere è uno stato onnipotente che presume di sapere, prevedere e fare tutto.
Dove
non c’è libertà di consumo, c’è sempre chi sceglie al posto del consumatore cosa deve consumare. Entità decisionali che si chiamano Partito,
Chiesa, Padre del popolo, Ajatollah, Cesare, Duce, Generalissimo.
Dove
non c’è libertà di consumo, non c’è mercato, e dove non c’è mercato non c’è
libertà di consumo. Più facile di così.
Eppure…
Si
pensi ad esempio a un personaggio come Trump, un fanatico dei muri. Oppure a un nazionalista come Salvini, altro difensore dei “sacri confini”. Sono due protezionisti nemici del mercato aperto. Che puntano su misure che in realtà frammentando fisicamente il mercato, frammentano la libera
scelta dei consumatori, costretti a comprare merci nazionali più care e di
scarsa qualità, perché prodotte in condizioni non concorrenziali, al riparo
dalle merci straniere. Classica ricetta, tra l'altro, per favorire i monopoli domestici, pubblici o privati, poco importa perché si tratta comunque di monopoli.
La
logica è la stessa dei regimi fascisti e
comunisti che decidevano del consumo dei
cittadini in nome dei "supremi valori" della nazione, del socialismo o di tutti e due.
Una retorica, tutto sommato, ancora viva e diffusa, ben riassunta perfino dal luogo comune del "chilometro zero". Dietro cui però si nasconde il terrorismo emotivo da arcaico ufficio d’igiene. Come se oggi gli standard mondiali di sicurezza sanitaria fossero quelli dell’Ottocento. Ridicolo.
Una retorica, tutto sommato, ancora viva e diffusa, ben riassunta perfino dal luogo comune del "chilometro zero". Dietro cui però si nasconde il terrorismo emotivo da arcaico ufficio d’igiene. Come se oggi gli standard mondiali di sicurezza sanitaria fossero quelli dell’Ottocento. Ridicolo.
Pertanto
a trent’anni di distanza, il Muro sembra non essere caduto per Trump come per
Salvini. E pure per i fanatici del chilometro zero.
Carlo Gambescia
(*) La fonte della foto con i giornali d' epoca è Marco Bardazzi - https://twitter.com/hashtag/emerotecabardazzi?src=hashtag_click . Che ringraziamo.
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