sabato 9 novembre 2019

Trent’anni fa la caduta del Muro di Berlino
Ma non per Trump, Salvini e fanatici del chilometro zero…




Tranquilli, ci terremo alla larga da ogni retorica commemorativa. Qual è il punto allora? Che  la “Caduta del Muro” rappresentò un fatto concreto:   l’ inevitabile implosione di un  sistema politico, economico e sociale incapace di favorire  liberi consumi.  Diciamo che il Muro  venne abbattuto da milioni di aspiranti consumatori: attenzione,  di aspiranti  liberi consumatori.
Per contro, a non pochi, ancora oggi, il solo termine consumatore fa venire i brividi.  Il che spiega l’atteggiamento, quasi di rimpianto,  dei nemici  del libero consumo  a destra come a sinistra. In altri termini, dei neofascisti, dei neocomunisti, dei populisti, dei fondamentalisti religiosi.
Il Muro, in senso metaforico, per costoro, pur con sfumature differenti, proteggeva  i popoli dell’Est dalla “lebbra” del “consumismo capitalista”.
In realtà, dietro la libertà di consumo c’è molto di più di quel  che comunemente si pensi.  C’è la libertà di consumare come di non consumare,  e quando  si sceglie di consumare si può scegliere cosa consumare: un abito, un libro, un cibo, un film, eccetera, eccetera. E, ovviamente c'è anche la possibilità di sbagliare nella scelta...  Ma, attenzione,   a sbagliare è il singolo. Diciamo che è una sua libertà: un "diritto individuale  di errore"  che non esiste dove a decidere è uno stato onnipotente che presume di sapere, prevedere e fare tutto.
Dove non c’è libertà di consumo, c’è sempre  chi sceglie al posto del  consumatore cosa deve  consumare. Entità decisionali  che si chiamano  Partito,  Chiesa,  Padre del popolo,  Ajatollah, Cesare, Duce, Generalissimo.
Dove non c’è libertà di consumo, non c’è mercato, e dove non c’è mercato non c’è libertà di consumo.  Più facile di così. Eppure…
Si pensi ad esempio  a un personaggio come Trump, un fanatico dei muri. Oppure a un  nazionalista come Salvini, altro difensore dei “sacri confini”.  Sono due  protezionisti nemici del mercato aperto. Che puntano su misure che in realtà  frammentando fisicamente  il mercato, frammentano la libera scelta dei consumatori, costretti a comprare merci nazionali più care e di scarsa qualità, perché prodotte   in condizioni non concorrenziali, al riparo dalle merci  straniere.   Classica ricetta, tra l'altro, per favorire i  monopoli domestici, pubblici o privati, poco importa perché si tratta comunque di  monopoli. 
        
La logica  è la stessa dei regimi fascisti e comunisti che decidevano del  consumo dei cittadini in nome dei  "supremi valori" della nazione, del socialismo o di tutti e due.
Una retorica, tutto sommato, ancora viva e diffusa, ben riassunta perfino  dal luogo comune del "chilometro zero". Dietro cui però si nasconde il terrorismo emotivo da arcaico ufficio d’igiene. Come se oggi  gli standard mondiali di sicurezza sanitaria  fossero quelli dell’Ottocento.  Ridicolo.            
Pertanto a trent’anni di distanza, il Muro sembra non essere caduto per Trump come per Salvini. E pure per i fanatici del chilometro zero.

Carlo Gambescia
 

(*) La fonte della  foto con i giornali d' epoca  è  Marco Bardazzi - https://twitter.com/hashtag/emerotecabardazzi?src=hashtag_click . Che ringraziamo. 

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