martedì 12 novembre 2019

Antisemitismo  e caso  Segre
C’è poco da minimizzare...

Oggi la destra, cantando vittoria,  cita  i dati dell’Osservatorio sull'  Antisemitismo della Fondazione CDEC, secondo i quali  gli insulti antisemiti  ricevuti da Liliana Segre, non sarebbero duecento al giorno,  ma meno di  duecento all’anno, e non tutti  indirizzati   alla senatrice. Inoltre, come si sottolinea,  i dati errati riguarderebbero il 2018 non  il 2019 (1).
Pertanto -  ecco la lezioncina di educazione civica della destra - ci troveremmo davanti  a  una montatura della sinistra per criminalizzare la destra:  una "balla"  per favorire l’ istituzione di una Commissione parlamentare ad hoc  rivolta a perseguitare politici innocenti  come Salvini, fior di patrioti e  bravi ragazzi delle curve .
Però quel  che non viene ricordato, furbescamente,  è che nel 2018 l’Osservatorio ha registrato  197 episodi di antisemitismo, ossia un numero nettamente superiore rispetto al 2017 e al 2016  quando ne furono catalogati 130 (+ 60 %) (2).
Si dirà che si tratta di dettagli di poco conto rispetto  alla rumorosa  campagna  di “Repubblica”. In realtà, se la sinistra ha travisato,  ferma  però restando la gravità degli attacchi alla senatrice,  anche la destra non sembra essere da meno.  Perché l’antisemitismo è pericolosamente in crescita. Cosa che non si può negare. E neppure minimizzare.  

Inoltre,  ricondurre l’antisemitismo  a questione di  “ego”, di puro e semplice protagonismo, come leggiamo su “Termometro Politico” (3),  ragioni subito  gioiosamente accettate dalla macchina propagandistica della destra, significa, ripetiamo, minimizzare un fenomeno, principalmente politico, che certamente non va strumentalizzato, ma neppure ridotto a folclore egolatrico da social.  
L’Italia -  e quel   che è ancora più triste è  doverlo  ripetere ogni volta -  ebbe  le sue “brave”  leggi razziali a chiarissimo contenuto antisemita. E i  "bravi italiani"  del tempo,   salvo alcune eccezioni,  non alzarono un dito. Come del resto nel dopoguerra  gli stessi “bravi italiani”  continuarono a far finta di nulla. Le leggi razziali? Un errore, tra i tanti meriti del fascismo. A cominciare  dai  "treni che  arrivavano sempre in orario". Ecco cosa  ripetevano tanti  “bravi italiani” se intervistati (4).
Verrebbe da dire  che spaccavano il secondo anche i treni diretti in Germania e Polonia, stipati di donne, vecchi, bambini o poco più  grandi come Liliana Segre... 
Certo, è  vero che durante la Prima Repubblica, politicamente parlando, l’antisemitismo militante rimase solitario patrimonio ideologico dei gruppuscoli neonazisti e neofascisti. Tuttavia con la Seconda e soprattutto  Terza Repubblica,  l’ascesa dei movimenti populisti e di  estrema destra  ha causato il ritorno dell’antisemitismo diffuso. Quindi bisogna vigilare, senza eccessi politici, ma vigilare.  
Altro che egolatria… La bestiaccia  antisemita è più sveglia che mai.

Carlo Gambescia                     



(3)  Qui:  https://www.termometropolitico.it/1465466_liliana-segre-non-riceveva-200-insulti-al-giorno-prima.html .
(4) Si veda A.M. Di Nola, L’antisemitismo in Italia 1962-1972, Vallecchi, Firenze 1973.