Il post di Alberto Rosselli
A proposito di “vuoti pneumatici
torricelliani”…
Alberto
Rosselli (nella foto sotto) è uno storico prestato al giornalismo.
Lo conosco da molti anni, mi fu presentato da un editore di destra, Enzo
Cipriano, con il quale felicemente collaboravo. Mi colpirono subito la vivace intelligenza e
la capacità di individuare sentieri
storici poco frequentati. Mi stupì in particolare un suo libro sulla
resistenza anticomunista in Europa orientale. Attualmente Rosselli dirige la rivista “Storia Verità” . Ha all’attivo una
tale quantità di libri storici che mi
resta difficile formularne il numero preciso.
Ultimamente,
come si usa tra amici, mi “tagga” su Fb.
Posta riflessioni che in genere condivido
o comunque rispetto. Diciamo che Rosselli
è più a destra di me. Credo vicino al binomio politico Salvini-Meloni.
Credo.
Ora
però, da un storico ci si aspetta
sempre l’approfondimento e in
particolare da Alberto Rosselli che, ripeto, ha le carte in regola. Perciò
il lettore può immaginare la mia sorpresa nel leggere un giudizio del
genere:
"La verità è che la Sinistra non ha più
niente da dire o proporre. Nulla. Non rappresenta il popolo e neanche
un'ideologia da baraccone. Non è nulla, ripeto. E' una scatola cranica vuota,
il vuoto pneumatico torricelliano della politica italiana. Forse, se fa una
scorpacciata di sardine (contenenti fosforo) rinviene per un mesetto per poi
finire all'obitorio dei dementi perseveranti.
Con XXXXXXX
e altre 49 persone. " (*)
Certo,
è un post pubblicato su Fb, per così
dire una sede, come altre forme di
comunicazione "urlate", che non aiuta
a conservare equilibrio di giudizio. Però da uno storico, ripeto, mi aspetterei di più. O no?
Cosa significa che la “Sinistra non ha più nulla da proporre”? Perché la destra
illiberale, populista o neofascista, egemonizzata da Salvini, che ha da proporre? Assistenzialismo e odio razziale? Così come la sinistra propone
assistenzialismo e amore razziale…
Certo, che sul piano dei contenuti le “Sardine”, chiamate in causa da
Rosselli, rappresentino
il “vuoto pneumatico
torricelliano”, è
indiscutibile. Però Rosselli si è mai
interrogato da storico su quanto il dibattito
politico italiano, a destra come a sinistra,
sia caduto in basso, almeno a far tempo dalla sbornia moralistica di
Tangentopoli? E quindi precipitato "nel vuoto"?
Negli
ultimi trent’anni il discorso pubblico ha sempre più assunto il carattere di una guerra di religione, dove i contenuti, ad esempio
liberalizzazioni e riconsacrazione del merito, sono passati in secondo piano per lasciare
spazio alle inchieste giudiziarie a orologeria, alla faziosità, alle scomuniche, alle promesse demagogiche, tipo "diminuiremo le tasse e aumenteremo le pensioni". Sullo sfondo di una crescente violenza verbale
condivisa dalla destra come dalla sinistra. Sicché le “Sardine” non sono che l’ultimo sottoprodotto
di questo clima.
In
Italia manca tuttora un grande partito
liberale (non liberal), rispettoso del
discorso pubblico e perciò capace di
ricondurre la politica nei binari della normale dialettica politica tra una sinistra socialdemocratica e una destra
liberal-conservatrice.
Cosa
che non sono i partiti capeggiati da Salvini e Zingarelli. Per non parlare di
altri ancora più a destra o più a sinistra...
Certo,
si potrà sempre sostenere che i miei
sono solo sogni: un'idealizzazione del "Modello Westminster" che
oggi è in crisi perfino dove è sorto. D’accordo. Però, ripeto non è da Salvini né da Zingarelli che giungerà
la salvezza. Né sia chiaro dai rottami del fascismo o del comunismo. Sotto qualsiasi pelle d'agnello si presentino.
Che
fare allora? Bella domanda. Dipende dalla pericolosità che si attribuisce alle due parti in causa. E qui ci aiuta
la storia.
Semplificando, l’Italia ha subito di fatto e di diritto una dittatura fascista ma non comunista, area politica, quest'ultima, in cui affonda le radici il centrosinistra, in senso largo ma non esclusivo. Pertanto, a meno che non si sia proprio nostalgici fascisti, ogni richiamo politico al "Ventennio", e in particolare
all’universo ideologico che Tarmo Kunnas riconduce alla “tentazione fascista”, non può che essere giudicato pericoloso proprio perché
esistono “precedenti”. E che precedenti.
Il
lettore, se in buona fede, tragga da solo le conclusioni. Il che credo valga, ovviamente, anche per Alberto Rosselli. O meglio, per lo storico Alberto Rosselli…
Carlo Gambescia