sabato 4 giugno 2016

Comunali 2016
A Roma il sindaco è inutile



Due  amici vicentini, durante un microtour cittadino, hanno espresso dubbi  sulla possibilità di amministrare  “questa  Babilonia”.  “Per Roma”, hanno aggiunto all'unisono e  ridendo, “ci vorrebbe un sindaco con il mitra e il coltello tra i denti”. Errore, mi  sono detto,  mostrando un  sorriso ufficiale, per apertura labiale, degno della Bocca della Verità.    
Infatti, ho subito pensato ai candidati alle comunali di domani. I più credibili, diciamo Giachetti, Raggi, Marchini, Meloni, in mimetica?  Sarebbe  la fine  di Roma.   In realtà, l’Urbe, da millenni si autogoverna da sola. E i Papi, credendo nella Provvidenza,  lo sapevano.  In realtà, per dirla laicamente,  Roma  è la prova storica  dell' esistenza  della mano invisibile. Adam Smith ne sarebbe entusiasta.  La  famigerata eterogenesi dei fini è di casa. E quindi pure Hegel, gioirebbe,  Insomma, il sindaco è inutile.   
Città opulenta, disordinata, sarcastica, sorniona e  mignotta,  eppure  si muove...   A Roma i  sindaci, devono fingere di governare.  Se ci provano, sul serio, complicano le cose.  La candidata  Raggi, dando per scontate le buone intenzioni, è avvisata.  Cola di Rienzo, do you remember ? A Giachetti, che voterò, chiedo di governare il meno possibile. Assecondare le correnti, ecco tutto.  Invece a Meloni  e  Marchini, sicuramente sensibili a quanto sto per dire, ricordo  che a Roma si resta e governa evocando una sola grande idea: vivi e lascia vivere.  Perché  tutto il resto è noia.  Per dirla con  un grandissimo filosofo romano del Novecento.  

Carlo Gambescia             

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