venerdì 10 giugno 2016

L' antirenzismo in pillole
Il cane di Pavlov



Che cos’è l’antirenzismo?  Innanzitutto, non è un fenomeno unico,  esistono  cinque  tipi di antirenzismo politico. Vediamo quali.
Il primo è l’antirenzismo elitista: quello del radical chic, che non condivide la retorica populista e l’occhiolino di Renzi al centrodestra.  Frase preferita: “Troppo popolave…”.
Il secondo è l’antirenzismo berlingueriano: quello del paleo-comunista che  sente puzza di socialdemocrazia o peggio di blairismo-clintonismo. Frase preferita:  “Quando c’era Berlinguer,  caro lei…”.
Il terzo è l’antirenzismo dei sacrestani della Costituzione: quello del catto-comunista, con componenti laiche q.b,  magari ex ulivista e professore,  gran sacerdote  dell’economia mista. Frase preferita:  “La Costituzione antifascista?  Dio ce l’ha data,  guai a chi ce la tocca!”.
Il quarto è l’antirenzismo complottista: quello dello svitato da social network che riconduce, automaticamente,  Renzi a Berlusconi, Berlusconi a Craxi,  Craxi alla Bilderberg. Frase preferita: “Ammazza ammazza è tutta una razza!”.
Il quinto è l’antirenzismo giudiziario, del tangentopolaro in servizio permanente effettivo: quello del moralista d’assalto, giacobino , che  vuole portare  Renzi, meglio se  sudaticcio, in tribunale. Frase perferita: “I magistrati? Mai hanno fatto politica! Difendono la Costituzione!”.   
Diciamo che l’antirenzismo, nell’insieme, riassume  un certo numero di riflessi, politicamente condizionati. Pavlov, che lavorava con i cani,  ne sarebbe affascinato.  Riflessi  che si mescolano anche  tra di loro:   ad esempio, l’antirenzismo giudiziario  si unisce bene all’antirenzismo dei sacrestani della Costituzione. Se si smontano e rimontano insieme, una volta viene fuori Prodi, un'altra Rodotà. Mentre per l’antirenzismo complottista, si può smontarlo e rimontarlo quanto si vuole, ma esce fuori sempre Grillo e talvolta, nella versione Ikea, il duo Salvini-Meloni. Quanto all' antirenzismo berlingueriano, prima spuntava Veltroni, ora Fassina. Qualche volta pure Civati e Bersani. Stesso discorso per l’antirenzismo elitista ( e costituzionale). Prima venivano  fuori Nanni Moretti e  Benigni, ora ci si deve accontentare di  Sabrina Ferilli.
Dicevamo, riflessi politicamente condizionati. Come si accende la luce o si ode un particolare suono  - il segnale che sta per apparire Renzi a “Porta a Porta” -  subito gli antirenziani iniziano, tutti insieme, a salivare.  Li si dovrebbe decondizionare.  Magari bilanciando i segnali ( di odio).   Ma come?  Pavlov e morto, Freud pure. E Berlusconi non si sente tanto bene.   
Carlo Gambescia   
                                                                                                                                   

4 commenti:

  1. Io non sono antirenzista, vorrei soltanto che noi italiani, quindi te ed io pure, si abbia la possibilità di votare il candidato-premier per governare il Paese. Semplicemente scegliere quale coalizione, partito o movimento, dovrà guidare la nostra Italia lungo un tratto temporale così difficile. Possibilmente senza scodinzolare davanti a lobby e oligarchie mondialiste dentro e fuori dall'Italia. Possibilmente rinegoziare i vincoli di bilancio, e, meglio ancora, promuovere un referendum popolare per rimanere o uscire dall'eurozona. Chiedo troppo? Oppure ci dobbiamo sciroppare uno statista in sedicesimo, tronfio (non ricordo con che fa rima) e pallonaro, fino a scadenza di mandato? A ottobre ci sarà la resa dei conti. Attraverso un referendum sulle riforme costituzionali, avremo la possibilità di mandare a casa sia Renzi sia bocciare una paccottiglia riformista, criticata aspramente anche da costituzionalisti di area PD. A meno che il baldo Presidente Mattarella non respinga le dimissioni di Renzi (ammesso che le dia in caso di sconfitta, come promesso) per alti motivi istituzionali ed economici, poiché l'Europa vuole stabilità politica tra i paesi membri. Bla bla bla e giù con fiumi di melassa retorica. Non mi va che da Berlino decidano chi deve o non deve governare a casa mia. Qualcuno vorrebbe spallare le identità nazionali e le culture, soppiantare la già fragile democrazia con direttori che puzzano di loggia e ciò mi dà urto assai, perché voglio bene a questa Italia e ad una Europa dei popoli, non delle banke. Non sono antirenziano, semplicemente voglio riappropriarmi della facoltà di PARTECIPARE.

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  2. Caro Angelo, eppure sei persona intelligente e spiritosa... Non sono assolutamente d'accordo. Ti copio e incollo, il mio commento a questo post, pubblicato su la mia pagina FB, che può valere anche per te: " Nel post su Renzi, come è chiaro, faccio solo dell'ironia senza nessuna pretesa di analisi sociologica. Tuttavia l'amico Carlo Pompei Falcone, ha perfettamente compreso il messaggio. Perché un messaggio c'è. Quale? Cari amici lettori, e ve lo dico non in sociologhese: se cade Renzi ( a mio modesto avviso, il male minore), o finiamo nelle mani di un tecnocrate, tipo Boeri o giù di lì, o di un matto populista come Grillo (messaggio particolare per coloro che mostrano di apprezzare Heimat). Dopo di che, ci si scusi per il francesismo, saranno CAZZI VOSTRI (anche miei, ovviamente; però io lo avrei detto prima... :-) ). Sì, sì continuante a baloccarvi, con il relativismo, con la Bilderberg, la democrazia diretta e giudiziaria, la moneta del popolo, la destra sociale, il fascismo del duemila, , il comunismo dei desideri e dei sindacati, il reddito di cittadinanza, sovranismo, l'autarchia, eccetera, eccetera. Se cade Renzi, nel nostro futuro, vedo solo tasse, tasse, tasse, controlli, controlli, controlli... E ogni soldo che ci sottrae lo stato è un soldo di libertà in meno."
    Un'ultima cosa Angelo. Vuoi partecipare? E chi te lo vieta? Mica siamo in Unione Sovietica Cuba o nella Germania nazista... Insomma, un minimo riflessione storica sui progressi fatti, no?

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  3. Caro Carlo, le divergenze d'opinione sono il sale della democrazia che possono portare a salutari sintesi. Credo che il piano elaborato ai piani alti sia quello di portare ogni Paese UE verso la perdita delle prerogative parlamentari, la riduzione sino alla sospensione delle elezioni (sembrano una pericolosa deriva populista per Junker e compagnia di malfattori) e, infine, e la modifica dei codici culturali, insomma lassù ci devono dire come vivere e pensare secondo un'agenda prefissata. Carlo mio, la paranoia a volte ci aiuta a vigilare. Monti Letta Renzi e, poi, Boeri, fanno già parte della playlist e in sequenza traghetteranno l'Italia verso la "fusione", un meticciato culturale, indistinto, iniquo. In fondo già ci hanno vietato di sceglierci un premier, o no?

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  4. Angelo, siamo troppo lontani. Non vedo, purtroppo, possibilità di sintesi. Almeno per ora. Comunque apprezzo e amo pubblicare, soprattutto se espresse in modo educato, divertente, ironico (e autoironico, non questa volta però...) idee diverse dalle mie. Un abbraccio!

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