Comunali 2016. I ballottaggi per i
sindaci
Come liberarsi del M5S?
Sperare che vinca. O no?
Probabilmente il modo migliore per capire l’inconsistenza politica
del M5S potrebbe essere quello della prova di governo, quantomeno sul piano locale Perciò, perché non augurarsi che domenica vinca in due importanti città italiane come Roma e Torino?
Del
resto così funziona la democrazia. Vince
chi prende più voti. Qui, però, se ci passa l’espressione, cade l’asino.
Perché, in paesi come l’Italia, dove la modernizzazione di tipo liberale e
riformista non è mai stata di casa,
quindi dove destra e sinistra non hanno
mai accettato la società aperta, il
M5S rischia di vincere catalizzando i voti delle frange più reazionarie dei
partiti e dell’elettorato di destra e sinistra. E perciò di fare male alla democrazia... Come del resto provano i dati sui flussi elettorali e l’endorsement per i candidati pentastellati di alcuni dinosauri della politica come Alemanno e D’Alema. Atteggiamento che fa il paio con l’odio puro verso Renzi, i cui spiriti animali modernizzatori fanno più paura ai retrogradi di quelli ostentati - più che posseduti - da Berlusconi e Craxi. Ovviamente - inciso per i lettori liberali - Renzi resta un riformista di sinistra. Purtroppo nessuno è perfetto.
Dicevamo
tendenze reazionarie, per quale ragione? Perché si guarda con nostalgia al welfare catto-social-comunista
partitocratico e sindacatocratico, all’economia mista o partecipata, fonte di
ogni corruzione, sistema costruito negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta del Novecento (perché a Craxi, nonostante il fumo riformista molto Drive In, faceva gola il teleromanzo delle partecipazioni statali).
Pertanto
l’elettore pentastellato crede ancora nella befana welfarista. Il risveglio perciò potrebbe essere brusco, molto
brusco. Perché scelte programmatiche
come il Reddito comunale di cittadinanza a gogò, l’Acqua pubblica come se piovesse, la difesa a
oltranza delle municipalizzate, hanno un costo enorme che si tradurrà in tasse e balzelli, altrettanto elevati che i cittadini
di Roma e Torino saranno costretti a subire. Senza ottenere nulla in cambio. Perché il pubblico non è la soluzione ma il problema.
Quanto
alla questione morale, sbandierata dai pentastellati, le sue radici sono
proprio in quei controlli burocratici
soprattutto in ambito economico, che invece favoriscono corruzione e
concussione, controlli che il M5S celebra e vuole intensificare a tutti i livelli, rischiando così di strangolare
le economie di Roma e Torino. Anche qui, insomma, il pubblico non è la
soluzione ma il problema. Il segreto di ogni buon governo è governare il meno possibile.
Certo, per tornare alla domanda iniziale, non è bello dal punto di vista del patriottismo, per ora
di città, augurarsi la vittoria dei pentastellati, pur di vederli, inevitabilmente, cadere nella
polvere: caduta, magari disastrosa per tutti, che però toglierebbe al M5S la possibilità di nuocere.
In effetti, a metterla in questo modo, ci si sente gufi come gli antifascisti che salutarono, quasi con gioia, l’entrata in guerra dell’Italia fascista, sicuri che il conflitto avrebbe travolto Mussolini. Però, ebbero ragione, perché poi tornò la democrazia. Tuttavia, a che prezzo? Altissimo. Pertanto, in contraddizione con l’analisi fin qui esposta, noi, domenica, proprio non ce la sentiamo di votare Raggi. Voteremo Giachetti. Non si sa mai…
In effetti, a metterla in questo modo, ci si sente gufi come gli antifascisti che salutarono, quasi con gioia, l’entrata in guerra dell’Italia fascista, sicuri che il conflitto avrebbe travolto Mussolini. Però, ebbero ragione, perché poi tornò la democrazia. Tuttavia, a che prezzo? Altissimo. Pertanto, in contraddizione con l’analisi fin qui esposta, noi, domenica, proprio non ce la sentiamo di votare Raggi. Voteremo Giachetti. Non si sa mai…
Carlo Gambescia
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