Mein Kampf in edicola
Il buco nero
Nell’immaginario
collettivo contemporaneo Hitler è il ritratto del male. Indifendibile. A parte
pochi “lunatici della politica” nessuno si azzarderebbe a celebrarne le gesta. Tuttavia
resta il problema, molto più importante, del consenso a Hitler. Dell’adesione in Germania e altrove all’ideologia nazionalsocialista. In
argomento, esistono varie risposte sociologiche, storiche, economiche eccetera. Ma, per quanto fondate e documentate, sono
ipotesi esterne, che nulla ci dicono e
mai diranno sui meccanismi interni dell’anima umana: sul perché, a un certo
punto del Novecento, non pochi uomini e
donne condivisero l’ideologia hitleriana con un trasporto indescrivibile. Attenzione, non ci riferiamo ai
meccanismi socio-psicologici, ma a qualcosa di più profondo e inafferrabile che rinvia al volto demoniaco del potere e ai suoi misteri insondabili. Almeno
per l’intelligenza umana.
Ora,
il fatto che il nazionalsocialismo sia
una sorta di buco nero, come dire, antropologico, qualcosa che sfugge a ogni approccio razionale
e che quindi si teme, spiega certe reazioni, incomprensibili secondo i
parametri della razionalità.
Si
prenda ad esempio lo scalpore suscitato dalla
decisione de “il Giornale” di distribuire gratuitamente in edicola, all’interno di una collana
dedicata alla storia del nazismo, una copia del Mein Kampf . In una società razionale, aperta, che celebra la libertà di espressione, un
fatto del genere non dovrebbe costituire un problema. E invece no. Ma per
quale ragione no? Perché irrazionalismo chiama irrazionalismo: il buco nero fa paura. Dal momento che nulla si sa circa le ragioni profonde del consenso a Hitler, si vieta o si prova a vietarne la lettura. Scatta, insomma, un movimento istintivo di autodifesa da un pericolo incombente e sconosciuto. Parliamo però di un movimento irriflesso, quindi in contraddizione con i principi riflessi che legittimano il sistema liberal-democratico. Di qui, polemiche, conflitti, accuse reciproche eccetera. Anche perché il divieto, in seconda battuta, viene razionalizzato, portando giustificazioni collettive o
personali che qui non è necessario discutere. Se ci si passa l'espressione, non sono "la ciccia" del nostro discorso.
Insomma, al di là delle "narrazioni" quel che è importante comprendere è che nell’antropologia del potere - semplificando al massimo - un buco nero chiama sempre un altro buco nero.
Come uscirne? Impossibile rispondere. Purtroppo, alla natura dell’anima umana non si comanda.
Come uscirne? Impossibile rispondere. Purtroppo, alla natura dell’anima umana non si comanda.
Carlo Gambescia
Caro Carlo, la nota casa editrice Feltrinelli da alcuni mesi pubblica il libro di Hitler pure scontato. Fa notizia invece che Il Giornale di Berlusconi lo mette in vendita in edicola. Ora, se Sallusti voleva alzare qualche copia e far parlare di sé, c'è evidentemente riuscito. Che ci sia altro? I segnali a volte rimandano alla fonte. Difficile a dirsi. Trovo comunque ridicolo per una democrazia forte (noi lo siamo?) temere la pubblicazione di libri all'indice, sia religioso che politico. Io lessi quel libro nero negli anni '70, procuramdomelo nella biblioteca comunale, avendo l'abbonamento. Malgrado le mie simpatie destrorse (il Mis di Almirante) trovai Hitler un fanatico che evocava dall'inconscio collettivo germanico il dio Wotan (cfr. Carl Gustav Jung), per la supremazia ariana nel mondo. Scrittura pesante di un dilettante, ma ficcante nel messaggio rivolto ad un popolo che abbisognava di risveglio, sebbene ciò comportasse una discesa agli inferni. Seppur giovinetto, compresi l'aberrazione di quella ideologia, la pericolosità anche per le epoche successive al Terzo Reich. la tentazione di sentirsi superiori ad altri popoli, è sempre forte. Gli yankee, per quanto a chiacchiere si considerano la più grande democrazia del mondo, di fatto pensano e operano da colonizzatori. La tentazione è fortissima, certo. Pubblicare libri scottanti, al di là del profitto, è sempre necessario. Guai a proibire un libro piuttosto che un altro. Corredarlo di note critiche e storiche, è un buon servizio che aiuta l'ignaro, certamente. Bruciare Giordano Bruno, non porta mai bene, nemmeno impedire la pubblicazione del Mein Kampf di quel tizzone d'inferno che fu Hitler.
RispondiEliminaGrazie Angelo per la preziosa e sincera testiominianza. Un abbraccio!
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