L’ultimo saluto a Casaleggio al grido di
“Onestà!”
Una banda di onesti
Politicamente
parlando, l’onestà è un pre-requisito. Se
un partito se ne appropria e ne fa un
programma, l’onestà diventa l' arma finale da usare contro
avversari trasformati in nemici politici, solo perché membri di un altro partito: partito "altro", quindi disonesto.
Al massimo, la lotta alla corruzione politica può avere
un tratto emergenziale. Non strutturale. Se lo diviene, dal momento che la
corruzione è (economicamente) legata all’estensione del ruolo dello stato (e quindi basterebbe
fare un passo indietro), l’onestà si trasforma in pericolosa "categoria dello spirito", come il concetto di razza per i nazionalsocialisti e quello di classe per i comunisti. Qualcosa per chiudere ogni discussione politica e tappare la bocca del “nemico politico” : “Zitto
tu, appartieni a un partito di disonesti”.
Infatti, che
di differenza c’è con “Zitto tu, perché
sei ebreo”? Oppure “Zitto tu, sporco
borghese nemico del popolo” ? Pertanto quel
grido “Onestà!” ai funerali di Casaleggio, lanciato dai suoi orfani,
assomiglia al più sinistro dei “Sieg Heil!”.
Esageriamo?
I pentastellati come nuovi nazisti? Di certo, la mentalità totalitaria è la stessa:
affermazione di assoluta purezza
ideologica (“noi” i soli onesti); semplificazione cognitiva (per essere
definiti disonesti è sufficiente appartenere a un partito dove si sono
registrati casi di corruzione); prevalenza del gruppo sul singolo (lo stato è la soluzione non il problema). Manca solo il passaggio all’atto: le squadre paramilitari. Del resto i pentastellati non hanno ancora quel 51 per cento cui
anelano, per governare, come asseriscono. Ma chissà, una volta agguantato il potere
perché escludere, anche con scopi
occupazionali e di consenso, la formazione di un’
occhiuta Milizia Nazionale per la
Difesa della Moralità Politica?
In
realtà, come per il nazismo, andrebbero
indagate le ragioni del consenso al M5S. Il vero rompicapo politologico non è rappresentato dalle figure di Hitler e Grillo, ma dalle ragioni del
consenso a movimenti politici totalitari. Quali sono i meccanismi sociologici che spingono a
votare una banda di razzisti o una banda di onesti ?
Qui tornano alcune questioni
fondamentali: congiunturali, i morsi della crisi e la dissoluzione dei partiti
tradizionali; strutturali: lo spirito gregario e
la neofobia. Potremmo aggiungere nel caso italiano la mancata formazione
di un vero tessuto civico e liberale.
Probabilmente
dietro il voto al M5S, si nasconde il nostro antico individualismo protetto, sul quale giocò anche il
fascismo negli anni del suo maggiore consenso: un contraddittorio mix di
individualismo e statalismo, di anarchismo e voglia di protezione pubblica. Per farla breve, pensiamo a quell’ idea, che purtroppo alberga nel cuore di tanti nostri
concittadini: fare l' italiano con il culo
degli altri italiani, se ci si perdona l’espressione. La colpa, insomma, deve essere sempre di qualcun altro. "Peso" antropologico, alla lunga insostenibile. Di qui, la necessità ciclica di un movimento politico in grado di giocare al rialzo e così alleggerire momentaneamente il "peso" individuale puntando sul capro espiatorio collettivo. Nel
1938 furono scelti gli
Ebrei, oggi i Disonesti.
Carlo Gambescia
Da incorniciare
RispondiEliminaNon esageriamo :-) Grande abbraccio!
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