martedì 5 aprile 2016

I Panama Papers
Anche i ricchi borghesi  non sono più quelli di una volta



Il fenomeno venne studiato seriamente da Pareto più di un secolo fa.  Di che cosa parliamo? Di  una classe, l'alta borghesia, che secondo il grande sociologo, stava cedendo all’umanitarismo socialista, vergognandosi del proprio ruolo dirigente e dei risultati che aveva conseguito nel secolo precedente, come classe e come individui. E quindi della propria ricchezza.  
Declino, come dire, del ricco borghese,  che si è accentuato nel Novecento, dal momento che la ricchezza sembra sempre più vergognarsi di se stessa.  Si pensi alla reazione  degli imprenditori, degli uomini d’affari, dei  professionisti nei campi più diversi  coinvolti nella vicenda dei Panama Papers. L'alta borghesia, invece di rivendicare spavaldamente,  davanti a uno stato corrotto, rapinatore di ricchezze  e socialistoide,  il diritto di fare del proprio denaro ciò che vuole,  o nega  o tace.  
Chi nega, come San Pietro,   disconosce e tradisce  il  meccanismo economico-sociale di accumulazione che premiando l’arricchimento individuale ha prodotto, per ricaduta, un livello di benessere mai conosciuto in Occidente.  E chi tace, come dicevano i nonni, acconsente a quel linciaggio planetario della ricchezza promosso dagli orfani del comunismo, dai socialisti di sacrestia e dall'ambientalismo  rosso e pauperista:  un consenso per paura, conformismo, debolezza; un venire a patti con lo stato predatore e burocrate che  indica  la decadenza  di una classe, la grande borghesia economica e imprenditoriale, alla  cui esistenza  è legato storicamente il destino dell’Occidente. Classe, composita e suddivisa in ceti, che piagnucola,  invece di votarsi  alla difesa del diritto di proprietà e di  mobilità assoluta dei beni economici.  
Che dire? Anche i ricchi  borghesi non sono più quelli di una volta. 

Carlo Gambescia                 

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