I Panama Papers
Anche i ricchi borghesi non sono più quelli di
una volta
Il
fenomeno venne studiato seriamente da Pareto più di un secolo fa. Di
che cosa parliamo? Di una classe, l'alta borghesia, che secondo il grande sociologo, stava cedendo all’umanitarismo
socialista, vergognandosi del proprio
ruolo dirigente e dei risultati che aveva conseguito nel secolo precedente,
come classe e come individui. E quindi della propria ricchezza.
Declino, come dire, del ricco borghese, che si è accentuato nel Novecento, dal
momento che la ricchezza sembra sempre più vergognarsi di se stessa. Si pensi alla reazione degli imprenditori, degli uomini d’affari, dei professionisti nei campi più diversi coinvolti nella vicenda dei Panama Papers. L'alta borghesia, invece di rivendicare
spavaldamente, davanti a uno stato
corrotto, rapinatore di ricchezze e
socialistoide, il diritto di fare del
proprio denaro ciò che vuole, o nega o tace.
Chi
nega, come San Pietro, disconosce e tradisce il meccanismo economico-sociale di accumulazione che
premiando l’arricchimento individuale ha prodotto, per ricaduta, un livello di
benessere mai conosciuto in Occidente. E
chi tace, come dicevano i nonni, acconsente a quel linciaggio planetario della
ricchezza promosso dagli orfani del comunismo, dai socialisti di sacrestia e dall'ambientalismo rosso e pauperista: un consenso per paura, conformismo, debolezza; un venire a patti con lo stato predatore e burocrate che indica la
decadenza di una
classe, la grande borghesia economica e imprenditoriale, alla
cui esistenza è legato
storicamente il destino dell’Occidente. Classe, composita e suddivisa in ceti, che piagnucola, invece di votarsi alla difesa del diritto di proprietà e di mobilità assoluta dei beni economici.
Che
dire? Anche i ricchi borghesi non sono più quelli di una volta.
Carlo Gambescia
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