La solitudine del
lettore moderato e liberale davanti all’edicola (e al Pc)
Quale quotidiano leggere?
Oggi
“Il Tempo” apre con il titolo “Boia chi molla”, vecchio slogan del neofascismo
reggino, duro e puro. Non è una
provocazione, o almeno non solo, perché alla forma ironica risponde la sostanza fascista: ogni giorno
sulle pagine della testata romana un tempo liberale è un viavai di argomentazioni (si fare per dire) all’insegna di un razzifascismo ammodernato, quindi non più contro gli
ebrei ma contro gli immigrati. Oddio, non è che “Libero” e “il Giornale” se la passino meglio… Ad esempio, questa mattina, sembra che il principale problema
degli italiani sia quello della
legittima difesa… Insomma
dagli Usa, Chiocci, Sallusti e
Belpietro non importano le cose buone come lo spirito imprenditoriale e le grandi capacità lavorative, ma solo le cattive, KKK e pistole
facili. Evvai con il razzifascismo armato!
Ad
eccezione de “Il Foglio”, ora però sbilanciato su Renzi (ultima infatuazione di
Ferrara), lo spettacolo offerto dalla stampa che aspira a rappresentare la pubblica opinione di destra, conservatrice, moderata, liberale, è veramente pietoso: razzismo, scandalismo,
statalismo, qualunquismo. E, cosa ancora più grave, si registra l’ assenza di una
linea economica precisa e in
particolare di difesa del libero
mercato. Si potrebbe parlare di schizofrenia politica acuta, dal momento che in
economia l’atteggiamento muta in base a quello assunto dal Governo Renzi.
Tradotto: non importa ciò che si scrive, importa solo che ogni volta si propugni l’esatto contrario di ciò che sostiene il
Governo.
Si
dirà chissene, ci sono i grandi quotidiani: “Corriere della Sera”, “ La Stampa ”, “ La Repubblica ”. Certo, ma che cosa hanno di destra e di liberale? Nulla (salvo qualche
isolato collaboratore). Sono socialdemocratici.
Come lo stesso “Sole 24 Ore”, quotidiano confindustriale impregnato di spirito keynesiano. Borghesia traditrice. Forse.
Quanto
alla cultura, su grandi e piccoli giornali, a destra come a sinistra, prevale il modello unico “cultura & spettacoli”: gossip, nichilismo, passera. Naturalmente, il giornalismo di destra si è adeguato mettendoci del
proprio: qualunquismo, razzismo e (come nel caso de “Il Tempo”) una bella manciata di
fascismo. Il tutto a volume altissimo. Che poi
a pensarci bene, è il modello “urlo
dunque esisto” dei social network. In
qualche misura la stampa di destra si è "facebookizzata", forse più di quella spostata a sinistra.
Allora, cosa
fare davanti all’edicola (e al Pc)? Comprare “Il Foglio”. Certo. Che però, sorvolando sulla renzite acuta, resta un secondo giornale: roba da
“intellettuali”, da clubino, roba da piacioni, come garba a Ferrara.
Concludendo,
manca a destra, un primo giornale capace
di informare senza cadere nella volgarità,
nel razzismo, nel qualunquismo, peggio ancora se in salsa
seppiata fascista. Occorre un quotidiano serio, equilibrato, liberale, che
sicuramente troverebbe il suo pubblico. Un giornale-giornale come lo erano
negli anni Settanta del secolo scorso “Il Tempo" di Angiolillo e “il Giornale” di Montanelli. E che ora
non ci
sono più.
Carlo Gambescia
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